Philadelphia 76ers

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Philadelphia 76ers
Pallacanestro
«"Sixers", "Philly"»
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Terza divisa
Colori sociali Blu, rosso, bianco[1][2]
              
Dati societari
Città Filadelfia (PA)
Nazione Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Campionato NBA
Conference Eastern Conference
Division Atlantic Division
Fondazione 1939
Denominazione Syracuse Nationals (NBL)
1946-1949
Syracuse Nationals (NBA)
1949-1963
Philadelphia 76ers (NBA)
1963-presente
Proprietario Bandiera degli Stati Uniti Josh Harris
Bandiera degli Stati Uniti David Blitzer
Presidente Bandiera degli Stati Uniti Daryl Morey
General manager Bandiera degli Stati Uniti Elton Brand
Allenatore Bandiera degli Stati Uniti Nick Nurse
Impianto Wells Fargo Center
(20,478 posti)
Sito web www.nba.com/sixers
Palmarès
Trofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'Brien
Titoli NBA 3
Titoli di conference 9
Titoli di division 12
Stagione in corso

I Philadelphia 76ers, conosciuti anche come Sixers (abbreviazione di Seventysixers), sono una delle trenta squadre di pallacanestro che militano nel massimo campionato professionistico statunitense, la National Basketball Association.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Syracuse Nationals[modifica | modifica wikitesto]

Fondati nel 1939 come Syracuse Nationals con sede a Syracuse (New York),[3] iniziarono a giocare nella NBL nella stagione 1946-47 diventandone immediatamente il più importante team dell'est; per entrare nella lega il proprietario Danny Biasone pagò 5.000 dollari agli uffici della Lega a Chicago. Nel 1949, i Nationals e altre sei squadre della NBL furono assorbiti dalla BAA (Basketball Association of America) che assunse la nuova denominazione di NBA.[4] Guidati da Dolph Schayes diventarono una delle squadre più forti della lega e, dopo due finali perse, vinsero il loro primo titolo nella stagione 1954-55, battendo i Fort Wayne Pistons.

Il trasferimento a Filadelfia e la stagione del record[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni '60 iniziò a circolare l'idea di un trasferimento dei Nationals: Syracuse era l'ultima città di medie dimensioni ad ospitare una squadra NBA, ma era troppo piccola per garantire buoni profitti; infine, dopo l'acquisto del magnate della carta Irv Kosloff della squadra da Danny Biasone, il trasferimento diventò realtà.[4] I Nationals si spostarono a Filadelfia nel 1963, l'anno seguente alla partenza dei Warriors.[4] Il loro nome cambiò in "76ers", come omaggio al 1776, anno dell'indipendenza statunitense e alla loro nuova sede.[4] Come allenatore venne scelto Schayes, che guiderà la squadra per quattro anni diventando il primo giocatore-allenatore in NBA. Per i primi quattro anni i 76ers giocarono principalmente nel Convention Hall e nella Philadelphia Arena, con apparizioni occasionali nel The Palestra, arena della Università della Pennsylvania.

Nel 1965 acquisirono la leggenda Wilt Chamberlain, che così tornò a giocare nella sua città natale. Nella stagione 1966-67 i Sixers con Chamberlain e altri campioni come Hal Greer e Billy Cunningham vinsero 68 partite nella stagione regolare, record che rimase imbattuto fino al 1971-72, quando i Lakers ne vinsero 69. Soprattutto interruppero la dinastia dei Boston Celtics battendoli nella finale di Division in gara 5 per 140-116, mentre nella finale NBA trionfarono contro i Warriors.[4] Nella stagione 1967-68 i Sixers cominciarono a giocare allo Spectrum. Al termine di quel campionato cedettero Chamberlain ai Los Angeles Lakers e iniziò il declino della franchigia.

Il record negativo e l'arrivo di Doctor J[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 1972-73 i Sixers persero 73 incontri, con una striscia di 20 sconfitte consecutive, vincendo appena 9 gare, ancor oggi il minimo storico in una stagione di 82 partite. A risollevare le sorti della squadra fu l'acquisto nel 1976, dai Nets, dell'ala Julius Erving, soprannominato Doctor J o Dr J, uno dei giocatori più forti e spettacolari della storia dell'NBA.

Nella stagione 1976-77 Philadelphia tornò così a disputare una finale NBA venendo sconfitta dai Portland Trail Blazers di Bill Walton.

Allenati da Billy Cunningham raggiunsero nuovamente la finale nella stagione 1979-1980 in cui affrontarono i Los Angeles Lakers, perdendo per 4 a 2 non riuscendo ad arginare le straordinarie prestazioni di Magic Johnson che nella partita decisiva sostituì Kareem Abdul-Jabbar anche nel ruolo di pivot. Stesso identico risultato due anni dopo nella stagione 1981-82.

La situazione mutò nel campionato successivo con l'arrivo di Moses Malone. Potendo contare finalmente su un centro dominante i Sixers travolsero tutti gli avversari, ai playoff vinsero 12 partite su 13 e in finale ottennero la loro rivincita battendo i Lakers 4 a 0.

Gli anni di Charles Barkley[modifica | modifica wikitesto]

La marcia trionfale del 1983 fu il canto del cigno per Filadelfia. La stagione successiva fu caratterizzata da un netto calo di vittorie e da un'eliminazione al primo turno dei playoff. Al draft del 1984 i Sixers scelsero Charles Barkley, che diventerà l'assoluto protagonista delle stagioni successive della squadra. Malgrado il suo grande apporto di punti e rimbalzi però la squadra non riuscirà a ripetere le prestazioni precedenti, anche perché nel 1986 la proprietà decise di scambiare Moses Malone. Nella stagione 1987-88, la prima dopo il ritiro di Julius Erving, non riuscirono neppure a qualificarsi per i play off.

Negli anni successivi le cose non migliorarono di molto e i Sixers non riuscirono a competere con le squadre dominanti di quel periodo: i Detroit Pistons dei Bad Boys e i Bulls di Pippen e Jordan. Nel 1992 dopo aver fallito di nuovo l'accesso ai playoff Barkley fu trasferito ai Phoenix Suns in cambio di Jeff Hornacek, Andrew Lang e Tim Perry. L'operazione fece di Filadelfia una delle squadre più deboli della lega di quegli anni.

