Pietro Gioja

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Pietro Gioja

Ministro di grazia e giustizia e affari ecclesiastici del Regno di Sardegna
Durata mandato27 luglio 1848 –
10 agosto 1848
Capo del governoGabrio Casati
PredecessoreFederico Sclopis
SuccessoreFelice Merlo

Ministro della pubblica istruzione del Regno di Sardegna
Durata mandato9 novembre 1850 –
19 ottobre 1851
Capo del governoMassimo d'Azeglio
PredecessoreCristoforo Mameli
SuccessoreLuigi Carlo Farini

Senatore del Regno di Sardegna
Legislaturadalla IV (nomina 22 marzo 1850) all'VIII
Tipo nominaCategorie: 5, 20
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sull'igiene pubblica e sull'esercizio delle professioni sanitarie (21 febbraio 1857)
  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge inteso a prorogare l'attuazione dei codici sardi nelle province dell'Emilia (18 aprile 1860)
  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sul Codice civile (2 luglio 1860)
  • Membro della Commissione di vigilanza della Cassa dei depositi e prestiti
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato8 maggio 1848 –
7 febbraio 1849[1]
LegislaturaI, II
CollegioPiacenza I

Durata mandato20 dicembre 1849 –
2 giugno 1850[2]
LegislaturaIV
CollegioStaglieno
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Parma
ProfessioneAvvocato

Pietro Gaspare Ladislao Antonino Gioja (Piacenza, 22 ottobre 1795Torino, 17 luglio 1865) è stato un avvocato, politico e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Ludovico e Annunziata Arata e nipote dell'illustre politico e scrittore Melchiorre Gioia, si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Parma divenendo un insigne avvocato. Ricoprì la carica di Segretario della Camera di commercio di Piacenza dal 1817 al 1848. Capo del Governo provvisorio di Piacenza nel 1831, Membro del Governo provvisorio di Piacenza nel 1848 e convinto sostenitore dell'Unità d'Italia, condusse la sua città natale verso l'annessione al Regno di Sardegna, facendola proclamare dal re Carlo Alberto di Savoia la "Primogenita d'Italia".

Nello stesso anno gli fu assegnata la Reggenza del Ducato di Parma e fu deputato nella I e IV legislatura del Regno di Sardegna. Fu Ministro di grazia, giustizia e culti nel governo Casati e Ministro della pubblica istruzione nel primo governo d'Azeglio. Nominato Consigliere di Stato il 7 luglio 1849, fu Membro, Membro straordinario d'elezione e Vicepresidente del Consiglio superiore di sanità. Inoltre venne eletto Consigliere comunale di Torino il 14 luglio 1852 rimanendo in carica fino al 1863.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eletto per la II legislatura nei collegi di Piacenza I e Bardi, fu per entrambi annullata l'elezione per incompatibilità d'impiego.
  2. ^ Escluso per sorteggio a causa dell'eccedenza del numero dei deputati impiegati.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Telesforo Sarti, I rappresentanti del Piemonte e d'Italia nelle tredici legislature del regno, Tipografia A. Paolini, Roma 1880, p. 428
  • Le Camere nel 1858 e nel 1859 - Schizzi parlamentari d'uno sconosciuto, Tipografia G. Lobetti-Bodoni, Pinerolo 1859, pp. 33-34.

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