Phyteuma betonicifolium

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Raponzolo montano
Phyteuma betonicifolium
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Phyteuma
Specie P. betonicifolium
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Campanulales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Phyteuma
Specie P. betonicifolium
Nomenclatura binomiale
Phyteuma betonicifolium
Vill., 1787
Nomi comuni

Raponzolo con foglie di betonica

ll raponzolo montano (nome scientifico Phyteuma betonicifolium Vill., 1787) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Phyteuma), utilizzato per la prima volta da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa) medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, deriva dalla parola greca "phyto" (= pianta) e significa: "ciò che è piantato"[3], mentre L'epiteto specifico (betonicifolium) significa "con foglie di betonica" (Betonica o Stachys è un genere di piante della famiglia delle Lamiaceae).[4] Il nome scientifico di questa pianta è stato definito per la prima volta dal botanico francese Dominique Villars (1745-1814) nella pubblicazione "Histoire des Plantes de Dauphiné: contenant une Préface Storico, ONU Dictionnaire des Termes de Botanique, les Classi, les Familles, les Generi, e les Herborisations des Dintorni de Grenoble, de la Grande Chartreuse, de Briançon, de Gap & de Montelimar. Parigi - 2: 518, t. 12. 1787" del 1787.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

Queste piante arrivano al massimo ad una altezza di 25 – 70 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Gli scapi sono semplici e indivisi. Queste piante contengono lattice.[6][7][8][9]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta con superficie striata e spesso ingrossata. Diametro del fusto: 1,5 – 3 mm.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono sia basali che cauline. Quelle basali sono picciolate. La forma della lamina è strettamente lanceolata con apice acuto; i bordi sono dentellati o crenulati; la base è tronca (o raramente è cuoriforme). Le foglie inserite direttamente sotto l'infiorescenza sono di aspetto bratteale. La superficie delle foglie è pubescente. Lunghezza del picciolo: 7 – 12 mm. Dimensione della lamina: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 6 – 12 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze formata da diversi fiori sessili ha la forma di una spiga inizialmente ovoide, poi cilindrica allungata. Dimensione dell'infiorescenza: larghezza 1 cm; lunghezza 4 – 10 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi. Lunghezza del fiore: 20 – 100 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula
  • Calice: il calice è un tubo campanulato, saldato all'ovario, lungo 2 mm; i denti (da 4 a 5) hanno una forma lineare e sono lunghi 2 - 2,5 mm.
  • Corolla: la corolla con 4 o 5 lobi è lunga 10 mm ed è colorata di azzurro-violetto. La corolla prima dell'antesi è diritta (poi s'incurva verso l'alto).
  • Androceo: gli stami sono 5 con antere libere (ossia saldate solamente alla base) e filamenti sottili ma membranosi (pelosi) alla base. La deiscenza delle antere è longitudinale. Il polline è 4-porato e spinuloso (esina irta di punti).
  • Gineceo: lo stilo è unico con 2/3 stigmi. L'ovario è infero, 2-3-loculare con placentazione assile (centrale), formato da 3 carpelli (ovario sincarpico). Lo stilo, sporgente dalla corolla, possiede dei peli per raccogliere il polline. Le superfici stigmatiche sono posizionate sulla faccia superiore degli stigmi.
  • Fioritura: da giugno ad agosto (settembre).

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono delle capsule poricide 3-loculari; la deiscenza avviene tramite 2 - 3 pori situati nella parte laterale. I semi sono molto numerosi, minuti e lisci.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama con api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Alpico.
  • Distribuzione: in Italia si trova comunemente solamente al Nord nelle Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera e nei Länder sud-occidentali dell'Austria.[11]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i prati montani e subalpini, i pascoli e i cespuglieti; ma anche i margini erbacei, le lande e i popolamenti a lavanda, le pinete, i gineprai, le faggete e i carpineti. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1300 fino a 2200 m s.l.m. (raramente da 300 a 2630 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico Phyteuma betonicifolium appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza del Phyteuma betonicifolium (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) e comprende una trentina di specie 16 delle quali sono presenti sul territorio italiano.
Il Sistema Cronquist assegna il genere Phyteuma alla famiglia delle Campanulaceae e all'ordine delle Campanulales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Asterales (stessa famiglia). Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella all'inizio a destra).
Il numero cromosomico di Phyteuma betonicifolium è: 2n = 24.[12]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie sono riconosciute due sottospecie che si distinguono soprattutto dalle foglie:[2][6]