Allen Iverson

1996-2006: l'era Iverson[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996 Philadelphia si aggiudicò la 1°scelta del draft NBA, e scelse Allen Iverson dalla Georgetown University, che portò ai 76ers un'ondata di cambiamento. Questo però non bastò, visto che nella stagione 1996 la squadra si posizionò in fondo alla classifica. Per questo la dirigenza decise di assumere un nuovo Head Coach: Larry Brown, un allenatore amante della tradizione e celebre per la sua reputazione di aggiusta squadre. Già dai primi contatti, però, sorsero problemi con Iverson che si caratterizzava come l'opposto di Brown, una giovane stella hip-hop determinata a fare di testa sua. Nel corso della stagione successiva i Philadelphia sentirono il miglioramento portato da parte di Brown, ma lui non fu comunque contento; per questo cercò acquirenti per vendere Allen Iverson, non riuscendo però in questo intento, e Allen restò a Philadelphia. Dopo quanto accaduto, però, Iverson decise di ascoltare Brown.

Grazie al patto stretto tra Iverson e Brown la squadra cominciò a vincere, arrivando ai playoffs dopo tanto tempo: vengono eliminati subito dai Pacers di Reggie Miller, così anche la stagione successiva. Nel 2001 la squadra arriva in finale, trascinata dalla stella Iverson, MVP della stagione, sostenendo grandi sfide, e subendo diversi infortuni, ma ciò non intimidì i Philadelphia volenterosi di vincere il titolo, contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O'Neal e Kobe Bryant. Dopo una gara 1 in casa dei Lakers, piena di emozioni, dopo un estenuante tempo supplementare i 76ers vinsero, interrompendo la striscia vincente dei Lakers che erano imbattuti nei playoffs. La possibilità di vincere il titolo sfumerà, ma Iverson e Brown si coprirono di meriti ed elogi per l'eccellente lavoro svolto, rimanendo nelle memorie della città.

2006-2012: l'era Andre Iguodala[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 dicembre 2006 Iverson viene ceduto insieme a Ivan McFarlin ai Denver Nuggets in cambio del playmaker Andre Miller, dell'ala Joe Smith e di due scelte al primo turno al draft.

Andre Iguodala

L'11 gennaio il GM dei Sixers Billy King annuncia che l'ala veterana Chris Webber ha accettato una buonuscita ed ha rescisso il suo contratto con i Sixers. I Sixers hanno pagato 36 milioni di dollari a Webber per il restante anno e mezzo di contratto (7 in meno di quanto gli avrebbero dovuto pagare) facendolo diventare free agent. Poco dopo Webber si è accordato con i Detroit Pistons. I Sixers selezionano poi l'ala piccola di Georgia Tech Thaddeus Young con la 12ª scelta assoluta. In seguito ingaggiano dai Miami Heat l'ala grande Jason Smith (21ª scelta da Colorado State), la guardia/ala piccola Derrick Byars dai Portland Trail Blazers (42ª scelta da Vanderbilt) e l'ala grande Herbert Hill dagli Utah Jazz (da Providence). Il 4 dicembre 2007 i Sixers licenziano King sostituendolo con il GM dei New Jersey Nets Ed Stefanski. Dopo la partenza di Iverson la leadership della squadra viene data all'altro A.I., Andre Iguodala. Con Iguodala i Sixers conquistano un posto ai Playoffs grazie ad una vittoria sugli Atlanta Hawks il 4 aprile 2008; era la prima volta dal 2005 che i Sixers si qualificavano per la postseason, nonché la prima dall'addio di Iverson. Vengono tuttavia eliminati per 4-2 dai Detroit Pistons al primo turno. Nonostante l'eliminazione i tifosi considerano la stagione un successo, visto che agli inizi di febbraio i Sixers erano a 12 partite dal 50% e avrebbero concluso la stagione con un record di 40-42.

Il 9 luglio 2008 i Sixers piazzano un colpo di mercato ingaggiando Elton Brand (2 volte All-Star e Rookie of the Year nel 2000), facendogli firmare un contratto di 5 anni a 79,795 milioni di dollari. I Sixers sono stati in grado di ingaggiarlo dopo aver ceduto Rodney Carney e aver rinunciato a tutti i free agent con restrizioni. Brand aveva inizialmente scelto di rinnovare il suo contratto con i Los Angeles Clippers, ma poi scelse di firmare con i Sixers per l'offerta più alta (ritenendola il "Philly-max") e per le maggiori possibilità di vincere l'NBA giocando in Eastern Conference. Questa mossa è stata oggetto di polemiche quando emerse un patto segreto tra lui e Baron Davis per giocare insieme nei Clippers. In seguito la squadra ha firmato la guardia free agent Royal Ivey dai Milwaukee Bucks, Kareem Rush dagli Indiana Pacers e l'ex Sixer Theo Ratliff dopo l'infortunio di Jason Smith. Il 2 settembre 2008 viene ingaggiato Donyell Marshall dopo che questo aveva dichiarato di voler tornare a casa e terminare la carriera nella città dell'amore fraterno. Rush, Ivey, Ratliff e Marshall firmarono tutti contratti al minimo stipendio salariale di veterani, ma erano considerati perni di una squadra in crescita. Durante l'off-season i Sixers rifirmano anche due importanti free agent: Lou Williams e Andre Iguodala, facendogli firmare rispettivamente un contratto a 5 anni a 25 milioni di dollari e uno di 6 anni a 80 milioni di dollari. Tuttavia i Sixers non riescono a ripetere le prestazioni dell'anno precedente. I Sixers partono con un record di 9-14 prima di licenziare l'allenatore Maurice Cheeks il 13 dicembre. Viene nominato allenatore l'assistente GM Tony DiLeo e le prestazioni dei Sixers migliorano gradualmente. Finiscono la stagione con un record di 41-41 (32-27 sotto la guida di DiLeo).

La prima stagione di Brand con i Sixers si conclude in anticipo a causa di un infortunio alla spalla destra e del relativo intervento. Nonostante la perdita di Brand i Sixers si guadagnano un posto ai Playoffs grazie alla vittoria sui Detroit Pistons per 90-95 il 4 aprile 2009. Al primo turno incontrano gli Orlando Magic. Tre delle prime quattro partite hanno finali al cardiopalma. Young e Iguodala realizzano tiri vittoria allo scadere rispettivamente in gara 1 e 3 mentre il Magic Hedo Türkoğlu realizza il tiro vincente in gara-4. Proprio come l'anno precedente i Sixers guidano la serie per 2-1, ma i Orlando Magic vincono tre partite consecutive eliminando i Sixers dai play-off. Durante l'off-season 2009 i Sixers selezionano al Draft il playmaker Jrue Holiday da UCLA con la 17ª scelta. I Sixers cedono poi l'ala grande Reggie Evans ai Toronto Raptors in cambio dell'ala piccola specialista da tre punti Jason Kapono, vincitore del Three-point Shootout nel 2007 e nel 2008. Questa offseason segna anche il ritorno del logo utilizzato dal 1977 al 1997, insieme a un nuovo stadio e a nuove uniformi rispetto a quelle introdotte nel 1982-83.

