Paolo Prodi
Paolo Prodi | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | XI |
Gruppo parlamentare |
La Rete |
Circoscrizione | Trento |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | La Rete |
Titolo di studio | Laurea in Scienze Politiche |
Università | Università Cattolica del Sacro Cuore |
Professione | Docente universitario |
Paolo Prodi (Scandiano, 3 ottobre 1932 – Bologna, 16 dicembre 2016) è stato uno storico e accademico italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Paolo Prodi era fratello del politico, dirigente ed economista Romano Prodi, del professore e politico Vittorio Prodi, del fisico Franco Prodi, dell'oncologo Giorgio Prodi e del matematico Giovanni Prodi.
Si è laureato in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica di Milano, dopo aver vinto una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum, per poi perfezionare gli studi presso l'Università di Bonn. Ha insegnato Storia moderna presso l'Università di Trento (di cui è stato rettore dal 1972 al 1977, nonché preside della Facoltà di Lettere dal 1985 al 1988)[1], l'Università di Roma e l'Università di Bologna (della cui Facoltà di Magistero è stato preside dal 1969 al 1972). È stato Presidente della Giunta Storica Nazionale (già Giunta Centrale per gli Studi Storici)[2], membro dell'Accademia Austriaca delle Scienze e dell'Accademia Nazionale dei Lincei.
È stato tra i fondatori dell'Associazione di cultura e politica "Il Mulino" (fondata nel 1965). Nel 1973 ha fondato, insieme a Hubert Jedin (di cui è stato allievo), l'Istituto storico italo-germanico di Trento[3], istituto che ha diretto per oltre un ventennio. Nel 2007 è stato insignito del Premio Alexander von Humboldt [4].
È stato candidato del movimento La Rete alle elezioni politiche del 1992; ha abbandonato in seguito tale movimento politico in dissenso con la presa di posizione di Leoluca Orlando a favore del No nel referendum elettorale del 1993 [5][6].
È morto il 16 dicembre 2016 a 84 anni.[7]
Gli è stato intitolato il palazzo del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.[8][9] La famiglia ha donato il suo archivio all'ateneo.[10][11]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]
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Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri» — 2 giugno 1975[12] |
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Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte |
— 27 luglio 1987[13] |
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Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte |
— 9 giugno 1976[14] |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Verdienstkreuz 1. Klasse der Bundesrepublik Deutschland (Croce al Merito di prima Classe della Repubblica Federale Tedesca) |
— 1992 |
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Österreichisches Ehrenkreuz für Wissenschaft und Kunst (Croce d'Onore Austriaca per la Scienza e l'Arte) |
— 1994 |
Opere principali[modifica | modifica wikitesto]
- Il Cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597), 2 voll., Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1959-1967.
- Conciliorum Oecomenicorum Decreta, a cura di e con G. Alberigo, P.P. Joannou, C. Leonardi, Friburgo in Brisgovia, Verlag Herder, 1962.
- The Structure and Organization of the Church in Renaissance Venice. Suggestions for Research, in Renaissance Venice, ed. J. Hale, London, Faber and Faber, 1973, pp. 409–430.
- Il Concilio di Trento come crocevia della politica europea, a cura di e con Hubert Jedin, Bologna, Il Mulino, 1979.
- Il Sovrano Pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna, Bologna, Il Mulino, 1982.
- Strutture ecclesiastiche in Italia e in Germania prima della Riforma, a cura di e con Peter Johanek, Bologna, Il Mulino, 1984. ISBN 88-15-00616-8.
- Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell'Occidente, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-03444-7.
- Storia di Venezia, VI, Dal Rinascimento al barocco, a cura di e con Gaetano Cozzi, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1994.
- Disciplina dell'anima, disciplina del corpo e disciplina della società tra Medioevo ed età moderna, a cura di, con la collaborazione di Carla Penuti, Bologna, Il Mulino, 1994. ISBN 88-15-04805-7.
- Il Concilio di Trento e il moderno, a cura di e con Wolfgang Reinhard, Bologna, Il Mulino, 1996. ISBN 88-15-05700-5.
