Pityriasis gymnocephala

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Testariccia del Borneo
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Corvida
Superfamiglia Corvoidea
Famiglia Pityriaseidae
Mayr & Amadon, 1951
Genere Pityriasis
Lesson, 1839
Specie P. gymnocephala
Nomenclatura binomiale
Pityriasis gymnocephala
(Temminck, 1835)

Il testariccia del Borneo o corvo calvo (Pityriasis gymnocephala (Temminck, 1835)) è un uccello passeriforme della famiglia Pityriaseidae e del genere Pityriasis, nell'ambito del quale rappresenta l'unica specie ascritta[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere, Pytiriasis, deriva dal greco πιτυριασις (pytiriasis/pituriasis, "pitiriasi") ed è dovuto all'aspetto della pelle glabra del capo, mentre il nome della specie, gymnocephala, deriva dall'unione delle parole greche γυμνος (gymnos/gumnos, "nudo") e κεφαλη (kephalē, "testa"), col significato di "dal capo nudo", in riferimento all'assenza di piume sulla testa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare impagliato.
Esemplare impagliato a Ginevra.

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 22–26 cm di lunghezza, per 115-150 g di peso[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli dall'aspetto massiccio, muniti di becco lungo e robusto dalla punta superiore lievemente uncinata, testa arrotondata e coda corta e squadrata: nel complesso, il loro aspetto è piuttosto bizzarro, ricordando quello di un corvo dalla testa spiumata.

Il piumaggio è di colore nero con riflessi iridescenti su dorso e petto: fanno eccezione un anello di penne attorno al becco, la gola, il collo e le penne delle zampe, che sono di colore rosso carminio, e la superficie inferiore delle ali, che presenta una macchia bianca ben visibile in volo. Caratteristica peculiare di questi uccelli è la testa nuda (fatta eccezione per le zone rosse attorno al becco e sulla gola), con presenza di setole giallo-aranciate di 3–4 mm, più abbondanti e scure sulle guance, ruvide al tatto, che fruttano a questi uccelli il nome comune di "testariccia".
Il dimorfismo sessuale è presente ma non evidentissimo, con le femmine che presentano piumino rosso su petto, fianchi e ventre e "guance" nere meno estese rispetto ai maschi.

In ambedue i sessi, il becco è di colore nero, le zampe sono di color carnicino e gli occhi sono di colore bruno scuro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Illustrazione al Museo di storia naturale Giacomo Doria.

Si tratta di uccelli dalle abitudini diurne, timidi ma molto vocali, per cui a dispetto dei colori vivaci risulta difficile osservarli, ma molto facile sentirne i fischi e i richiami nasali e lamentosi.

Il corvo calvo passa la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo in gruppetti familiari di 4-6 esemplari, non di rado associandosi in stormi più consistenti assieme a malcoa, timalidi, dronghi, buceri e picchi[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Questi uccelli presentano dieta in massima parte insettivora, nutrendosi di grossi insetti carnosi quali cavallette, cicale, insetti stecco e coleotteri e bruchi, nonché di frutti e bacche maturi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione di questi uccelli non è mai stata osservata finora: dai pochi dati finora raccolti riguardo a questo evento, la stagione riproduttiva dovrebbe estendersi da maggio a ottobre, le uova sono biancastre con rade maculature bruno-grigiastre e i piccoli vengono allevati in maniera cooperativa da più uccelli e non solo dai genitori[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare in volo nel Sabah.
Esemplare su un ramo di fico.

La specie è endemica del Borneo, dove appare diffuso in tutta la porzione pianeggiante dell'isola fino a 1200 m di quota[3], sebbene la sua distribuzione appaia frammentaria e sia forse legata a movimenti stagionali[3].

L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalle aree di foresta pluviale primaria e secondaria: nonostante venga tradizionalmente considerato associato ai mangrovieti, il corvo calvo preferisce la foresta torbiera a prevalenza di dipterocarpacee[3].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La sistematica di questi enigmatici uccelli è stata piuttosto travagliata e rimangono a tutt'oggi in larga parte oscuri i legami con gli altri passeriformi. Di volta in volta la specie è stata ascritta a Prionopidae, Cracticidae, Artamidae e Corvidae: attualmente, essa occupa una propria famiglia monotipica[2], con affinità con Aegithinidae e forse anche coi già citati Prionopidae[2]: alcuni ne auspicherebbero invece l'accorpamento ai Tephrodornithidae[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Pityriasis gymnocephala, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 6 novembre 2014.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Pityriaseidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 5 novembre 2014.
  3. ^ a b c d e f (EN) Bornean Bristlehead (Pityriasis gymnocephala), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  4. ^ Moyle, R. G.; Cracraft, J.; Lakim, M.; Nais, J.; Sheldon F. H., Reconsideration of the phylogenetic relationships of the enigmatic Bornean Bristlehead (Pityriasis gymnocephala), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 39, n. 3, 2006, p. 893–898, DOI:10.1016/j.ympev.2006.01.024, PMID 16524745.

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