Paolo Rubboli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Paolo Rubboli

Paolo Rubboli (Fiorenzuola di Focara, 15 dicembre 1838Gualdo Tadino, 11 maggio 1890) è stato un ceramista e artigiano italiano.

Fu attivo a Gualdo Tadino ed è ricordato per avere riproposto, nel XIX secolo, la tecnica dei lustri aurei e rosso rubino portata a grandi livelli artistici da Mastro Giorgio Andreoli tra il XV e il XVI secolo.

Le opere realizzate nell'800 nelle botteghe di Faenza, Pesaro, Deruta e Gubbio rispecchiavano lo stile eclettico in voga, e si ispiravano soprattutto alla produzione delle manifatture rinascimentali, senza disdegnare le innovazioni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Piatto tondo da portata con Probo, 1878 ca

Da Francesco Rubboli e Caterina Bartoli, residenti a Cattolica, alla fine del 1700 nacquero cinque figli; il quarto, Lorenzo, ivi nato nel 1804, si sposò con Teresa Frontini, originaria di Fiorenzuola di Focara, avendone otto eredi, dei quali tre venuti alla luce nella menzionata cittadina e gli altri – tra cui Paolo – a Fiorenzuola, in casa della sorella di Teresa, Florida. Della nuova generazione dei Rubboli ne sopravvissero solo due: Vincenzo (n. 1835) e Paolo (n. 1838)[1]. Vincenzo Rubboli si trasferì a Roma, dando inizio a un’impresa di costruzioni che ebbe successo, come sembrerebbe attestare la sua residenza romana, Casa Rubboli, progettata dall’architetto Pietro Carnevale[2], oltre a Villa Rubboli a Cattolica[3], di cui attualmente si conservano solo pochi resti, in quanto andò distrutta nel terremoto del 1916.
Paolo Rubboli non ancora trentenne, si sposò con Amalia Giammarchi (1841-1867) e intraprese l'attività di ceramista. La sua formazione in questo campo non è nota, ma dai documenti dell’archivio comunale di Pesaro risulta che nel 1867 era impiegato, senza ulteriori specificazioni, mentre nel 1871 figura come pittore[4]. Nella lettera scritta alla giunta municipale di Gualdo Tadino nel 1878, Paolo menzionò la Fabbrica Ginori di Doccia e il ceramista eugubino Luigi Carocci che, secondo la testimonianza degli eredi Rubboli, gli avrebbero trasmesso la tecnica del lustro[5]. Inoltre è attestata la sua presenza a Fabriano presso la fabbrica Miliani[6] nel 1873. Nel 1875 fondò una manifattura di “Maioliche Artistiche uso Urbino, Faenza e Gubbio[7] insieme all’antiquario piemontese Marcello Galli Dunn. La ditta che aveva sede nell’ex convento di San Francesco, ebbe vita breve, cessando l’attività già nel 1876[8]. Paolo Rubboli fa riferimento a tale vicenda nella già citata lettera alla municipalità di Gualdo Tadino del 1878:

Gualdo Tadino per questa ragione non potea essere trascurata e perciò fino a tre anni a questa parte vi s’impiantava una fabbrica di majoliche artistiche, che dové chiudersi per ragioni che non starò qui ad enunciare. Il sottoscritto che pure facea parte del personale di quella fabbrica si vide mancare ad un tratto la fiducia ed il lavoro, cosicché dové passare giorni non lieti. Lottando però e faticando, spossato ma non rifinito, terminò col vincerla sugli ostacoli ed alla perfine poté dare assetto ad una fabbrica di majoliche artistiche in questa città da non scomparire fra quelle degli altri stabilimenti consimili.[9]

