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Partito Riformista di Alternativa Democratica

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Partito Riformista di Alternativa Democratica (ADR)
(LB) Alternativ Demokratesch Reformpartei
(FR) Parti Réformiste d'Alternative Démocratique
(DE) Alternative Demokratische Reformpartei
LeaderFred Keup
StatoLussemburgo (bandiera) Lussemburgo
SedeLussemburgo
Fondazione12 maggio 1987
IdeologiaConservatorismo nazionale,[1]
Conservatorismo sociale
Euroscetticismo
CollocazioneDestra/Estrema destra
Partito europeoPartito dei Conservatori e dei Riformisti Europei
Gruppo parl. europeoCRE
Seggi Camera
5 / 60
(2023)
Seggi Europarlamento
1 / 6
(2024)
Organizzazione giovanileADRenalin, déi jonk ADR
ColoriRosso, bianco, blu
Sito webwww.adr.lu/

Il Partito Riformista di Alternativa Democratica (in lussemburghese Alternativ Demokratesch Reformpartei, in francese Parti Réformiste d'Alternative Démocratique, in tedesco Alternative Demokratische Reformpartei) è un partito politico attivo in Lussemburgo dal 1987.

ADR si qualifica come un partito di destra nazional-conservatore. Nel 2020 il ministro degli affari esteri lussemburghese, il socialista Jean Asselborn, negò che ADR fosse un partito di "estrema destra".[2]

Alla sua fondazione, il partito si focalizzava sull'equiparazione tra pensioni private e pubbliche, e si proponeva quindi come un partito di tutela dei diritti dei pensionati.[3][4] Dal 1998 ADR ha poi diversificato il proprio programma politico, diventato un partito a più ampio raggio.[4]

ADR esprime valori social-conservatori, opponendosi a eutanasia e suicidio assistito.[5]

Il partito è difensore dell'uso della lingua lussembughese.[6] Si tratta dell'unico partito che attualmente preme per l'uso del lussemburghese nelle leggi nazionali (assieme al francese e al tedesco) e propugna il suo riconoscimento tra le lingue ufficiali dell'Unione europea.[7][8][9]

ADR è contrario al cumulo di cittadinanze.[10]

il partito è moderatamente euroscettico,[11] una posizione che condivide con la Sinistra lussemburghese[12] in un Paese fondamentalmente europeista; è il partito più sovranista del Lussemburgo.[13]

  1. ^ (EN) Wolfram Nordsieck, Luxembourg, in Parties and Elections, 2010. URL consultato il 27 novembre 2013.
  2. ^ "Nos portes ont toujours été ouvertes", su gouvernement.lu, 3 marzo 2020.
  3. ^ Immergut et al (2007), p. 36
  4. ^ a b Immergut et al (2007), p. 838
  5. ^ Dumont et al (2006), p. 77
  6. ^ François Moyse, Brasseur, Pierre e Scuto, Denis, Luxembourg, in Rainer Bauböck, Eva Ersbøll, Kees Groenendijk e Harald Waldrauch (a cura di), Acquisition and Loss of Nationality: Policies and Trends in 15 European States – Volume 2: Country Analysis, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2004, p. 380, ISBN 978-90-5356-921-4.
  7. ^ Lëtzebuerger Sprooch stäerken: ADR: Wichteg Gesetzer och op Lëtzebuergesch, su rtl.lu.
  8. ^ Letzebuergesch dei sprooch fir eist land, su adr.lu. URL consultato il 9 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2021).
  9. ^ De l'usage de la langue luxembourgeoise dans le contexte européen : Une question parlementaire de Fernand Kartheiser - Europaforum Luxembourg - Septembre 2010, su europaforum.public.lu.
  10. ^ Rainer Bauböck e Ersboll, Eva, Acquisition and Loss of Nationality: Policies and Trends in 15 European States, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2006, p. 237, ISBN 978-90-5356-920-7.
  11. ^ Dumont et al (2006), p. 220
  12. ^ Dumont et al (2006), p. 95
  13. ^ Maier et al (2004), p. 144

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