Pieve di Santa Maria Assunta (Neviano degli Arduini)

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Pieve di Santa Maria Assunta
Santuario di Maria Madre della Chiesa
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàSasso (Neviano degli Arduini)
Indirizzovia Rainerio da Sasso
Coordinate44°31′34.12″N 10°17′19″E / 44.526145°N 10.288612°E44.526145; 10.288612
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanta Maria Assunta
Diocesi Parma
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneX secolo
CompletamentoXI secolo

La pieve di Santa Maria Assunta, nota anche come pieve di Sasso e santuario di Maria Madre della Chiesa,[1] è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche situato sulla sommità di un colle in via Rainerio da Sasso, nei pressi di Sasso, piccola frazione di Neviano degli Arduini, in provincia e diocesi di Parma; appartiene al gruppo delle pievi parmensi e fa parte della zona pastorale di Traversetolo-Neviano Arduini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originario luogo di culto fu edificato probabilmente più a valle dell'attuale collocazione[2] entro il X secolo, ma il primo documento[3] che attesti l'esistenza della chiesa di "Sanctae Marie de Saxo" risale soltanto al 1004.[4]

Nel 1082 l'edificio fu completamente ricostruito sulla sommità dell'altura,[2] secondo la tradizione per volontà della contessa Matilde di Canossa.[4]

L'importanza della pieve in epoca medievale è comprovata da documenti[5] risalenti al 1230, che testimoniano la coeva dipendenza da parte della pieve di ben 13 cappelle del circondario: Mozzano, Selvazzano, Ceretolo, Cedogno, Urzano, Lodrignano, Vezzano, Pietta, Moragnano, Madurera, Antignola, Campora e Inzolo.[4]

Fino al XIV secolo la chiesa costituì un frequentato luogo di sosta per i pellegrini diretti verso l'abbazia di Linari sul passo del Lagastrello, che rappresentava un'importante via di collegamento con la Toscana.[6]

Nel 1822 il tempio, ormai degradato, fu sottoposto a lavori di restauro e nel 1846 fu sostituita la pavimentazione interna.[7]

Nel 1905 fu rifatta la copertura della navata centrale in coppi, ma nel 1913 fu nuovamente sostituita insieme al resto del tetto con lastre di pietra.[7]

Nel 1920 l'edificio fu danneggiato da un terremoto e nel 1922 fu restaurato e consolidato strutturalmente nella facciata, nel lato sud e nelle coperture.[7]

Tra il 1947[6] e il 1948 fu innalzato accanto alla pieve il campanile neoromanico.[7]

Nel 1950 la chiesa fu sottoposta a nuovi lavori di ristrutturazione per riportarla integralmente alla sua veste romanica; furono costruiti il pulpito e l'altare maggiore,[4] fu risistemato il portale d'ingresso al centro della facciata e furono rimossi i capitelli e le epigrafi aggiunti nei secoli;[7] tra il 1951 e il 1953 fu inoltre realizzato un nuovo pavimento in pendenza, per eliminare in buona parte la scalinata di 12 gradini presente in precedenza davanti al presbiterio.[7]

Nel 1965 la pieve fu eretta a santuario mariano, dedicato a Maria Madre della Chiesa.[8]

Tra il 1990 e il 1994 il tempio fu restaurato e impermeabilizzato nelle coperture.[7]

Tra il 2006 e il 2008 il tetto fu nuovamente risistemato e il campanile fu sottoposto a interventi di restauro.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Zona absidale
Lato nord

La pieve si sviluppa in posizione collinare su un impianto basilicale a tre navate terminanti in altrettante absidi, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[6]

La semplice facciata a salienti, interamente rivestita come il resto dell'edificio in conci di arenaria disposti irregolarmente, è scandita in tre parti da paraste in lieve aggetto; al centro è collocato il portale d'ingresso ad arco a tutto sesto, sovrastato da una bifora con colonnina centrale realizzata nel corso della ristrutturazione novecentesca; più in alto è posizionata una piccola apertura a forma di croce greca, mentre a coronamento corre un motivo ad archetti pensili, che prosegue anche lungo i prospetti laterali e le tre absidi.[4]

I fianchi sono caratterizzati dalle strette monofore poste lungo la navata centrale e le due più basse navate laterali; la fronte settentrionale presenta anche un piccolo ingresso secondario ad arco a tutto sesto, mentre dal prospetto opposto aggetta il corpo della sagrestia, aggiunto in epoca successiva.[4]

Zona absidale e campanile
Campanile

Sul retro si innalzano le tre absidi semicircolari, di cui quella centrale più alta e caratterizzata dalla presenza di due monofore ad arco a tutto sesto; l'abside della navata sinistra, priva di decorazioni, risale probabilmente a un'epoca precedente rispetto alle altre due, forse persino alla pieve originaria.[6]

A nord si eleva, staccato dalla chiesa, il semplice campanile eretto nel 1947, caratterizzato dalle aperture ad arco a tutto sesto della cella campanaria; il tetto di coronamento a quattro falde è rivestito, al pari di quello del luogo di culto, in lastre d'ardesia.[4]

All'interno le navate interamente rivestite in pietra, coperte da un soffitto a capriate lignee, sono suddivise da una serie di arcate a tutto sesto rette da cinque massicce colonne per parte, coronate da capitelli schiacciati a cubo scantonato;[4][9] l'aula è illuminata da piccole monofore profondamente strombate aperte in sommità e ai lati.[7]

La prima campata della navata di sinistra ospita il fonte battesimale, ricomposto nel 1960 da Galileo Scorticati unendo quattro lastre risalenti alla prima metà del XII secolo,[7] probabilmente provenienti da un antico ambone,[10] ad altre quattro da lui scolpite;[7] i quattro pannelli romanici in pietra sono decorati con altorilievi raffiguranti un Uomo alato, allegoria di san Matteo, un Leone alato, simbolo di san Marco, un Chierico benedicente e un Grifone con una colomba.[6]

Il presbiterio, leggermente sopraelevato, accoglie l'altare maggiore in pietra, realizzato nel 1950;[4] sul fondo l'abside è chiusa superiormente dal catino a semi-cupola in pietra.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Santuari mariani della diocesi di Parma, su santuarimariani.org. URL consultato il 19 agosto 2023.
  2. ^ a b Rabinovici, p. 53.
  3. ^ atto di donazione da parte del vescovo Sigifredo II
  4. ^ a b c d e f g h i Pieve di Santa Maria, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 6 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2016).
  5. ^ Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma
  6. ^ a b c d e Sasso, Pieve di Santa Maria Assunta, su piazzaduomoparma.com. URL consultato il 6 giugno 2016.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine "Sasso, Neviano degli Arduini", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  8. ^ Un "Viaggio" alla scoperta della Pieve di Sasso, su provincia.parma.it. URL consultato il 19 agosto 2023.
  9. ^ Dallasta, p. 40.
  10. ^ Dallasta, p. 64.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federica Dallasta, La Pieve di Sasso e le sue sculture, Lupazzano di Neviano degli Arduini, Centro studi delle Valli del Termina, 2003.
  • Clara Rabinovici, Le pievi del parmense, Parma, Battei, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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