Plebiscito nazionale in Cile del 1989

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Plebiscito nazionale in Cile del 1989
Scheda referendaria
StatoBandiera del Cile Cile
Data30 luglio 1989
Esito
Approvo
  
91,25%
Rifiuto
  
8,75%
Affluenza93,73%

Il plebiscito nazionale in Cile del 1989 fu un referendum costituzionale tenutosi in Cile il 30 luglio 1989.[1][2]

Le proposte di modifica della costituzione cilena furono approvate dall'87,7% dei votanti.[3]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 ottobre 1988, nove giorni dopo la vittoria del "No" nel plebiscito sulla continuità di Augusto Pinochet al potere, la Concertazione dei Partiti per la Democrazia indicò che avrebbe iniziato i colloqui per raggiungere un "Accordo nazionale per la democrazia e il consenso costituzionale", volto a generare riforme della Costituzione del 1980. Il 30 novembre, Rinnovamento Nazionale presentò la sua prima proposta di riforme costituzionali. In seguito, si sono tenute diverse riunioni tra i partiti politici e il governo per raggiungere un consenso sulle possibili riforme.[4]

Il 28 aprile 1989, il ministro dell'Interno Carlos Cáceres Contreras presentò alla radio e alla televisione nazionale una prima bozza di riforme costituzionali, che fu respinta dalla Concertación il 2 maggio.[5] Il dialogo fu sospeso per un breve periodo, e i colloqui ripresero il 12 maggio. Il 31 maggio Augusto Pinochet presentò alla televisione nazionale il progetto finale con 54 riforme della Costituzione, con l'approvazione della Concertación de Partidos por la Democracia. Il 15 giugno, con il decreto 939 del Ministero dell'Interno, il plebiscito fu ufficialmente convocato e la data fu fissata per domenica 30 luglio.[6]

Dato che le riforme costituzionali erano state concordate tra il partito al potere e la Concertación de Partidos por la Democracia, praticamente tutti i partiti politici chiesero agli elettori di votare "Apruebo" nel plebiscito. Solo il Partito Socialista Cileno e il Partito del Sud chiesero un voto di "Rechazo".[7] Il Movimento della Sinistra Rivoluzionaria e il Partito Comunista chiesero di annullare il voto.[8]

Proposte di modifica alla Costituzione[modifica | modifica wikitesto]

Se approvate, sarebbero state attuate 54 riforme costituzionali, tra cui la riforma del modo di riformare la Costituzione stessa, la restrizione delle disposizioni sullo stato di emergenza, l'affermazione del pluralismo politico, il rafforzamento dei diritti costituzionali nonché del principio democratico e partecipazione alla vita politica.

Gli unici partiti a sostenere un "no" sono stati il Partito del Sud e il Partito Socialista Cileno .

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Scelta voti %
Approvo 6.069.440 91,25
Rifiuto 581.615 8,74
Schede bianche/nulle 431.024
Totale 7.082.079 100,00
Elettori registrati/affluenza alle urne 7.556.613 93,73
Fonte: Servizio elettorale cileno.

Per regione[modifica | modifica wikitesto]

Regione Approvo Rifiuto
voti % voti %
I Tarapacá 147.660 92,67 11,681 7,33
II Antofagasta 179,540 91,88 15.780 8,12
III Atacama 90,123 89,41 10.670 10,59
IV Coquimbo 201.925 88,49 26.269 11,51
V Valparaíso 666.412 92,52 53.907 7,48
VI O'Higgins 321.780 90,33 34,456 9,67
VII Maule 382.577 89,12 46.720 10,88
VIII Biobio 774.111 89,32 92.564 10,68
IX Araucanía 322.120 85,21 55.889 14,79
X Los Lagos 404,110 88,46 52.713 11,54
XI Aysén 32.473 89,69 3733 10,31
XII Magellano e Antartide cilena 71.805 92,03 6222 7,97
RM Regione Metropolitana di Santiago 2.474.804 93,54 170.913 6,46
Totale 6.069.440 91,25 581.615 8,74

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'approvazione degli emendamenti costituzionali, a dicembre si sono svolte le elezioni generali, in cui Patricio Aylwin fu eletto presidente con il 55% dei voti,[9] mentre la Concertazione dei Partiti per la Democrazia ottenne la maggioranza dei seggi eletti in entrambe le camere del Congresso nazionale.

Pinochet lasciò l'incarico l'11 marzo 1990, trasferendo il potere al nuovo presidente eletto democraticamente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Constitutional history of Chile, su constitutionnet.org.
  2. ^ Nohlen, D (2005) Elections in the Americas: A data handbook, Volume II, p262 ISBN 978-0-19-928358-3
  3. ^ Nohlen, p. 268.
  4. ^ Carlos Andrade Geywitz, Reforma de la Constitución Política de la República de Chile de 1980, in Memoria Chilena, 1991. URL consultato il 20 giugno 2013.
  5. ^ Cronología 1989, su Siglo20.cl, 1999. URL consultato il 20 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2005).
  6. ^ Ministerio del Interior de Chile, Decreto 939: Convoca a plebiscito para fecha que indica, su LeyChile, 15 giugno 1989. URL consultato il 23 agosto 2015.
  7. ^ Propaganda del Partido Socialista (1989)
  8. ^ El plebiscito incomprendido, in Apsi, 17 luglio 1989. URL consultato il 30 maggio 2012.
  9. ^ Nohlen, p. 288.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]