Pietro Aristeo Romeo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pietro Aristeo Romeo

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
7 settembre 1865
LegislaturaVIII
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in ingegneria
UniversitàUniversità degli Studi di Genova
ProfessioneIngegnere

Pietro Aristeo Romeo (Santo Stefano in Aspromonte, 5 luglio 1817Santo Stefano in Aspromonte, 18 novembre 1886) è stato un patriota e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Partecipa attivamente insieme al padre Giannandrea (1786-1862) e al cugino Stefano (1819-1869) all'insurrezione contro i Borboni in Calabria. Il movimento insurrezionale, organizzato dallo zio Domenico (1796 - 1847), ebbe inizio all'alba del 2 settembre 1847, partendo da Santo Stefano in Aspromonte alla volta di Reggio Calabria, dove gli insorti arrivarono la sera. Poiché la città di Messina si era sollevata il 1º settembre, il destino degli insorti è compromesso. Infatti il 15 settembre le guardie urbane di Pedavoli raggiungono in Aspromonte gli insorti in fuga, Domenico Romeo viene ucciso presso Podargoni (località Marrappà), dove viene decapitato ed il capo mozzo viene esposto presso le carceri di San Francesco a Reggio Calabria. Pietro Aristeo, durante il conflitto a fuoco con le forze borboniche, vendica la morte dello zio. Condannato all'ergastolo nel 1848, il re Ferdinando II concede l'amnistia. Dopo il '48 andò in esilio, assieme al padre, nel Regno di Sardegna. Soggiornò per qualche tempo a Genova, dove si laureò, presso quell'Università, in Ingegneria. Fu subito assunto presso lo studio dell'Ing. Sarti. Apprezzato per le sue qualità professionali, ottenne l'incarico di progettare e dirigere i lavoti della linea ferrata Tortona-Voghera. Nel 1859, allo scoppio della guerra d'Indipendenza contro l'Austria, lasciò lo studio dell'Ing. Sarti per arruolarsi tra i volontari del battaglione d'appoggio alle truppe piemontesi. Il 21 agosto dello stesso anno fu destinato, quale "Istruttore presso il battaglione Cacciatori", a guidare le truppe di stanza a Reggio Emilia. Due mesi dopo, ottenuta la nomina a tenente, fu inviato in missione a Rimini dal "Governo Nazionale delle Province Modenesi e Parmensi". Alla fine della guerra e fino al 1860, assieme al padre, soggiornò a Torino per collaborare ed aiutare gli emigrati politici meridionali. Dopo l'Unità d'Italia fu eletto più volte al Parlamento di Torino. Sedette, essendo un convinto cavouriano, tra i banchi della "destra storica". Ritiratosi dalla politica attiva, si dedicò alla sua azienda agricola di Basilicò e all'attività della "Fratellanza Operaia", di cui fu eletto Presidente, di Santo Stefano in Aspromonte. Si spense il 18 novembre del 1886, tra il rimpianto dei vecchi patrioti di ogni parte d'Italia e dei lavoratori della "Fratellanza Operaia" calabrese.

