Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero

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Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero
Tipo di areaParco regionale
Codice WDPA5939
Codice EUAPEUAP1056
Class. internaz.SIC (IT1140016) - ZPS
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Piemonte
Province  Verbano-Cusio-Ossola
ComuniBaceno, Crodo, Trasquera, Varzo
Superficie a terra8.539 ha
Provvedimenti istitutiviLR 32 14/03/1995
GestoreEnte di Gestione delle Aree Protette dell'Ossola
PresidentePaolo Crosa Lenz
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale
Coordinate: 46°16′13.8″N 8°08′34.3″E / 46.2705°N 8.14286°E46.2705; 8.14286

Il parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero[1] è un'area naturale protetta situata in Piemonte, nella parte più settentrionale della Val d'Ossola, provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

Fu istituito nel 1995 e comprende due ampie conche alpine, l'alpe Veglia situata alla testata della Val Cairasca, una valle laterale della Val Divedro e l'alpe Devero situata alla testata della Valle di Devero, una laterale della Valle Antigorio che si diparte poco dopo Baceno.

A sud del territorio del parco è stata istituita nel 1990 l'area contigua dell'Alpe Devero con una superficie di 2197 ettari e che comprende la piana di Devero, la piana di Crampiolo e la valle di Bondolero.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le conche sono interessanti sia da un punto di vista mineralogico che geologico. Testimoniano i processi geologici di lungo corso: l'origine glaciale delle conche è testimoniata dalla persistenza di alcuni residui di antichissimi ghiacciai, come il Ghiacciaio del Leone e il Ghiacciaio d'Aurona dall'alpe Veglia o il Ghiacciaio della Rossa dalla parte dell'alpe Devero[2]. Dal punto di vista mineralogico sono presenti minerali interessanti come l'asbecasite, la cafarsite e la cervandonite[2].

Il Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, nelle persone del dottor I. De Negri, direttore dell'Ente parco, e di Bionda Radames, guardiaparco, nel 1993 testimoniava che «dal punto di vista geologico in quest'area ha trovato conferma, dopo la realizzazione del traforo del Sempione, la teoria interpretativa della struttura delle Alpi secondo un modello a falde sovrapposte che, a seguito di spinte compressive, sono emerse a formare l'edificio alpino. Queste falde, per il contrasto cromatico dei diversi tipi litologici, sono ben riconoscibili sulle pareti delle montagne che contornano l'area»[2].

Provvedimenti istitutivi[modifica | modifica wikitesto]

La sede del Parco a Varzo

È stato istituito con la L.R. n. 32 del 14 marzo 1995 accorpando il Parco naturale dell'Alpe Veglia e il Parco naturale dell'Alpe Dévero che erano già presenti nelle due Alpi.

Parco naturale dell'Alpe Veglia[modifica | modifica wikitesto]

Il parco naturale dell'Alpe Veglia è stato il primo parco naturale regionale, istituito nel 1978 (L.R. 14/78) ed era localizzato sul versante italiano dell'Alpe Veglia, a 1750 m s.l.m.: prima che venisse accorpato il parco dell'Alpe Veglia si estendeva per 4120 ettari a comprendere i comuni di Varzo e Trasquera, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola e al confine con il Canton Vallese della Svizzera.

Parco naturale dell'Alpe Dévero[modifica | modifica wikitesto]

La piana di Devero in inverno tra le case

Il Parco naturale dell'Alpe Dévero era stato istituito nel 1990 (L.R. 49/90) per proteggere l'ambiente alpino sul versante italiano delle Alpi Lepontine[3]. L'alpe Devero si trova nel territorio del comune di Baceno, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, nell'ambito della Comunità Montana Valli Antigorio Divedro Formazza.[4]

SIC e ZPS[modifica | modifica wikitesto]

L'Alpe Devero è stata istituita come zona di protezione speciale (ZPS) con codice IT1140005 in accordo con la Dir. 92/43/CEE “Habitat” e la Rete Natura 2000. La Regione ha proposto di estendere la ZPS anche ai "lariceti subalpini dell'Alpe Veglia e Devero", con codice IT1140008[5].

A settembre 1995 le Alpi Veglia e Devero sono state proposte anche come sito di interesse comunitario del Piemonte Alpi Veglia e Devero - Monte Giove, e classificate come tali ad agosto del 2000, istituito dalla regione con codice IT1140016 su una superficie di 5.616,66 ettari[6][7].