Thaddeus Young

Inoltre, il 13 marzo 2009 i 76ers hanno giocato per l'ultima volta prima della demolizione al vecchio palazzetto: "The Spectrum". Per l'occasione si sono riuniti tutti i più importanti giocatori della storia dei 76ers come Julius Erving e Moses Malone. I 76ers hanno battuto i Chicago Bulls 104 a 101. Lo stadio verrà poi fatto implodere a capodanno 2010.

A seguito della sconfitta ai play-off DiLeo torna al suo ruolo di ufficio lasciando il ruolo di allenatore vacante. Il 1º giugno 2009 viene nominato nuovo allenatore Eddie Jordan, ex allenatore dei Washington Wizards. Il 13 dicembre 2009 viene annunciato l'ingaggio di Iverson, che firma un contratto non garantito di un anno a 1,3 milioni di dollari ripartiti proporzionalmente, facendogli così fare ritorno nella squadra che lo ha lanciato. Dopo essere partiti con un record di 5-13 i Sixers perdono per circa 30 partite Lou Williams a causa di un infortunio. Iverson fa il suo secondo debutto contro la squadra alla quale era stato ceduto, i Denver Nuggets, in uno stadio tutto esaurito segnando 11 punti, 6 assist e 5 rimbalzi. Tuttavia l'euforia per il ritorno di Iverson dura poco: il 22 febbraio il giocatore annuncia infatti di lasciare temporaneamente a causa della malattia della figlia; poche settimane dopo i Sixers annunciano che Iverson non rientrerà per il resto della stagione. I Sixers chiudono la stagione con un record di 27-55, chiudendo la prima stagione con più di 50 sconfitte dal 1998. Molti dissero che alla base di questa crisi ci fosse l'incapacità di molti giocatori di giocare all'interno dello schema offensivo Princeton di Jordan, con alcuni giocatori scontenti del sistema. Poche ore dopo l'ultima partita dei Sixers a Orlando il 14 aprile, la squadra licenzia Jordan dopo una sola stagione. È stato il quarto allenatore ad essere licenziato in una stagione o meno dopo l'addio di Larry Brown nel 2003.

Il 20 maggio 2010 viene nominato allenatore Doug Collins, in precedenza commentatore per la rete televisiva TNT. Collins aveva giocato con i Sixers per tutta la sua carriera dopo essere stato la prima scelta al draft 1973 e aveva già avuto esperienze da allenatore con i Chicago Bulls, i Detroit Pistons e i Washington Wizards. I Sixers avevano la sesta probabilità più alta di guadagnarsi la prima scelta al draft 2010 e riuscirono ad ottenere la seconda scelta assoluta battendo Golden State Warriors, Sacramento Kings, Minnesota Timberwolves e New Jersey Nets, che avevano tutti possibilità più alte. La usarono per scegliere Evan Turner da Ohio State. I Sixers partono con un pessimo record di 3-13, ma riescono poi a capovolgere la situazione portandosi sul 38-29 per concludere 41-41. Il 1º aprile 2011 conquistano un posto per i play-off per la terza volta negli ultimi quattro anni. I Sixers mostrano un ottimo gioco, ma vengono sconfitti per 4-1 dai Miami Heat al primo turno. Nonostante la sconfitta Collins è stato lodato per aver trasformato una squadra incognita alla sua prima stagione, oltre ad essere riuscito a vincere una partita ai play-off contro una squadra che si pensava avrebbe schiacciato i Sixers.

Il 13 luglio 2011 Comcast-Spectacor raggiunge un accordo per cedere i Sixers ad un gruppo di investitori guidato dal cofondatore di Apollo Global Management Joshua Harris. Il gruppo di Harris ha pagato più di 280 milioni di $ per l'acquisto della franchigia. La vendita non include alcuna quota a Flyers o Comcast Sportsnet. La squadra nel prossimo futuro continuerà a giocare le partite casalinghe al Wachovia Center. Il rapper Will Smith (nativo di Filadelfia) e sua moglie Jada Pinkett Smith sono alcuni famosi proprietari. Il gruppo ha deciso di riconfermare Doug Collins come allenatore e Rod Thorn come presidente mentre Stefanski, che era direttore generale della squadra dal 2007, viene sollevato dal suo incarico. Harris e il resto della proprietà hanno tenuto una conferenza stampa presso il The Palestra nell'ottobre 2011 per presentarsi ai giornalisti di Filadelfia. Adam Aron è stato nominato amministratore delegato della squadra. Aron ha annunciato una serie di iniziative a favore dei tifosi in occasione della conferenza stampa, tra le quali una revisione dei prezzi dei biglietti. Ha anche introdotto una nuova campagna di marketing. La squadra ha anche adottato un nuovo motto: Appassionato. Intenso. Orgoglioso. La nuova campagna di marketing sottolinea la storia della franchigia (la terza con più vittorie e con più apparizioni ai play-off nella storia dell'NBA). La stagione 2011-2012 viene ritardata a dicembre e i Sixers non giocano partite casalinghe fino al 6 gennaio 2012. L'apertura in casa segna l'introduzione di una migliore presentazione delle partite al Wachovia Center. I Sixers hanno la miglior partenza dal 2000-01 partendo con un record di 20-9, combattendo per la testa della Eastern Conference e piazzandosi in testa alla Atlantic Division. Per la prima volta dalla partenza di Iverson un Sixer viene scelto per partecipare all'All-Star Game con Iguodala che partecipa all'evento per la prima volta in carriera. È stato inoltre selezionato per rappresentare gli USA alle Olimpiadi del 2012. I Sixers avrebbero comunque concluso la stagione con un record di 15-22, con un record complessivo di 35-31. Il calo della squadra è da attribuirsi alla mancanza di un vero e proprio marcatore; i Sixers infatti escono prima dalle prime tre della Eastern Conference perdendo poi anche la testa della Atlantic Division. Riescono comunque a conquistare alla penultima partita della stagione la loro quarta apparizione ai play-off nelle ultime cinque stagioni. Philadelphia si classifica ottava per i play-off incontrando quindi i Chicago Bulls, che avevano chiuso la stagione in prima posizione ed erano dunque strafavoriti per la vittoria della serie. Nonostante la sconfitta in gara 1 durante questa partita Derrick Rose, leader dei Bulls, si infortuna gravemente dovendo quindi chiudere la stagione. I Sixers riescono a vincere la serie per 4-2 vincendo la loro prima serie dal 2003. Era inoltre la quinta volta nella storia dell'NBA che un'ottava classificata riusciva a battere una prima classificata. Incontrano poi al secondo turno i rivali Boston Celtics, vincitori dell'Atlantic Division negli ultimi 4 anni. I Sixers vengono eliminati dai Celtics, ma solo alla settima partita.

