Pianta sempreverde
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In botanica si chiamano piante sempreverdi quelle piante che, contrariamente alle caducifoglie, non lasciano cadere le foglie durante la stagione avversa, che generalmente è l'inverno. Sono normalmente legnose, alberi e arbusti o cespugli. La caduta fogliare ed il conseguente rinnovo avvengono gradualmente, di norma durante la formazione delle gemme; le foglie possono persistere funzionali sulla pianta per più anni, per un numero diverso a seconda della specie, ma comunque con il tempo vengono rinnovate[1].
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
I sempreverdi sono comuni, spesso prevalenti, nei climi tropicali umidi oppure nei climi freddi, dove, per motivi opposti, la persistenza delle foglie non mette in pericolo la sopravvivenza della pianta; inoltre sono sempreverdi molte specie tipiche della macchia mediterranea[1].
Tra le conifere, l'unica aghifoglia a rimanere senza foglie durante l'inverno è il larice, che infatti per questo motivo è una caducifoglia.
Alcune specie hanno comportamenti diversi a seconda se vivono in ambienti caldi o freddi.
Molte specie latifoglie, ossia a lamina ampia (contrapposte ad aghifoglie), sono sempreverdi come l'ulivo (presente in gran parte dell'Italia), la sughera, il leccio, il mirto, l'alloro, il corbezzolo, il carrubo, il brugo, l'erica, ecc...
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b semprevérde in Vocabolario, su treccani.it. URL consultato il 10 maggio 2018.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Pianta sempreverde, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.