Subito dopo creò una propria manifattura insieme alla terza moglie Daria Vecchi (1852-1929), ceramista fabrianese, sposata dopo la morte della seconda consorte Gaetana Baviera (1847-1876). L’opificio Rubboli ebbe tre sedi, nell’ex convento di San Francesco, in via delle Fornaci presso l’ex convento di San Niccolò e infine in via del Reggiaro, in seguito denominata via del Forno, dove lavoreranno anche i suoi discendenti, utilizzando la stessa procedura con il terzo fuoco negli antichi forni a muffola ancora esistenti. La ditta di Paolo Rubboli si avvalse della collaborazione di abili pittori, come Alessandro (1865- 1889), figlio di Paolo e Amalia Giammarchi; Giuseppe Discepoli (1853-1919), Temistocle Vecchi (1861-1946), fratello di Daria, nonché di valenti ceramisti come Marino Pieri (1825-1885) e Antonio Passalboni[10](1844-1894). Le maioliche realizzate nell’opificio di Paolo Rubboli comprendono piatti da parata, servizi, albarelli e lumi, dipinti in bleu de Sèvres su smalto stannifero e lustrati in oro e rubino, seguendo scrupolosamente la tecnica di epoca rinascimentale risalente a Mastro Giorgio Andreoli. I soggetti più frequenti sono le scene di storia antica e le effigi di uomini illustri e artisti celebri, in linea con la corrente dello Storicismo, in voga nelle arti decorative dell’Ottocento. Paolo Rubboli morì nel 1890 e la sua attività fu continuata dalla moglie Daria, dai figli Lorenzo (1884-1943) e Alberto (1888-1975) e successivamente dalle nuove generazioni, giungendo alla fine del XX secolo. Attualmente Maurizio Tittarelli Rubboli, pronipote di Paolo, prosegue l’antica tradizione di famiglia con un’interpretazione e un gusto contemporanei[11] nel suo atelier, situato in una piccola parte degli antichi locali che oggi ospitano il Museo Opificio Rubboli.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Certificato di nascita conservato presso la chiesa parrocchiale di Fiorenzuola di Focara
  2. ^ M. CAPUTO (a cura di), La Collezione Rubboli, Volumnia Editrice, Perugia 2010, pp. 27-29; M. CAPUTO, La maiolica a lustro di Gualdo Tadino, in G. BUSTI – F. COCCHI (a cura di), Maiolica, Fabrizio Fabbri Editore, Perugia 2019, p. 76
  3. ^ AA.VV., Storia di Cattolica, Franco del Fattore Editore, Cattolica 2017, pp. 50-51 e pp. 54-55
  4. ^ Archivio Comunale di Pesaro N. 472-1867; Atti di matrimonio, 1871
  5. ^ Archivio Storico di Gualdo Tadino, Lettera del 29 luglio 1878. Titoli VII, Cat. 2, Fasc. 1, 7 agosto 1878
  6. ^ M. CAPUTO, La maiolica a lustro di Gualdo Tadino, in G. BUSTI – F. COCCHI (a cura di), Maiolica, Fabrizio Fabbri Editore, Perugia 2019, p. 76; RAVANELLI GUIDOTTI (a cura di), La Fabbrica Ferniani, Cinisello Balsamo 2009, p.92, nota 311
  7. ^ M. CAPUTO, 2010 (op. cit.), p. 36; Archivio Storico di Gualdo Tadino, Titoli III-IV, 1875-76, n. 94
  8. ^ Archivio Storico di Gualdo Tadino, Uscite 1-72, 1876, n. 483, mand5to 144. Titoli VII-VIII, 1876, n. 101
  9. ^ Archivio Storico di Gualdo Tadino, Lettera del 29 luglio 1878. Titoli VII, Cat. 2, Fasc. 1, 7 agosto 1878; M. CAPUTO, 2010 (op. cit.), p. 35
  10. ^ M. CAPUTO, 2010, op. cit. p. 41
  11. ^ E.A. SANNIPOLI, Vitalità perenne del lustro, Cronologia delle esperienze, in G. BUSTI – F. COCCHI (a cura di), Maiolica, Fabrizio Fabbri Editore, Perugia 2019, p. 86 e p. 261; M. CAPUTO, 2010, op. cit., p. 121