2012-2016: "The Process"[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della squadra utilizzato fino al 2015

Al draft 2012 i Sixers selezionano Moe Harkless e Arnett Moultrie (quest'ultimo acquisito dai Miami Heat). Il 4 luglio 2012 viene inoltre tagliato Brand, grande delusione durante tutta la sua permanenza a Filadelfia. Il 9 agosto prendono inoltre parte insieme a Los Angeles Lakers, Orlando Magic e Denver Nuggets alla mega-trade che ha portato Dwight Howard ai Lakers, cedendo Iguodala, Nikola Vučević e Moe Harkless e acquisendo il veterano Jason Richardson, ma soprattutto Andrew Bynum, All-Star considerato dopo Dwight Howard il centro più forte in attività. Bynum è tuttavia costretto a saltare le prime partite della stagione a causa di un infortunio al dito. La squadra inizia quindi la stagione con un roster profondamente rivoluzionato e con la speranza, grazie al nuovo acquisto Bynum, di poter finalmente lottare per le prime posizioni della Eastern Conference. Durante la stagione i Sixers sono però letteralmente falcidiati dagli infortuni; tra gli altri, sono stati assenti diverse settimane Jrue Holiday e Thaddeus Young e a fine stagione solo Evan Turner e Spencer Hawes riescono a disputare tutte le partite. Il 16 marzo, inoltre, dopo numerosi rinvii, viene annunciato che Bynum salterà tutta la stagione. Soprattutto a causa degli infortuni, i Sixers chiudono con un record di 34-48, appena fuori dalla zona play-off. Unica nota positiva è Jrue Holiday, che con le sue prestazioni si guadagna la convocazione per l'All-Star Game, imponendosi come il vero leader della squadra.

Michael Carter-Williams

A fine stagione l'allenatore Doug Collins annuncia le sue dimissioni, precisando però di rimanere nello staff della squadra come consulente; viene inoltre licenziato il presidente Tony DiLeo, che viene sostituito da Sam Hinkie (ex vice presidente degli Houston Rockets), mentre annuncia le sue dimissioni l'amministratore delegato Adam Aron (che rimane comunque uno dei proprietari della squadra), sostituito da Scott O'Neil. Bynum, invece, rimasto free agent, decide di firmare con i Cleveland Cavaliers, senza mai essere sceso in campo con la maglia dei Sixers. Al draft viene selezionato con l'11° scelta il playmaker Michael Carter-Williams, mentre Holiday viene ceduto ai New Orleans Pelicans in cambio di Nerlens Noel. Il progetto della nuova dirigenza è di ricostruire la squadra da capo, puntando a chiudere la stagione in arrivo all'ultimo posto, in modo da ottenere una delle prime scelte al draft 2014 (considerato dagli esperti potenzialmente uno dei migliori draft della storia), da affiancare a Carter-Williams (considerato però ancora troppo acerbo per guidare una squadra NBA) e Noel (considerato da molti la prima scelta virtuale al draft passato, ma che sarà costretto a saltare gran parte della stagione alle porte a causa della rottura del legamento crociato). Durante l'estate il roster viene completato esclusivamente con giocatori giovani free agent. La squadra si presenta senza veterani da affiancare al giovane Carter-Williams e con giocatori dal potenziale offensivo limitato. Secondo molti esperti i Sixers sono una delle peggiori squadre mai viste in NBA. Il 14 agosto 2013, a preparazione già iniziata, viene nominato nuovo allenatore Brett Brown, ex assistente allenatore dei San Antonio Spurs. Alla partita di debutto i Sixers sconfiggono clamorosamente i Miami Heat campioni in carica e nella settimana inaugurale Carter-Williams, viene nominato giocatore della settimana, diventando la seconda matricola nella storia dell'NBA dopo Shaquille O'Neal a vincere il premio di giocatore della settimana nella settimana inaugurale. Le vittorie successive contro Washington Wizards e Chicago Bulls catapultano la squadra ai vertici della Eastern Conference, facendo dei Sixers una delle più grandi sorprese della stagione. Successivamente, però, a causa anche di alcuni infortuni, diverse serie di sconfitte hanno gradualmente spinto i Sixers nei bassifondi della classifica. Per riprendere il progetto intrapreso a inizio stagione vengono allora rimessi sul mercato gli ultimi giocatori appetibili (a parte ovviamente Carter-Williams e Noel): Thaddeus Young, Evan Turner e Spencer Hawes. Il 20 febbraio 2014 Turner e Hawes vengono ceduti rispettivamente a Indiana Pacers e Cleveland Cavaliers in cambio di diverse scelte a draft futuri. Queste due cessioni indeboliscono ulteriormente la squadra, che inizia una lunga serie di sconfitte che arriverà a pareggiare la serie più lunga di sconfitte consecutive in NBA realizzata dai Cleveland Cavaliers. La squadra chiude la stagione con un record di 19-63, penultima in NBA. Nel draft 2014 i Sixers scelgono, con la terza scelta assoluta, il centro, paragonato al leggendario Hakeem Olajuwon, di origine camerunese Joel Embiid, insieme a Elfrid Payton, scelto con la decima assoluta, ma scambiato la sera stessa del draft con gli Orlando Magic per la dodicesima scelta Dario Šarić, che arriverà in squadra solo nella stagione 2014-2015. Nel secondo giro vengono scelti K.J. McDaniels (32ª scelta), Jerami Grant (39ª scelta), Vasilije Micić (52ª scelta). Nel Draft NBA 2015 grazie ad un record negativo di 18 vittorie e 64 sconfitte, riescono ad ottenere la terza scelta selezionando il centro, proveniente dai Duke Blue Devils, Jahlil Okafor. L'annata 2015-2016 vede i Philadelphia 76ers scrivere la storia dell'NBA, ottenendo il peggiore record della storia con 10 vittorie e 72 sconfitte.

