Ricordato, soprattutto all'estero, per aver ideato l'Autostrada dei Laghi (Milano-Laghi, oggi parte dell'A8), la prima autostrada al mondo appositamente ideata per soli veicoli.
Nel primo dopoguerra, superata la fase di recessione e iniziata una condizione di sviluppo economico, fu concepito il progetto dell'autostrada, ovvero "…una nuova strada riservata esclusivamente al traffico a motore…".
Nel 1922 Puricelli preparò il progetto dell'autostrada Milano-Laghi. Il 20 settembre 1923 fu inaugurato, presente il reVittorio Emanuele III, il primo tratto dell'autostrada Milano-Laghi fino a Gallarate. Per l'epoca fu un'opera avveniristica, considerando il fatto che il numero di veicoli a motore circolanti in Italia nel 1924 non superava le 85 000 unità, la metà delle quali concentrata in Lombardia[senza fonte]. Il mezzo di trasporto che dominava era la bicicletta. Il 21 settembre 1924 fu inaugurato il prolungamento fino a Varese. Per alcuni è stata la prima autostrada costruita al mondo perché la strada a scorrimento veloce AVUS di Berlino era utilizzata anche come pista di prova degli autoveicoli.
Piero Puricelli amava definirsi ingegnere architetto in quanto credeva che fare innovazione significasse creare una nuova funzione in seguito alla corretta esecuzione di un nuovo equilibrio dato da due funzioni stabili precedenti. L’architetto lancia la sfida del superamento di una funzione esistente. L’ingegnere risolve la sfida. L’ingegnere architetto fa tutte e due. L’ingegnere ha disegnato l’autostrada veloce senza incroci, l’ingegnere architetto ha disegnato l’incrocio radente. È con l’incrocio radente che nasce il concetto di autostrada.
Il progetto per realizzare un autodromo nazionale fu assegnato ad Arturo Mercanti, allora direttore dell'Automobile Club di Milano, all'ingegner Alfredo Rosselli e all'ingegner Piero Puricelli, che strutturò il nascituro autodromo in un tracciato ad alta velocità e in uno stradale, collegati per poter essere utilizzati contemporaneamente. La lunghezza complessiva era di 10 km.
La costruzione dell'autodromo fu decisa nel gennaio del 1922dall'Automobile Club di Milano per commemorare il venticinquesimo anniversario dalla fondazione. I lavori iniziarono il 15 maggio e in soli 110 giorni fu completato. Il primo giro completo di pista fu percorso il 28 luglio da Pietro Bordino e Felice Nazzaro su una Fiat 570.
L'Autodromo nazionale è il terzo circuito permanente realizzato al mondo, preceduto solo dalla pista americana di Indianapolis e da quella inglese di Brooklands, oggi non più esistente. La scelta di Monza fu frutto di studi mirati a far cadere la scelta su una sede vicina a Milano, per limitare le spese di "trasferta" per le manutenzioni dell'Autodromo. Scartate le aree di Gallarate e della Gagnola (località periferica a Milano), gli amministratori dell'ACI scelsero il parco congiunto alla Villa Reale di Monza.
Il circuito sarà poi conosciuto come "il più veloce del mondo".
Già nel 1914 aveva fondato la Società Puricelli cave e strade che, durante la prima guerra mondiale, collaborò con il Genio militare in varie forniture al fronte. Tale società venne a legarsi con il gruppo neocostituito dell'IRI dal 1936, soprattutto in seguito a una smodata gestione da parte del fondatore negli anni precedenti e alle conseguenze della Crisi del 1929: l'azienda, grazie anche a tanti appalti importanti (da molte autostrade, alla costruzione di opere pubbliche anche nell'AOI, etc.) riesce a rimettersi a posto a livello finanziario e a partecipare attivamente alla modernizzazione del paese nelle infrastrutture stradali ed estrattive.
A sempre maggiori successi imprenditoriali corrisposero anche una concordia con il regime fascista e una serie di impegni anche politici e di direzione di varie società ed enti: nel 1925 prese la tessera del PNF, mentre nel 1929 fu nominato Senatore (si iscrisse al gruppo "Unione fascista" al Senato) e divenne vicepresidente della Banca Commerciale Italiana. Negli anni seguenti ottenne altri incarichi di varia natura.
Nel maggio 1942 egli suggerisce a Mussolini di proporre all'IRI la creazione di una società per creare una grande arteria autostradale da Bologna a tutto il Mezzogiorno, così da permettere la "fusione dell’Italia meridionale con l’Italia settentrionale" e incentivarne l'industrializzazione, in questo modo anticipando il programma dell'IRI degli anni '50.
Dopo la Seconda guerra mondiale, dopo essere stato prosciolto dall'accusa di collaborazionismo e di fiancheggiamento del regime, operò ancora nel settore immobiliare. Morì a Milano l’8 maggio 1951.[3]
^ Lando Bortolotti, Storia della politica edilizia in Italia: proprietà, imprese edili e lavori pubblici dal primo dopoguerra ad oggi (1919-1970), Roma, Editori riuniti, 1978, p. 119.
^Il sen. Puricelli nuovo Presidente dell'Unione delle Fiere, in L'industria: rivista tecnica ed economica illustrata, 1931, p. 429.