Patrimoni dell'umanità dello Zimbabwe

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

I patrimoni dell'umanità dello Zimbabwe sono i siti dichiarati dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità in Zimbabwe, che è divenuto parte contraente della Convenzione sul patrimonio dell'umanità il 16 agosto 1982[1].

Al 2022 i siti iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità sono cinque, mentre due sono le candidature per nuove iscrizioni[1]. Il primo sito iscritto nella lista è stato nel 1984 il complesso del Parco nazionale di Mana Pools e delle aree safari di Sapi e Chewore, durante l'ottava sessione del comitato del patrimonio mondiale. Due anni dopo, nella decima sessione, il Monumento nazionale di Grande Zimbabwe e il Monumento nazionale delle rovine di Khami sono divenuti rispettivamente il secondo e il terzo sito zimbaweano riconosciuti dall'UNESCO. Il quarto patrimonio è stato Mosi-oa-Tunya/Cascate Vittoria, aggiunto nel 1989. Il quinto e più recente patrimonio è costituito dalle Matobo Hills, incluse nella lista nel 2003 dalla ventisettesima sessione del comitato. Tre siti sono considerati culturali, secondo i criteri di selezione, due naturali; uno è parte di un sito transnazionale.

Siti del Patrimonio mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Parco nazionale di Mana Pools, aree safari di Sapi e Chewore Distretto di Karoi Naturale
(302; vii, ix, x)
1984 Sulle rive dello Zambesi, grandi falesie sovrastano il fiume e le pianure alluvionali. L'area ospita una notevole concentrazione di animali selvatici, tra cui elefanti, bufali, leopardi e ghepardi. Nella zona si trova anche un'importante concentrazione di coccodrilli del Nilo[2].
Monumento nazionale di Grande Zimbabwe Masvingo Culturale
(364; i, iii, vi)
1986 Le rovine di Grande Zimbabwe – la capitale della regina di Saba, secondo un'antica leggenda – sono una testimonianza unica della civiltà bantu degli Shona tra l'XI e il XV secolo. La città, che copre un'area di quasi 80 ettari, era un importante centro commerciale ed era rinomata fin dal Medioevo[3].
Monumento nazionale delle rovine di Khami Bulawayo Culturale
(365; iii, iv)
1986 Khami, che si sviluppò dopo l'abbandono della capitale del Grande Zimbabwe a metà del XVI secolo, è un sito di grande interesse archeologico. La scoperta di oggetti provenienti dall'Europa e dalla Cina dimostra che Khami è stato un importante centro commerciale per un lungo periodo di tempo[4].
Mosi-oa-Tunya/Cascate Vittoria Victoria Falls
(condiviso con lo Bandiera dello Zambia Zambia)
Naturale
(509; vii, viii)
1989 Queste sono tra le cascate più spettacolari del mondo. Il fiume Zambesi, che in questo punto è largo più di 2 km, precipita rumorosamente in una serie di gole di basalto e solleva una nebbia iridescente che può essere vista a più di 20 km di distanza[5].
Matobo Hills Distretto di Matobo Culturale
(306; iii, v, iv)
2003 L'area mostra una profusione di iconici rilievi rocciosi che si innalzano sopra lo scudo di granito che copre gran parte dello Zimbabwe. I grandi massi forniscono abbondanti rifugi naturali e sono stati associati all'occupazione umana dalla prima età della pietra fino ai primi tempi storici, e da allora in modo intermittente. Presentano anche un'eccezionale collezione di pitture rupestri. Le colline di Matobo continuano a costituire un fulcro essenziale per la comunità locale, che utilizza ancora santuari e luoghi sacri strettamente legati alle attività tradizionali, sociali ed economiche[6].

Siti candidati[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Monumento nazionale di Ziwa Distretto di Nyanga Culturale
(903; iii, iv, v)
26/06/1997 Il monumento nazionale di Ziwa testimonia l'occupazione umana dai periodi dei cacciatori-raccoglitori dell'età della pietra ai tempi storici. I suoi 3 337 ettari di terreno comprendono depositi dell'età della pietra, siti di arte rupestre, primi insediamenti di comunità agricole, un paesaggio di successive comunità agricole caratterizzato da terrazzamenti e sistemi di campi, fortificazioni collinari, strutture a fossa e recinti in pietra, fornaci per la fusione e la forgiatura del ferro e numerosi resti di strutture abitative intonacate[7].
Complesso di zimbabwe di Naletale Distretto di Insiza Culturale
(6364; ii, iii, iv)
27/11/2018 Il complesso di zimbabwe di Naletale è costituito da una rete di siti con muri a secco che formavano un agglomerato ancora oggi distinguibile a una distanza di circa 20 km l'uno dall'altro. Un filo conduttore tra i vari zimbabwe (insediamenti di edifici in pietra) all'interno di questo cluster è l'ubiquità delle decorazioni murali. Nel caso di Naletale sono sei i motivi che venivano utilizzati per decorare le pareti delle sue strutture in pietra a secco. Naletale è l'unico zimbabwe conosciuto con un numero così elevato di motivi decorativi nella tradizione dei muretti a secco dell'Africa meridionale[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (ENFR) Zimbabwe, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  2. ^ (ENFR) Mana Pools National Park, Sapi and Chewore Safari Areas, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  3. ^ (ENFR) Great Zimbabwe National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  4. ^ (ENFR) Khami Ruins National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  5. ^ (ENFR) Mosi-oa-Tunya / Victoria Falls, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  6. ^ (ENFR) Matobo Hills, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  7. ^ (ENFR) Ziwa National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  8. ^ (ENFR) Naletale Cluster of Dzimbabwes, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Patrimoni dell'umanità: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di patrimoni dell'umanità