  • subsp. betonicifolium: la base della lamina delle foglie radicali è cuoriforme; le foglie cauline sono sessili e progressivamente più ridotte; questa sottospecie è presente ovunque in tutto l'areale.
  • subsp. scaposum (R. Schulz) Pign., 1977: la base della lamina delle foglie radicali è ottusa o acuta; le foglie cauline sono bruscamente ridotte e notevolmente più piccole di quelle basali; questa sottospecie è più rara.

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[13]

  • Phyteuma betonicifolium f. alpestre Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium f. glabrum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. lanceolatum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. pubescens A.DC.
  • Phyteuma betonicifolium f. pubescens (A.DC.) Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium f. rhaeticum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. sessilifolium A.DC.
  • Phyteuma betonicifolium f. vulgare Rich.Schulz
  • Phyteuma michelii subsp. betonicifolium (Vill.) Nyman
  • Phyteuma michelii var. sessilifolium (A.DC.) Rouy
  • Phyteuma michelii var. veronicifolium (Schrad. ex A.DC.) Nyman
  • Phyteuma spicatum var. betonicifolium (Vill.) Lapeyr.
  • Phyteuma veronicifolium Schrad. ex A.DC.

Sinonimi della sottospecie scaposum:

  • Phyteuma elegans Hegetschw.
  • Phyteuma michelii subsp. scaposum (Rich.Schulz) P.Fourn.
  • Phyteuma scaposum Rich.Schulz
  • Phyteuma scaposum f. cordifolium Rich.Schulz
  • Phyteuma scaposum f. glabrum Rich.Schulz

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti specie dello stesso genere, con distribuzione alpina, possono essere confuse con quella di questa voce (sono indicati alcuni caratteri utili a distinguere una specie dall'altra):

  • Phyteuma spicatum L. - Raponzolo spigato: la lamina delle foglie ha una forma ovato-cuoriforme con bordi appena dentati; la corolla è bianca, gialla o screziata di violetto; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma ovatum Honck. - Raponzolo ovato: la lamina delle foglie ha una forma ovato-cuoriforme con bordi profondamente seghettati; la corolla è violaceo-nerastra; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma persicifolium Hoppe - Raponzolo di Zahlbruckner: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare con base tronca; le foglie basali formano una rosetta; la superficie delle foglie è glabra; gli stigmi sono 2/3. Si trova nelle Alpi Orientali.
  • Phyteuma betonicifolium Vill. - Raponzolo con foglie di betonica: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare con base cuoriforme; le foglie basali formano una rosetta; la superficie delle foglie è pubescente; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma scorzonerifolium Vill. - Raponzolo a foglie di scorzonera: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare; le foglie basali non formano una rosetta; la superficie delle foglie è glabra; l'infiorescenza è una spiga cilindrica; gli stigmi sono 2. Si trova nelle Alpi Occidentali.
  • Phyteuma michelii All. - Raponzolo di Micheli: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare; le foglie basali non formano una rosetta; la superficie delle foglie è cigliata; l'infiorescenza è una spiga ovoide; gli stigmi sono 2. Si trova nelle Alpi Occidentali.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

Il raponzolo con foglie di betonica in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Betonienblättrige Rapunzel
  • (FR) Raiponce à feuilles de bétoine

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 302.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 70.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 settembre 2014.
  6. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 705.
  7. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 45.
  8. ^ a b Judd 2007, pag. 516.
  9. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 318.
  10. ^ Conti et al. 2005, pag. 142.
  11. ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 336.
  12. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 10 settembre 2014.
  13. ^ The Plant List - Checklist Database, su theplantlist.org. URL consultato il 9 settembre 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 10 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 705, ISBN 88-506-2449-2.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 45, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 336.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, pag. 318.

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