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Alpe Veglia e Alpe Devero.
Il laghetto delle Streghe, tra Devero e Crampiolo

La zona comprende le due ampie valli glaciali con quote comprese tra 1600 a 3553 m s.l.m..

L'Alpe Veglia a nord è cinta dal monte Helsenhorn (3.272 m s.l.m.), dal Monte Mottiscia (3.156 m s.l.m.) dal Monte Rebbio (3.192 m s.l.m.), dalla Punta d'Aurona (2.984 m s.l.m.), la Punta di Terrarossa (3.246 m s.l.m.) e dal Monte Leone (3.553 m s.l.m.).[2] Ogni monte scende verso la conca con il suo omonimo ghiacciaio. Si trova una sorgente di acqua ferruginosa e il Lago delle Streghe.

L'Alpe Devero è anch'essa una conca di origine glaciale ed è cinta a nord dalla Punta d'Arbola (3.235 m s.l.m.), dall'Albrunhorn (2.840 m s.l.m., noto anche come Monte Figascian), dalla Punta di Valdeserta (2.939 m s.l.m.), dalla Punta della Rossa (2.888 m s.l.m.), dalla Punta Marani (3.108 m s.l.m.), dal Pizzo Cervandone (3.155 m s.l.m.) e dal Pizzo Cornera (3.083 m s.l.m.)[2]. Al centro della velle Devero si trova il Lago di Devero, un lago artificiale costruito tra il 1908 e il 1924.

Comuni[modifica | modifica wikitesto]

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Alpe Devero

La flora del parco è molto omogenea, ma l'albero per eccellenza è il larice. In tutto il parco è possibile vedere moltissimi boschi di larice e in alcuni casi dei boschi di ontano nano. Ai piedi dei larici il terreno è coperto da erbetta rasa che non cresce più di 20 cm. Sotto gli ontani invece cresce normalmente la felce. Molto presente nel parco sopra i 2000 m d'altitudine è il rododendro e il mirtillo selvatico che costruiscono un ambiente molto fiabesco e ricco di insetti come api, vespe bombi e mosche. In alcune parti del parco è possibile vedere qualche abete ma sono molto rari.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

La fauna del parco comprende specie comuni tra le Alpi quali lo stambecco, il cervo nobile, il capriolo, il camoscio, la volpe, il lupo, lo scoiattolo rosso, lo scoiattolo grigio (specie alloctona americana invasiva), l'aquila reale, il tasso e molte altre.[1] nel parco sono presenti diversi laghi e fiumi è possibile trovare diverse specie di pesci tra cui la trota e il temolo.[senza fonte]

Nell'area del parco risiedono alcune delle popolazioni italiane dell'erebia dei ghiacciai (Erebia christi), una tra le farfalle più rare d'Europa[8].

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

Le due valli hanno sostanzialmente due accessi diversi:

Attività[modifica | modifica wikitesto]

In inverno sono disponibili impianti di risalita sul Monte Cazzola ma anche piste di sci di fondo e svariate passeggiate (da scegliere in base al proprio livello di esperienza) praticabili con sci d'alpinismo e racchette da neve.

In estate sono possibili una moltitudine di passeggiate oltre alla possibilità di fare varie scalate.

Panoramica dell'Alpe Veglia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Legge regionale 14 marzo 1995, n. 32., su Consiglio Regionale del Piemonte. URL consultato il 23 febbraio 2016.
  2. ^ a b c d e "Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali" Archiviato il 25 settembre 2015 in Internet Archive., n. 10, novembre 1993, su Parks.it - il portale dei parchi italiani
  3. ^ Bilancio per i 15 anni del Parco naturale dell'Alpe Devero Fonte: alpMedia Archiviato il 1º agosto 2012 in Archive.is..
  4. ^ Territorio Archiviato il 30 maggio 2009 in Internet Archive. su Alpe Devero
  5. ^ Fonte: Regione Piemonte – Assessorato Turismo e Parchi Archiviato il 6 settembre 2011 in Internet Archive..
  6. ^ Fonte: Ministero dell'Ambiente Archiviato il 18 marzo 2005 in Internet Archive..
  7. ^ Rete Natura 2000- schede descrittive sintetiche dei Siti di Importanza Comunitaria, Regione Piemonte - settore pianificazione aree protette, 2007 (on-line in formato .pdf) Archiviato il 26 aprile 2015 in Internet Archive.
  8. ^ (EN) van Swaay C. et al., 2010., Erebia christi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 20 giugno 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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