Penelopides samarensis

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Bucero di Samar
Immagine di Penelopides samarensis mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Bucerotiformes
Famiglia Bucerotidae
Genere Penelopides
Specie P. samarensis
Nomenclatura binomiale
Penelopides samarensis
Steere, 1890

Il bucero di Samar (Penelopides samarensis Steere, 1890) è un uccello della famiglia dei Bucerotidi. Il suo areale è limitato ad alcune isole delle Filippine e, come tutti i buceri, nidifica nelle cavità degli alberi: la femmina, all'interno della cavità, mura l'ingresso della camera di cova ad eccezione di una stretta fessura, attraverso la quale il maschio rifornisce di cibo lei e i nidiacei.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il bucero di Samar è uno dei buceri più piccoli: il suo corpo misura 45 centimetri di lunghezza. La coda del maschio misura in media 19,9 centimetri, la coda della femmina è leggermente più corta, misurando 17,9 centimetri. Il becco del maschio misura in media 10,1 centimetri, quello della femmina è leggermente più corto, 8,1 centimetri in media. I due sessi differiscono anche per quanto riguarda il peso. I maschi pesano in media 509 grammi, le femmine 422 grammi[1]. Il dimorfismo sessuale è così pronunciato che i due sessi possono essere facilmente distinti anche sul campo.

I maschi hanno petto, collo e testa di colore bianco-giallastro; il resto del corpo è nero. Le copritrici caudali superiori, tuttavia, sono di colore bruno-rossastro pallido. Quest'ultima è una caratteristica propria del bucero di Mindanao, e, per tale motivo, il bucero di Samar è stato per lungo tempo considerato una sua sottospecie. Nelle femmine, invece, anche collo, petto e testa sono neri; le zone prive di piume sulla faccia sono di colore blu pallido. Nel maschio, invece, le zone prive di piume intorno agli occhi sono beige, mentre la pelle nuda della gola è nera. Mentre il maschio ha zampe e piedi marrone scuro, la femmina li ha neri.

Il bucero di Samar è l'unica specie di bucero presente nel suo areale.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le abitudini del bucero di Samar sono state esaminate solo superficialmente. Vive da solo o in coppia, ma occasionalmente, sugli alberi da frutto, può essere avvistato anche in piccoli gruppi fino a 12 individui. Si ritiene che sia onnivoro come la stragrande maggioranza dei buceri. I fichi svolgono un ruolo importante nella dieta, ma probabilmente si nutre anche di artropodi e di piccoli vertebrati.

Due femmine prossime alla nidificazione sono state osservate in aprile e maggio. Un esemplare in cattività depose una covata di tre uova. Sempre in cattività, entrambi i partner sono stati visti collaborare alla muratura dell'ingresso alla camera di nidificazione. La femmina lascia il nido prima dei giovani. Questo comportamento è stato osservato in molte specie di bucero.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il bucero di Samar è presente sull'isola filippina di Samar e sulle più piccole Leyte e Bohol[1]. La topografia di Samar è caratterizzata da un terreno di basse colline che al centro si innalza fino a 800 metri sul livello del mare. Il fiume più grande di Samar è il Catubig, che nasce nella zona centro-settentrionale dell'isola e sfocia nel mar delle Filippine. Nel sud-est dell'isola c'è una catena montuosa caratterizzata da fenomeni carsici; qui si trova il parco nazionale di Sohoton, che fa parte del più esteso parco naturale di Samar. Su tutte e tre le isole dove è presente il bucero, la principale minaccia alla sua sopravvivenza è la crescente deforestazione. Alla fine del XX secolo, le foreste coprivano ormai soltanto il 30% di Samar, il 20% di Leyte e il 10% di Bohol.

Il bucero di Samar è una specie forestale. Vive nelle foreste primarie ed è particolarmente comune nelle radure e lungo i bordi delle foreste. In casi eccezionali, si può incontrare anche su alberi da frutto isolati se non sono troppo lontani dalla foresta[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Kemp, 1995, p. 206.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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