Pensiero sistemico

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I precursori[modifica | modifica wikitesto]

Il pensiero sistemico trae le sue origini dalla filosofia greca, in particolare da Aristotele e dai primi pitagorici, i quali concentravano le proprie riflessioni sulla forma e sostanza delle cose. Queste riflessioni furono poi riprese nei primi anni del '900 da alcuni studiosi che iniziarono ad elaborare alcune teorie sulla dicotomia struttura-sistema degli esseri viventi.

Il XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

La prima opera incentrata sul pensiero sistemico fu la Tectologìa[1][2] elaborata da Aleksandr Bogdanov, la quale rappresentava il primo tentativo di dar vita ad una scienza delle strutture, basata sulla formulazione di principi di organizzazione, che consentivano di comprendere le strutture dei sistemi viventi e non viventi. Bogdanov individuò, quindi, tre tipologie diverse dei sistemi: sistemi organizzati, sistemi disorganizzati e sistemi neutri. Nella teoria di Bogdanov i due processi di organizzazione fondamentali sono la formazione e la regolazione.

Contemporaneamente a Bogdanov un altro studioso, il mineralogista Vladimir Vernadskij, studiava i sistemi viventi e il loro rapporto con il mondo fisico circostante. In particolare, prese come oggetto del proprio studio la biosfera, intesa come sistema vivente, caratterizzata dalla forte interconnessione tra tutti gli esseri viventi che la popolano e che, attraverso processi di scambio, ne alimentano la vita. Inoltre, Vernadskij sostiene che un qualsiasi sistema vivente può essere sempre e comunque considerato un sub-sistema di un sistema più esteso.

Solo tra gli anni quaranta e cinquanta del ventesimo secolo fu elaborata da Ludwig von Bertalanffy la teoria generale dei sistemi, che doveva essere considerata come base comune per tutte le discipline scientifiche. I concetti fondamentali di tale teoria sono l'apertura e la chiusura dei sistemi viventi, l'omeostasi, l'autoregolazione e l'equi-finalità.

Contribuirono alla teoria generale dei sistemi due studiosi cileni, Humberto Maturana e Francisco Varela, i quali introdussero l'innovativo concetto di autopoiesi nello studio dei sistemi, utilizzabile anche come discrimine tra esseri viventi e non viventi.

Una mappa degli sviluppi del pensiero sistemico

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ dal greco τέκτων, tektōn e λόγος, lógos, può essere intesa come studio delle costruzioni.
  2. ^ John Mikes, T E C T O L O G Y the natural philosophy of organization in/into complexities, su web.archive.org, https://web.archive.org/web/20090531221355/http://www.ceptualinstitute.com/genre/jmikes.htm, 31 maggio 2009. URL consultato il 2 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2009).

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