Perdutoamor

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Perdutoamor
Manlio Sgalambro in una scena del film
Lingua originaleitaliano, siciliano
Paese di produzioneItalia
Anno2003
Durata100 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico
RegiaFranco Battiato
SoggettoFranco Battiato
SceneggiaturaFranco Battiato e Manlio Sgalambro
ProduttoreFrancesco Cattini
Produttore esecutivoTore Sansonetti
Casa di produzioneL'Ottava, Sidecar
Distribuzione in italianoWarner Bros. Italia
FotografiaMarco Pontecorvo
MontaggioIsabelle Proust
MusicheAA.VV.
ScenografiaFrancesco Frigeri
CostumiGabriella Pescucci, Flora Brancatella, Sartoria Tirelli
TruccoFranco Corridoni
Interpreti e personaggi

Perdutoamor è un film del 2003 diretto da Franco Battiato, qui al suo esordio alla regia di un lungometraggio.

Questo film è riconosciuto come d'interesse culturale nazionale dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo italiano, in base alla delibera ministeriale del 3 luglio 2002.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La storia si svolge in tre "tempi narrativi" che ruotano intorno al protagonista, Ettore Corvaja seguendone prima la formazione dall'adolescenza in una Sicilia e una famiglia sospese tra la realtà e l'immaginario (che avviene lungo l'arco del 1955, dalla fine del V Festival della canzone italiana fino all'autunno dello stesso anno), a cura di un colto aristocratico del paese che gli fece da guida. Nella seconda parte il protagonista cresciuto si trova studente nel pieno boom economico degli anni sessanta. Nell'ultima parte si è trasferito a Milano, città frenetica e piena di fermenti. Qui Ettore, aspirante scrittore, entra con sospetto nel mondo della musica. Ma conosce anche un mondo altro grazie ad un gruppo esoterico che frequenta, apprezzando la scoperta del sé.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

«Partiti da un soggetto assolutamente pretestuoso, con Manlio Sgalambro, abbiamo scritto una sceneggiatura per un film-balletto. Il protagonista, un “cavaliere inesistente”, condivide con gli altri caratteri (stereotipi di comodo) l'incontro con lo “straordinario”… Così la lezione di cucito, di tantra, l'esoterismo, la filosofia. Il mio intento era quello di comporre e plausibilizzare questi sprazzi di veglia. La macchina da presa è il vero protagonista.[3]»

Il film prende il titolo dalla canzone degli anni sessanta Perduto amore del cantautore italo-belga Salvatore Adamo, reincisa poi anche da Battiato nel suo album del 2002 Fleurs 3.

Tra le partecipazioni, il film vede il cantautore Francesco De Gregori impegnato come attore in una scena nel ruolo di un critico musicale.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito nelle sale italiane il 16 maggio 2003.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Perdutoamor ha ricevuto un ottimo consenso di critica: ha ottenuto ben 6 candidature ai Nastri d'argento 2004 e alcuni premi minori. Il regista Franco Battiato si è aggiudicato il Nastro d'argento al miglior regista esordiente.

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alla regia e alla sceneggiatura del film, Franco Battiato ne ha curato anche la colonna sonora «originale e affascinante»,[4] creando attraverso un «raffinatissimo gioco di selezione e combinazione [...] un suggestivo arazzo melodico reso particolare dagli inconsueti abbinamenti»[4] tra brani degli anni sessanta-settanta e pezzi del repertorio classico.

Così è riportata nei titoli di coda del film:

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Indicata nei titoli di coda come partecipazione straordinaria
  2. ^ Indicata nei titoli di coda come amichevole partecipazione
  3. ^ Note di copertina di Perdutoamor, Franco Battiato, L'Ottava Warner Bros. Italia, DVS Z8 95539, DVD, Italia, 2003.
  4. ^ a b Daniela Zacconi, Amori perduti e sogni realizzati, in FilmTv.

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