2016-2022: la rinascita con Embiid e Simmons[modifica | modifica wikitesto]

Nel Draft NBA 2016, ottengono la prima scelta assoluta del draft, selezionando così l'ala australiana Ben Simmons. La stagione 2016-2017 inizia molto male per i Sixers causa dell'infortunio al quinto metatarso di Simmons. Nonostante ciò l'annata si conclude con un netto miglioramento di quelle precedente con un record di 28 vittorie e 54 sconfitte e con grandi prestazioni e speranze dei tifosi verso il centro Joel Embiid.

Nel Draft NBA 2017, i Philadelphia 76ers scambiano la loro terza scelta assoluta per la prima dei Boston Celtics, riuscendo così a scegliere il playmaker proveniente dall'Università di Washington Markelle Fultz.

La stagione 2017-2018 segna finalmente il punto di svolta della franchigia: i Sixers chiudono con un record di 52-30, terzi nella Eastern Conference, trascinati dalle prestazioni di Joel Embiid e Ben Simmons e nonostante l'infortunio del giovane Markelle Fultz. A stagione in corso, inoltre, ingaggiano il cestista italiano Marco Belinelli. Al primo turno di playoff affrontano i Miami Heat di Dwyane Wade (tornato in Florida dopo un inizio di stagione ai Cleveland Cavaliers) vincendo la serie per 4-1.

Il 10 novembre 2018 arriva via trade Jimmy Butler, andando a formare con Ben Simmons e Joel Embiid uno dei big three potenzialmente più forti della lega; il 6 febbraio 2019 arriva via trade anche Tobias Harris rendendo i Sixers una delle favorite al titolo.

2022-: L'abbandono di Butler e Simmons e l'esplosione di Tyrese Maxey[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'abbandono durante la free agency del 2019 di Jimmy Butler e la trade che ha portato Ben Simmons ai Nets in cambio di James Harden il 10 febbraio del 2022, i Sixers ripartono dal trio Harden/Embiid/Harris con il giovane Tyrese Maxey sempre più in crescita.

Nella stagione 2022-2023 Joel Embiid viene nominato MVP della lega, confermandosi come uno dei giocatori più dominanti dell'era moderna. Ma il 1° novembre del 2023, dopo diversi malumori, Harden viene ceduto ai Clippers, portando la franchigia della Pennsylvania a ripartire da Embiid e Maxey; quest'ultimo, a coronamento di una stagione in continua crescita, viene convocato all'All Star Game 2024.

Arene di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Squadra attuale[modifica | modifica wikitesto]

Roster Philadelphia 76ers
Giocatori Staff tecnico
Pos. Num. Naz. Nome Altezza Peso Data nascita Provenienza
C 21 Bandiera del Camerun Embiid, Joel Infortunato 213 cm 127 kg 16-03-1994 Kansas
AG 12 Bandiera degli Stati Uniti Harris, Tobias 203 cm 103 kg 15-07-1992 Tennessee
P/G 0 Bandiera degli Stati Uniti Maxey, Tyrese 188 cm 91 kg 04-10-2000 Kentucky
AG 44 Bandiera degli Stati Uniti Reed, Paul 206 cm 95 kg 26-06-1999 DePaul
P/G 8 Bandiera degli Stati Uniti Melton, DeAnthony 190 cm 86 kg 28-05-1998 Southern California
P 7 Bandiera degli Stati Uniti Lowry, Kyle 183 cm 89 kg 25-03-1986 Villanova
C 5 Bandiera degli Stati Uniti Bamba, Mohamed 213 cm 100 kg 12-05-1998 Texas
G/AP 9 Bandiera degli Stati Uniti Oubre, Kelly 201 cm 92 kg 12-09-1995 Kansas
G 23 Bandiera degli Stati Uniti Smith, Terquavion (TW) 193 cm 88 kg 31-12-2002 North Carolina State
G 16 Bandiera degli Stati Uniti Council, Ricky 198 cm 93 kg 03-08-2001 Arkansas
G/AP 40 Bandiera della Francia Batum, Nicolas 203 cm 104 kg 14-12-1988 Francia
P/G 22 Bandiera degli Stati Uniti Payne, Cameron 191 cm 83 kg 08-08-1994 Murray State
AP 33 Bandiera degli Stati Uniti Covington, Robert 201 cm 95 kg 14-12-1990 Tennessee State
P/G 11 Bandiera degli Stati Uniti Dowtin, Jeff (TW) 191 cm 80 kg 10-05-1997 Rhide Island
AP 1 Bandiera degli Stati Uniti Martin, Kenyon 201 cm 98 kg 06-01-2001 IMG Academy
G 17 Bandiera delle Bahamas Hield, Buddy 193 cm 100 kg 17-12-1992 Oklahoma
AG/C 88 Bandiera delle Bahamas Jones, Kai 208 cm 100 kg 19-01-2001 Texas
Allenatore
Assistente/i

Legenda
  • (C) Capitano
  • (FA) Free agent
  • (S) Sospeso
  • (TW) Contratto Two-way
  • (GL) Assegnato a squadra G League affiliata
  • Infortunato Infortunato

RosterTransazioni
Ultima transazione: 31 ottobre 2023

Record stagione per stagione[modifica | modifica wikitesto]