Fu iniziato in Massoneria nella Loggia Domenico Romeo di Reggio Calabria - intestata a suo zio- la prima fondata in Calabria dopo l'Unità d'Italia[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, p. 239.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Cingari, La Calabria nella Rivoluzione del 1860, in “Archivio Storico per le Province Napoletane”, A. XL (1960);
  • Gaetano Cingari, Problemi del Risorgimento Meridionale, Messina-Firenze, G. D'Anna, 1965;
  • Gaetano Cingari, Romanticismo e democrazia nel Mezzogiorno, Napoli, E.S.I., 1965;
  • Gaetano Cingari, Reggio Calabria, Bari-Roma, Laterza, 1988;
  • Domenico da Empoli, La Protesta del '48 dei Deputati Napoletani, estr. da “Klearcos”, Reggio Calabria, A. I (1959), n. 1-2, pp. 46–56;
  • Domenico De Giorgio, Benedetto Musolino e il Risorgimento in Calabria, Reggio Cal., Ediz. Historica, 1953;
  • Domenico De Giorgio, La Provincia di Reggio nel 1848, in “Historica”, A. VII (1954), f. 2;
  • Domenico De Giorgio, Stefano Romeo esule in Turchia, in “Historica”, A. XIII (1960), f. 2;
  • Domenico De Giorgio, Figure e momenti del Risorgimento in Calabria, Messina, Peloritana Ed., 1971;
  • Armando Dito, La Storia della Massoneria Calabrese: Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Brenner, 1980;
  • Francesco Fava, Il moto calabrese del 1847, Messina, Tip. F. Nicastro, 1906;
  • Gaetano Ferro, Stefano Romeo, in “L'Artigiano”, A. I, n. 23, del 19 agosto 1869;
  • GiovanBattista Furiozzi, L'emigrazione politica in Piemonte nel decennio preunitario, Firenze, Olschki, 1979;
  • Francesco Guardione, Stefano Romeo, Reggio Cal., L. Ceruso, 1894;
  • JEJE' (pseudonimo di Aurelio Romeo), Pietro Aristeo Romeo e il suo tempo, Reggio Cal., Tip. P. Lombardi, 1887;
  • Luigi Manzi, I prodromi della Rivoluzione del '48 in Aquila e Reggio Calabria, Reggio Cal., Tip. F. Morello, 1893;
  • Giovanna Messineo, I Mille e la spedizione garibaldina in Calabria, Reggio Calabria, Tip. F. Morello, 1925;
  • Giuseppe Musolino, S. Stefano in Aspromonte: storia e protagonisti, Reggio Cal., Ed. Rexodes Magna Grecia, 1994;
  • Paolo Pellicano, Ricordi intorno al movimento politico di Reggio nell'anno 1847 del Canonico Paolo Pellicano, Napoli, Morano, 1879;
  • Aurelio Romeo, Pensiero ed Azione, Reggio Cal., Tip. L. Ceruso, 1895;
  • Domenico E.M. Romeo, Una donna calabrese del Risorgimento: Vincenza Morabito Romeo, in “Historica”, A. XXXVI (1982), f. 1;
  • Domenico E.M. Romeo, La Massoneria a Reggio Calabria dal ‘700 al secondo dopoguerra, estr. “Rivista Historica”, A. LI (1998), f. 4;
  • Domenico E. M. Romeo, Sindaco, Decurioni ed eleggibili al Comune di Reggio nel 1842, in “Historica”, A. LVI (2003), f. 4;
  • Domenico Edvigio M. Romeo, L'attività politica dei Romeo dal 1848 a dopo l'Unità d'Italia, estr. da: Deputazione di Storia Patria per la Calabria, “Rivista Storica Calabrese”, N.S., A. XXXII(2011), nn. 1-2;
  • Pietro Aristeo Romeo, Cenni biografici sopra Domenico Romeo, Torino, Stamp. “Gazzetta del Popolo”, 1856;
  • Gaetano Sardiello, Ricordando il 2 settembre, in “Tribune”, Roma, settembre 1947;
  • Domenico Spanò Bolani, Carlo Guarna Logoteta, Domenic o De Giorgio, Storia di Reggio di Calabria, 4 voll., Reggio Calabria, “La Voce di Calabria” Ed., 1957, vol. III e IV;
  • Francesco Sprovieri, Stefano Romeo, in “Antologia Calabrese Illustrata”, A. I., n. 6, Cittanuova, 1895;
  • Nino Tripodi, I fratelli Plutino nel Risorgimento Italiano, Messina, S.A. Ind. Grafiche Meridionali, 1932;
  • Vittorio Visalli, I Calabresi nel Risorgimento Italiano, 2 voll., Torino, Tarizzo, 1891;
  • Vittorio Visalli, Lotta e martirio del Popolo Calabrese (1847-1848) : Il Quarantasette, Catanzaro, G. Mauro Ed., 1928;

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]