Palo (araldica)

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Palo è un termine utilizzato in araldica per indicare una pezza onorevole costituita da una striscia verticale larga un terzo della larghezza dello scudo nell'araldica italiana[1] e 2 moduli (2/7 della larghezza) in quella francese.

Il palo è una pezza onorevole (di primo ordine) che occupa verticalmente la parte centrale dello scudo ed è delimitata da due linee verticali parallele.

Proporzioni[modifica | modifica wikitesto]

Nell'araldica italiana il palo è largo un terzo della larghezza dello scudo[1][2][3]; nell'araldica francese è largo 2 moduli (2/7 della larghezza dello scudo).[4]

Con il termine palo canadese si intende un palo che, come accade nella bandiera canadese, ha una larghezza pari a metà dello scudo ed è affiancato da due porzioni del campo ampie un quarto dello scudo ciascuna.
Si tratta di una variante analoga alla fascia spagnola.

Un palo la cui larghezza è ridotta a un terzo è detto verghetta[5] o palo ristretto.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Secondo alcune interpretazioni il palo rappresenta la lancia; secondo altre deriverebbe invece dal palo che veniva piantato davanti al ponte levatoio dei castelli dei feudatari per simboleggiare la loro autorità di giurisdizione. Da tenere presente anche la possibilità che indichi la spada tenuta in verticale con la punta in basso. In Italia il palo venne assunto come simbolo dai ghibellini.[6]

Interzato in palo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Interzato in palo.

Partizione dello scudo, diviso in tre parti uguali da due linee verticali (partito di due).

Ordinate in palo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Uno sull'altro.

Detto delle figure o dei carichi ordinati uno sull'altro nella direzione del palo.

Pali multipli[modifica | modifica wikitesto]

Quando lo scudo porta più pali occorre blasonarne il numero, tenendo presente che si utilizza il termine palo se il loro numero è compreso tra 2 e 4, mentre si parla di verghette (o pali in divisa) se sono più di 4.

Filetti in palo[modifica | modifica wikitesto]

Definendo filetto un palo molto ridotto in larghezza, si blasona palo gemello quello formato da due filetti che occupano lo spazio normale del palo. Si blasona invece terza in palo il palo costituito da tre filetti equidistanti.[6]

Palo della Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Assume questo nome il palo concesso a titolo onorifico ad alcune famiglie che hanno espresso un pontefice o un alto dignitario pontificio. Il palo della chiesa è caricato dalle chiavi di San Pietro, legate in decusse, e sormontate dal triregno o dal gonfalone papale.

Modificazioni del palo[modifica | modifica wikitesto]

  • ritirato, è il palo che non raggiunge il lato superiore, o quello inferiore, dello scudo
  • scorciato, quando non tocca i due lati, inferiore e superiore, dello scudo
  • aguzzato in capo, se appuntito all'estremità superiore
  • aguzzato in punta, se è appuntito all'estremnità inferiore
  • discodato, quando le due linee che lo delimitano si allargano verso la metà
  • patente, se il palo si allarga alle due estremità.[7]

Palato[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palato (araldica).

Quando uno scudo o una pezza sono ricoperti da un numero pari di pali, si usa il termine palato (o verghettato se i pezzi sono 10 o più). Ne va blasonato il numero se diverso da sei.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Marc'Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, pp. 124-125.
    «Egli è una pezza onorevole del prim'ordine, fatta a foggia di palo rizzato in piedi, che solo occupa tutta l'altezza dello Scudo, e nel mezzo di esso la terza parte della sua larghezza.»
  2. ^ «Palo — Pezza onorevole di prim'ordine che occupa verticalmente la terza parte di mezzo dello scudo.» Guelfi Camaianip. 487.
  3. ^ «Se lo scudo sarà diviso da due linee perpendicolari in modo che lo dividano in tre parti uguali, lo spazio intermedio dicesi palo», Tribolati, p. 78.
  4. ^ Manno, p. 43.
  5. ^ Guelfi Camaianip. 754.
  6. ^ a b Guelfi Camaianip. 487.
  7. ^ Guelfi Camaianip. 488.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guelfo Guelfi Camaiani, Dizionario araldico, Milano, Ulrico Hoepli, 1940.
  • Antonio Manno (a cura di), Vocabolario araldico ufficiale, Roma, Civelli, 1907.
  • Felice Tribolati, Grammatica araldica, Hoepli, 1993 [1904], ISBN 88-203-2075-4.

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