Campione NBA Campione di Conference Campione di Division
Stagione V P % Play-off Risultati
Syracuse Nationals (NBL)
1946-47 21 23 .467 Perdono il primo round Rochester 3, Syracuse 1
1947-48 24 36 .400 Perdono il primo round Anderson 3, Syracuse 0
1948-49 40 23 .635 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di division
Syracuse 2, Hammond 0
Anderson 3, Syracuse 1
Syracuse Nationals (NBA)
1949-50 51 13 .797 Vincono le semifinali di division
Vincono le finali di division
Perdono le finali NBA
Syracuse 2, Philadelphia 0
Syracuse 2, New York 1
Minneapolis 4, Syracuse 2
1950-51 32 34 .485 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 2, Philadelphia 0
New York 3, Syracuse 2
1951-52 40 26 .606 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 2, Philadelphia 1
New York 3, Syracuse 1
1952-53 47 24 .662 Perdono le semifinali di division Boston 2, Syracuse 0
1953-54 42 30 .583 Vincono le finali di division
Perdono le finali NBA
Syracuse 2, Boston 0
Minneapolis 4, Syracuse 3
1954-55 43 29 .597 Vincono le finali di division
Vincono le finali NBA
Syracuse 3, Boston 1
Syracuse 4, Fort Wayne 3
1955-56 35 37 .486 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 2, Boston 1
Philadelphia 3, Syracuse 2
1956-57 38 34 .528 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 2, Philadelphia 0
Boston 3, Syracuse 0
1957-58 41 31 .569 Perdono le semifinali di division Philadelphia 2, Syracuse 1
1958-59 35 37 .486 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 2, New York 0
Boston 4, Syracuse 3
1959-60 45 30 .600 Perdono le semifinali di division Philadelphia 2, Syracuse 1
1960-61 38 41 .481 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Syracuse 3, Philadelphia 0
Boston 4, Syracuse 1
1961-62 41 39 .513 Perdono le semifinali di division Philadelphia 3, Syracuse 2
1962-63 48 32 .600 Perdono le semifinali di division Cincinnati 3, Syracuse 2
Philadelphia 76ers
1963-64 34 46 .425 Perdono le semifinali di division Cincinnati 3, Philadelphia 2
1964-65 40 40 .500 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Philadelphia 3, Cincinnati 1
Boston 4, Philadelphia 3
1965-66 55 25 .688 Perdono le semifinali di division Boston 4, Philadelphia 1
1966-67 68 13 .840 Vincono le semifinali di division
Vincono le finali di division
Vincono le finali NBA
Philadelphia 3, Cincinnati 1
Philadelphia 4, Boston 1
Philadelphia 4, San Francisco 2
1967-68 62 20 .756 Vincono le semifinali di division
Perdono le finali di division
Philadelphia 4, New York 2
Boston 4, Philadelphia 3
1968-69 55 27 .671 Perdono le semifinali di division Boston 4, Philadelphia 1
1969-70 42 40 .512 Perdono le semifinali di division Milwaukee 4, Philadelphia 1
1970-71 47 35 .573 Perdono le semifinali di conference Baltimore 4, Philadelphia 2
1971-72 30 52 .366
1972-73 9 73 .110
1973-74 25 57 .305
1974-75 34 48 .415
1975-76 46 36 .561 Perdono il primo round Buffalo 2, Philadelphia 1
1976-77 50 32 .610 Vincono le semifinali di conference
Vincono le finali di conference
Perdono le finali NBA
Philadelphia 4, Boston 3
Philadelphia 4, Houston 2
Portland 4, Philadelphia 2
1977-78 55 27 .671 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
New York 4, Philadelphia 0
Washington 4, Philadelphia 2
1978-79 47 35 .573 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 2, New Jersey 0
San Antonio 4, Philadelphia 3
1979-80 59 23 .720 Vincono il primo round
Vincono le semifinali di conference
Vincono le finali di conference
Perdono le finali NBA
Philadelphia 2, Washington 0
Philadelphia 4, Atlanta 1
Philadelphia 4, Boston 1
LA Lakers 4, Philadelphia 2
1980-81 62 20 .756 Vincono il primo round
Vincono le semifinali di conference
Perdono le finali di conference
Philadelphia 2, Indiana 0
Philadelphia 4, Milwaukee 3
Boston 4, Philadelphia 3
1981-82 58 24 .707 Vincono il primo round
Vincono le semifinali di conference
Vincono le finali di conference
Perdono le finali NBA
Philadelphia 2, Atlanta 0
Philadelphia 4, Milwaukee 2
Philadelphia 4, Boston 3
LA Lakers 4, Philadelphia 2
1982-83 65 17 .793 Vincono le semifinali di conference
Vincono le finali di conference
Vincono le finali NBA
Philadelphia 4, New York 0
Philadelphia 4, Milwaukee 1
Philadelphia 4, LA Lakers 0
1983-84 52 30 .634 Perdono il primo round New Jersey 3, Philadelphia 2
1984-85 58 24 .707 Vincono il primo round
Vincono le semifinali di conference
Perdono le finali di conference
Philadelphia 3, Washington 1
Philadelphia 4, Milwaukee 0
Boston 4, Philadelphia 1
1985-86 54 28 .659 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 3, Washington 2
Milwaukee 4, Philadelphia 3
1986-87 45 37 .549 Perdono il primo round Milwaukee 3, Philadelphia 2
1987-88 36 46 .439
1988-89 46 36 .561 Perdono il primo round New York 3, Philadelphia 0
1989-90 53 29 .646 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 3, Cleveland 2
Chicago 4, Philadelphia 1
1990-91 44 38 .537 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 3, Milwaukee 0
Chicago 4, Philadelphia 1
1991-92 35 47 .427
1992-93 26 56 .317
1993-94 25 57 .305
1994-95 24 58 .293
1995-96 18 64 .220
1996-97 22 60 .268
1997-98 31 51 .378
1998-99 28 22 .560 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 3, Orlando 1
Indiana 4, Philadelphia 0
1999-2000 49 33 .598 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 3, Charlotte 1
Indiana 4, Philadelphia 2
2000-01 56 26 .683 Vincono il primo round
Vincono le semifinali di conference
Vincono le finali di conference
Perdono le finali NBA
Philadelphia 3, Indiana 1
Philadelphia 4, Toronto 3
Philadelphia 4, Milwaukee 3
LA Lakers 4, Philadelphia 1
2001-02 43 39 .524 Perdono il primo round Boston 3, Philadelphia 2
2002-03 48 34 .585 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 4, New Orleans 2
Detroit 4, Philadelphia 2
2003-04 33 49 .402
2004-05 43 39 .524 Perdono il primo round Detroit 4, Philadelphia 1
2005-06 38 44 .463
2006-07 35 47 .427
2007-08 40 42 .488 Perdono il primo round Detroit 4, Philadelphia 2
2008-09 41 41 .500 Perdono il primo round Orlando 4, Philadelphia 2
2009-10 27 55 .329
2010-11 41 41 .500 Perdono il primo round Miami 4, Philadelphia 1
2011-12 35 31 .530 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 4, Chicago 2
Boston 4, Philadelphia 3
2012-13 34 48 .415
2013-14 19 63 .232
2014-15 18 64 .220
2015-16 10 72 .122
2016-17 28 54 .341
2017-18 52 30 .634 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 4, Miami 1
Boston 4, Philadelphia 1
2018-19 51 31 .621 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di conference
Philadelphia 4, Brooklyn 1
Toronto 4, Philadelphia 3
2019-20 43 30 .589 Perdono il primo round Philadelphia 0, Boston 4
2020-21 49 23 .681 Vincono il primo round
Perdono le semifinali di Conference
Philadelphia 4, Washington 1
Philadelphia 3, Atlanta 4
Totale 2795 2663 .512
Playoff 217 205 .514 3 titoli NBA