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Esposizione Umbra del 1879 in Perugia, Perugia, Santucci 1879.
  • AA.VV., Gualdo Tadino - Sintesi di una città, Perugia, Tipografia Guerra 1979.
  • AA.VV., Maioliche umbre decorate a lustro, Firenze, Nuova Guaraldi 1982.
  • AA.VV., La Via della Ceramica in Umbria (a cura di A.C. PONTI - F. BOCO), Perugia, Effe Fabrizio Fabbri Editore 2008.
  • D. AMONI, L’Arte Ceramica a Gualdo Tadino, Perugia, Quattroemme 2001.
  • M. BECCHETTI, Appunti sulla ceramica di Gualdo Tadino, Spoleto, Del Gallo Editore 2001.
  • M. BECCHETTI, I Rubboli a Gualdo Tadino, in “Eco del Serrasanta”, N° 24, 21 dicembre 2003.
  • G. BUSTI - F. COCCHI, La ceramica umbra al tempo del Perugino, Milano, Silvana Editoriale 2004.
  • G. BUSTI - F. COCCHI, I ritratti fotografici nella ceramica umbra tra Otto e Novecento, in Arte in Umbria nell’Ottocento, a cura di F.F. MANCINI - C. ZAPPIA, Milano, Silvana Editoriale 2006.
  • G. CALDERINI, I piatti a riverbero in porcellana e maiolica, in “Giornale dell’Esposizione Provinciale Umbra”, fasc. 8 e 9, 5 ottobre 1879.
  • M. CAPUTO (a cura di), La Collezione Rubboli, Volumnia Editrice, Perugia 2010
  • M. CAPUTO, La maiolica a lustro di Gualdo Tadino, in G. BUSTI – F. COCCHI (a cura di), Maiolica, Fabrizio Fabbri Editore, Perugia 2019
  • G. CORONA, L’Italia Ceramica, Esposizione Industriale Italiana del 1881 in Milano, Milano, Hoepli 1885.
  • E. GAUDENZI, Novecento ceramiche italiane, protagonisti e opere del XX secolo - Volume 1, Dal Liberty al Déco, Faenza, Faenza Editrice 2005.
  • A. JACQUEMART, Les merveilles de la céramique ou l'art de façonner et décorer les vases en terre cuite, faïence, grès et porcelaine depuis les temps antiques jusqu'a nos jours, Parigi, Librairie Hachette & C 1866.
  • P. KRUTISCH - J. LESSMANN, Im Sinne der Alten Italianische Majolika des Historismus, Stuttgart, Hatje 1995.
  • A. MARCORELLI, Guida alla Esposizione Leopardiana, Recanati, Tipografia di R. Simboli 1898.
  • A. MINGHETTI, Ceramisti, Milano, Enciclopedia Bibliografica e Biografica Italiana 1939.
  • G. PELLEGRINI, Rubboli, il genio, in “Eco del Serrasanta”, Anno III, N°12, 15 giugno 1990.
  • A. PIERETTI, L’Umbria e la ceramica. Una vocazione mai tradita, in “Relazione e bilancio 1990”, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio 1990.
  • C. RAVANELLI GUIDOTTI (a cura di), La Fabbrica Ferniani, Cinisello Balsamo 2009.
  • E. STORELLI, I Rubboli di Gualdo Tadino: Una dinastia di Maestri del lustro ceramico, in “Gubbio, 2ª Mostra Artigianato Artistico Tradizionale Comprensoriale”, 4 novembre-31 dicembre, 1989.
  • E. STORELLI - D. AMONI - S. PONTI - M. BECCHETTI, La Ceramica a Gualdo Tadino, Città di Castello, Petruzzi 1985.
  • M. TITTARELLI RUBBOLI, La Maiolica Rubboli a Gualdo Tadino, Perugia, Volumnia 1996.
  • M. TITTARELLI RUBBOLI, Un importante documento per la storia del lustro - Una lettera autografa di Paolo Rubboli - in “Ceramica Antica”, Ferrara, Belriguardo N° 161, luglio-agosto 2005.
  • M. TITTARELLI RUBBOLI, La Tradizione Ceramica a Gualdo Tadino, in AA.VV. Ceramica Umbra Arte e Tradizione, Perugia, Ali&no Editrice 2006.
  • M. TITTARELLI RUBBOLI, La ceramica artistica di Gualdo Tadino, in AA.VV. La Via della Ceramica in Umbria (a cura di A.C. PONTI - F. BOCO), Perugia, Effe Fabrizio Fabbri Editore 2008.
  • I Centenario dei Rubboli nell’Arte della Ceramica (a cura della redazione) in “Il Miliardo”, Anno VI, N° 15, 1973.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]