- Storia della Chiesa di Bologna, a cura di e con Lorenzo Paolini, 2 voll., Bergamo, Bolis, 1997.
- Introduzione allo studio della storia moderna, con la collaborazione di Giancarlo Angelozzi e Carla Penuti, Bologna, Il Mulino, 1999. ISBN 88-15-07091-5.
- Una storia della giustizia. Dal pluralismo dei fori al moderno dualismo tra coscienza e diritto, Bologna, Il Mulino, 2000. ISBN 88-15-07349-3.
- La storia moderna, Bologna, Il Mulino, 2005. ISBN 88-15-10676-6.
- Lessico per un'Italia civile, a cura di Piero Venturelli, Reggio Emilia, Diabasis, 2007. ISBN 978-88-8103-571-7.
- Settimo Non rubare. Furto e mercato nella storia dell'Occidente, Bologna, Il Mulino, 2009. ISBN 978-88-15-13074-7.
- Il paradigma tridentino. Un'epoca della storia della Chiesa, Brescia, Morcelliana, 2010. ISBN 978-88-372-2462-2.
- Storia moderna o genesi della modernità?, Bologna, Il Mulino, 2012. ISBN 978-88-15-23832-0.
- Cristianesimo e potere, Bologna, Il Mulino, 2012. ISBN 978-88-15-24053-8.
- Profezia vs utopia, Bologna, Il Mulino, 2013. ISBN 978-88-15-24494-9.
- Università dentro e fuori, Bologna, Il Mulino, 2013. ISBN 978-88-15-24733-9.
- Arte e pietà nella Chiesa tridentina, Bologna, Il Mulino, 2014. ISBN 978-88-15-25110-7.
- Il tramonto della rivoluzione, Bologna, Il Mulino, 2015. ISBN 978-88-15-25727-7.
- Homo europaeus, Bologna, Il Mulino, 2015. ISBN 978-88-15-25872-4.
- Giuseppe Dossetti e le Officine bolognesi, Bologna, Il Mulino, 2016. ISBN 978-88-15-26352-0.
- Occidente senza utopie, con Massimo Cacciari, Bologna, Il Mulino, 2016. ISBN 978-88-15-26513-5.
Altri riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- 2000: vince il Premio Nazionale Letterario Pisa per la Saggistica;[15]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Storia dell'Ateneo, su UniTrento. URL consultato il 24 marzo 2020.
- ^ Sito della Giunta Storica Nazionale, su giunta-storica-nazionale.it. URL consultato l'11 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2009).
- ^ Home page dell'Isig
- ^ Notizia dal sito www.unibo.it
- ^ Segni: "Orlando, stai con Bettino". Nuovi consensi al governo del Sì, la Repubblica — 19 marzo 1993]
- ^ LA DOPPIA SCOMMESSA DI BOLOGNA LA ROSSA Repubblica — 1º aprile 1993
- ^ Antonio Carioti, Morto Paolo Prodi, lo storico che studiò il Concilio di Trento, su corriere.it, 16 dicembre 2016. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ Le sedi, su unitn.it. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ Trento, Facoltà di Lettere intitolata a Paolo Prodi, su ladige.it, 13 dicembre 2017. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ L’archivio Paolo Prodi all’Università di Trento, su webmagazine.unitn.it, 27 marzo 2010. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ L’archivio di Paolo Prodi donato al “suo” ateneo, su giornaletrentino.it, 28 marzo 2019. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
- ^ Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte
- ^ Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte
- ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Paolo Prodi
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Paolo Prodi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Registrazioni di Paolo Prodi, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Curriculum vitae del Prof. Paolo Prodi (aggiornato al 1995) (PDF), su uninettuno.it. URL consultato il 13 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4944004 · ISNI (EN) 0000 0001 1739 2600 · SBN IT\ICCU\CFIV\013912 · LCCN (EN) n82141520 · GND (DE) 124473210 · BNF (FR) cb12024983t (data) · BNE (ES) XX1008585 (data) · NLA (EN) 36468570 · BAV (EN) 495/128105 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82141520 |
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