Membri della Basketball Hall of Fame[modifica | modifica wikitesto]

Moses Malone
Membri Philadelphia 76ers nella Basketball Hall of Fame
Giocatori
Num. Nome Ruolo Stagione/i Introdotto
4
55
Dolph Schayes AG/C 1948–1964 1973
13 Wilt Chamberlain C 1965–1968 1979
15 Hal Greer P/AP 1958–1973 1982
15 Al Cervi AP/P 1948–1953 1985
32 Billy Cunningham AP/AG 1965–1972
1974–1976
1986
6 Julius Erving AP 1976–1987 1993
12 George Yardley AP/G 1959–1960 1996
16 Bailey Howell AP/G 1970–1971 1997
11 Bob McAdoo AG/C 1986 2000
2 Moses Malone C/AG 1982–1986
1993–1994
2001
32
34
Charles Barkley AG/G 1984–1992 2006
25 Chet Walker AP 1962–1969 2012
55 Dikembe Mutombo C 2001–2002 2015
3 Allen Iverson G/P 1996–2006
2009–2010
2016
30 George McGinnis AG 1975–1978 2017[5]
10 Maurice Cheeks P 1978–1989 2018
Allenatori
Nome Ruolo Stagione/i introdotto
Bennie Borgmann Allenatore 1946–1948 1961
Jack Ramsay Allenatore 1968–1972 1992
Alex Hannum Allenatore 1960–1963
1966–1968
1998
Larry Brown Allenatore 1997–2003 2002
Contributori
Nome Ruolo Stagione/i Introdotto
Danny Biasone 2000
Earl Lloyd 2003
Rod Thorn 2018

Numeri ritirati[modifica | modifica wikitesto]

L'ex annunciatore dei Sixers Dave Zinkoff
Numeri ritirati Philadelphia 76ers
Num. Giocatore Ruolo Stagioni Giorno ritiro
2 Moses Malone C 1982–1986 8 febbraio 2019
3 Allen Iverson P 1996–2006
2009–2010
1º marzo 2014
4 Dolph Schayes A/C 1948–1964 1 12 marzo 2016[6]
6 Julius Erving AP 1976–1987 18 aprile 1988
10 Maurice Cheeks P 1978–1989 2 6 febbraio 1995
13 Wilt Chamberlain C 1965–1968 3 18 marzo 1991
15 Hal Greer G/P 1963–1973 4 19 novembre 1976
24 Bobby Jones A 1978–1986 7 novembre 1986
32 Billy Cunningham A 1965–1972
1974–1976 5
17 dicembre 1976
34 Charles Barkley AG 1984–1992 30 marzo 2001
Dave Zinkoff Annunciatore 1963–1985 6 25 marzo 1986

Note:

  • 1 anche come giocatore-allenatore (1963–1966).
  • 2 anche come capo allenatore (2005–2008).
  • 3 anche come Philadelphia Warriors (1959–1962).
  • 4 1958–1963 a Syracuse.
  • 5 anche come capo allenatore (1977–1985).
  • 6 anche come Philadelphia Warriors, (1946–1962).
  • Il numero 2, appartenuto a Moses Malone, non è mai stato ufficialmente ritirato, ma non è comunque più utilizzabile da nessun giocatore della squadra.

Allenatori[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
PA Partite allenate
V Vittorie
S Sconfitte
V% Percentuale di vittorie
Ha trascorso l'intera sua carriera con i Nationals/76ers
Eletto nella Basketball Hall of Fame

Note: Statistiche aggiornate a fine stagione 2022-2023. La lista non include le stagioni NBL.

Num. Nome Stagione/i PA V S V% PA V S V% Successi Ref.
Stagione regolare Playoff
Syracuse Nationals
1 Al Cervi 1949–1956[7] 495 294 201 .594 60 34 26 .567 1 Titolo NBA (1955) [8][9]
2 Paul Seymour 1956–1960[10] 279 155 124 .556 20 9 11 .450 [11][12]
3 Alex Hannum 1960–1963 239 127 112 .531 18 8 10 .444 [13]
Philadelphia 76ers
4 Dolph Schayes 1963–1966[14] 240 129 111 .538 21 9 12 .429 1965–66 Allenatore dell'anno NBA[15] [16][17]
Alex Hannum 1966–1968 163 130 33 .798 28 18 10 .643 1 Titolo NBA (1967) [13]
5 Jack Ramsay 1968–1972 328 174 154 .530 17 5 12 .294 Uno dei top 10 coaches in NBA history[18] [19]
6 Roy Rubin 1972–1973 51 4 47 .078 [20]
7 Kevin Loughery 1973[10] 31 5 26 .161 [21][22]
8 Gene Shue 1973–1977 334 157 177 .470 22 11 11 .500 [23]
9 Billy Cunningham 1977–1985 650 454 196 .698 105 66 39 .629 1 Titolo NBA (1983) [24]
10 Matt Guokas 1985–1988 207 119 88 .575 17 8 9 .471 [25]
11 Jim Lynam 1988–1992 367 194 173 .529 21 8 13 .381 [26]
12 Doug Moe 1992–1993 56 19 37 .339 [27]
13 Fred Carter 1993–1994 108 32 76 .296 [28]
14 John Lucas 1994–1996 164 42 122 .256 [29]
15 Johnny Davis 1996–1997 82 22 60 .268 [30]
16 Larry Brown 1997–2003 460 255 205 .554 58 28 30 .483 2000–01 Allenatore dell'anno NBA[15] [31]
17 Randy Ayers 2003–2004 52 21 31 .404 [32]
18 Chris Ford 2004 30 12 18 .400 [33]
19 Jim O'Brien 2004–2005 82 43 39 .524 5 1 4 .200 [34]
20 Maurice Cheeks 2005–2008 246 113 133 .459 6 2 4 .333 [35]
21 Tony DiLeo 2008–2009 59 32 27 .542 6 2 4 .333 [36]
22 Eddie Jordan 2009–2010 82 27 55 .329 [37]
23 Doug Collins 2010–2013 230 110 120 .478 18 8 10 .444 [38]
24 Brett Brown 2013–2020 565 221 344 .391 26 12 14 .462 [39]
25 Doc Rivers 20202023 236 154 82 .653 35 20 15 .571
26 Nick Nurse 2023 0 0 0

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Palmarès Philadelphia 76ers
Titoli Anni
Titoli NBA 3 1955[40], 1967, 1983
Titoli di Conference 9 1950, 1954, 1955, 1967 1977, 1980, 1982, 1983, 2001
Titoli di Division 12 1949-1950, 1951-1952, 1954-1955, 1965-1966, 1966-1967, 1967-1968, 1976-1977, 1977-1978, 1982-1983, 1989-1990, 2000-2001, 2020-2021

Premi e riconoscimenti individuali[modifica | modifica wikitesto]

All-NBA First Team

All-NBA Second Team

All-NBA Third Team

NBA All-Defensive First Team

NBA All-Defensive Second Team

NBA All-Rookie First Team

NBA All-Rookie Second Team

Leader di franchigia[modifica | modifica wikitesto]

Maiuscolo giocatore ancora attivo ai 76ers.

Corsivo giocatore ancora attivo, non con i 76ers.

Punti segnati (regular season) aggiornato al 28 dicembre 2023[41]

Altre statistiche (regular season) aggiornate al 28 dicembre 2023[41]

Minuti giocati
Giocatore Minuti
Hal Greer 39.788
Allen Iverson 29.879
Dolph Schayes 29.800
Julius Erving 28.677
Maurice Cheeks 28.583
Red Kerr 26.014
Andre Iguodala 23.216
Charles Barkley 22.761
Billy Cunningham 22.406
Larry Costello 18.624
Rimbalzi presi
Giocatore Rimbalzi
Dolph Schayes 11.256
Red Kerr 9.506
Charles Barkley 7.079
Billy Cunningham 6.638
Wilt Chamberlain 6.632
Hal Greer 5.665
Julius Erving 5.601
Samuel Dalembert 4.844
Joel Embiid 4.695
Luke Jackson 4.613
Assist effettuati
Giocatore Assist
Maurice Cheeks 6.212
Hal Greer 4.540
Allen Iverson 4.385
Julius Erving 3.224
Dolph Schayes 3.072
Andre Iguodala 2.991
Eric Snow 2.965
Larry Costello 2.901
Billy Cunningham 2.625
Paul Seymour 2.335
Palle recuperate
Giocatore Recuperi
Maurice Cheeks 1.942
Allen Iverson 1.644
Julius Erving 1.508
Andre Iguodala 1.076
Charles Barkley 1.007
Steve Mix 851
Bobby Jones 727
Hersey Hawkins 722
Thaddeus Young 708
Eric Snow 702
Stoppate effettuate
Giocatore Stoppate
Julius Erving 1.293
Samuel Dalembert 1.131
Caldwell Jones 926
Theo Ratliff 757
Joel Embiid 703
Bobby Jones 694
Darryl Dawkins 635
Charles Barkley 606
Manute Bol 580
Clarence Weatherspoon 496
Tiri da 3 realizzati
Giocatore Triple
Allen Iverson 885
Robert Covington 724
Kyle Korver 661
Andre Iguodala 563
Tobias Harris 520
Joel Embiid 483
Hersey Hawkins 476
J.J. Redick 433
Tyrese Maxey 414
Furkan Korkmaz 396

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sixers Quick Facts–General Information (PDF) [collegamento interrotto], in 2017–18 Philadelphia 76ers Media Guide, NBA Media Ventures, LLC, 14 ottobre 2017. URL consultato il 31 gennaio 2018.
  2. ^ Philadelphia 76ers Reproduction and Usage Guideline Sheet (JPG), su mediacentral.nba.com, NBA Properties, Inc.. URL consultato il 31 gennaio 2018.
  3. ^ David Ramsey, The Nats, Pine Tree Publishers, 1995.
  4. ^ a b c d e (EN) On This Date | Philadelphia Finally Lands NBA Franchise, su nba.com. URL consultato il 21 luglio 2020.
  5. ^ (EN) McGrady, Self, Lobo headline 2017 HOF class, su espn.com. URL consultato il 27 luglio 2017.
  6. ^ (EN) Brian Seltzer, Sixers to Retire Dolph Schayes' Number "4", 11 gennaio 2016. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  7. ^ 1949–1953 da giocatore-allenatore
  8. ^ (EN) Al Servi Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  9. ^ (EN) Al Cervi Statistics, su basketball-reference.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  10. ^ a b Da giocatore-allenatore
  11. ^ (EN) Paul Seymour Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  12. ^ (EN) Paul Seymour Statistics, su basketball-reference.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  13. ^ a b (EN) Alex Hannum Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  14. ^ 1963–1964 da giocatore-allenatore
  15. ^ a b (EN) Coach of the Year, su nba.com. URL consultato il 19 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2010).
  16. ^ (EN) Dolph Schayes Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  17. ^ (EN) Dolph Schayes Statistics, su basketball-reference.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  18. ^ (EN) Top 10 Coaches in NBA History, su nba.com. URL consultato il 19 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
  19. ^ (EN) Jack Ramsay Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  20. ^ (EN) Roy Rubin Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  21. ^ Kevin Loughery Coaching Record, in basketball-reference.com, Sports Reference LLC. URL consultato il 28 maggio 2008.
  22. ^ (EN) Kevin Loughery Statistics, su basketball-reference.com. URL consultato il 25 maggio 2010.
  23. ^ (EN) Gene Shue Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  24. ^ (EN) Billy Cunningham Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  25. ^ (EN) Matt Guokas Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  26. ^ (EN) Jim Lynam Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  27. ^ (EN) Doug Moe Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  28. ^ (EN) Fred Carter Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  29. ^ (EN) John Lucas Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  30. ^ (EN) Johnny Davis Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  31. ^ (EN) Larry Brown Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  32. ^ (EN) Randy Ayers Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  33. ^ (EN) Chris Ford Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  34. ^ (EN) Jim O'Brien Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  35. ^ (EN) Maurice Cheeks Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 28 maggio 2008.
  36. ^ (EN) Tony DiLeo Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 30 aprile 2009.
  37. ^ (EN) Eddie Jordan Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 15 aprile 2010.
  38. ^ (EN) Doug Collins Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 18 dicembre 2012.
  39. ^ (EN) Brett Brown Coaching Record, su basketball-reference.com. URL consultato il 17 aprile 2014.
  40. ^ Vinto quando la squadra si chiamava ancora Syracuse Nationals
  41. ^ a b (EN) Philadelphia 76ers: Players, su basketball-reference.com, 10 febbraio 2022. URL consultato il 10 febbraio 2022.

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