Palazzo del Barone Empain

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palazzo Édouard Empain
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
LocalitàIl Cairo
Coordinate30°05′12″N 31°19′49″E / 30.086667°N 31.330278°E30.086667; 31.330278
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1907-1911
Inaugurazione1911
StilePersiano, Islamico e Neo-classico
Usomuseo
Piani2
Realizzazione
ArchitettoAlexandre Marcel
ProprietarioMinistero dei Beni Culturali egiziano
CommittenteÉdouard Louis Joseph Empain

Il Palazzo del Barone Empain[1] (in arabo قصر البرون[2][3], Qasr Al Baron), anche Palais Hindou, è il primo palazzo costruito a Eliopolis, sobborgo a nord-est del centro del Cairo, a est del Nilo, in Egitto. Con altri palazzi residenziali come l'Heliopolis Palace Hotel (attuale Palazzo di el-Orouba) costituiscono la zona di al-Korba.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu costruito in aperto deserto tra 1906 ed il 1911 dall'Heliopolis Oases Company di proprietà del Barone Empain, in Avenue du Palais (oggi Salah Salim), a Eliopolis.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio decorativo del giardino del Palazzo Edouard Empain

Il palazzo è stato progettato dall'architetto francese Alexandre Marcel (1860–1928) e decorato dall'architetto belga Georges-Louis Claude (1879–1963) in stile Heliopolis[4]: una fusione di architettura persiana, islamica e neo-classica. Ispirato dall'Angkor Wat cambogiano e dai templi hindu di Orissa, il Palazzo Edouard Empain (Qasr Al Baron) è uno edificio di squisita fattezza[5].

Il portale in stile indiano, dal quale si accede al grande giardino del palazzo, è completamente decorato con elementi architettonici di flora e fauna, in pietra. Il palazzo è costruito su tre piani, oltre ad uno interrato. Presenta un curioso meccanismo ligneo che permette il movimento dell'edificio su se stesso, facendo un giro di 360°, per cui il Barone poteva osservare l'intera Eliopolis stando seduto sulla sua poltrona[6], oltre alla scalinata a chiocciola[7], stanze segrete (tra cui la mitica Stanza Rosa[7]), ascensori e molto altro[8]. Molti ipotizzano, anche, la presenza di un tunnel[7] sotterraneo che collega il palazzo alla chiesa Basilica di Nostra Signora di Heliopolis, luogo in cui il barone Empain è stato seppellito. Notevoli le decorazioni architettoniche, le vetrate delle finestre e le diverse lavorazioni dei pavimenti e dei soffitti; l'intero edificio fu costruito e decorato con i migliori materiali dell'epoca, portati in Egitto da ogni parte del mondo[5].

La villa fu venduta nel 1955 ad una famiglia saudita. Trascurato dai suoi nuovi proprietari, l'edificio cade in rovina. Nel 2005, per il centenario di Eliopoli, governo egiziano decretò all'acquisizione del palazzo.

Kasr Al Barone risulta essere un esemplare raro di palazzo-tempio in stile indiano-cambogiano in Africa.

Restauri[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo Empain è stato per lungo tempo abbandonato e solo negli ultimi anni restaurato. I costosi lavori di restauro sono iniziati nel 2017 e sono ancora in corso[9][10].

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo Empain è da sempre avvolto da secreti[7][11] di ogni genere, sembra essere maledetto, infestato di spiriti e scena di sedute sataniche nell'arco degli anni[12]. La leggenda nel palazzo fonda le radici nelle tragiche morti di Helena, sorella del barone (caduta da un balcone) e di Mariam, figlia di Empain (morta suicida). Si dice che la torre lignea smise di funzionare dopo il nefasto evento della giovane Mariam. Le storie sul palazzo sono così varie che molti hanno ribattezzato il posto il Palazzo degli Orrori[13][14], venerato come un luogo pieno di fantasmi e spiriti. Negli anni '90, è stato scenario di cerimonie sataniche che hanno portato il Ministero dei Beni Culturali egiziano[9] a chiuderlo al pubblico; fino ad oggi è visitabile solo in occasioni speciali (come concerti o festival), anche se i visitatori affollano sempre i marciapiedi intorno all'edificio, per filmarlo e fotografarlo[15].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Egitto, il Palazzo dei misteri, su La Repubblica, 13 settembre 2012. URL consultato il 2 agosto 2019 (archiviato il 2 agosto 2019).
  2. ^ Une définition élargie du patrimoine, su insitu.culture.fr. URL consultato il 1º agosto 2019 (archiviato il 10 marzo 2012).
  3. ^ La "Villa Hindoue", su passion-egyptienne.fr. URL consultato il 1º agosto 2019 (archiviato il 15 marzo 2018).
  4. ^ (EN) Al-Masry Al-Youm, Baron Empain Palace to house heritage exhibition on Heliopolis history, su egyptindependent.com, 4 giugno 2019. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato il 12 giugno 2019).
  5. ^ a b (EN) Baron Empain Palace: An abandoned palace in Egypt inspired by a Hindu temple, su Abandoned Spaces, 16 settembre 2017. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2019).
  6. ^ (EN) The Dreamworld of Baron Empain, su The Towner, 1º aprile 2016. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato il 2 agosto 2019).
  7. ^ a b c d (EN) A Special Spiral Staircase Story: The Baron’s Palace in Heliopolis, Egypt, su salterspiralstair.com. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2019).
  8. ^ (EN) The magical palace of Baron - Review of Baron Palace, Cairo, Egypt, su TripAdvisor. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato il 2 agosto 2019).
  9. ^ a b (EN) Ministry of Antiquities: Baron Palace Renovation Will be Complete Within a Year, su Egyptian Streets, 24 settembre 2018. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2019).
  10. ^ (EN) Cairo's Mysterious Baron Palace Will Be Fully Restored by 2019 [collegamento interrotto], su Cairo Scene. URL consultato l'11 settembre 2019.
  11. ^ (EN) Unknown secrets of the enigmatic Baron Empain Palace in Egypt, su Saudigazette, 11 settembre 2012. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2019).
  12. ^ (EN) Paul Sánchez Keighley, The Dreamworld of Baron Empain, su thetowner.com, 1º aprile 2016. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato il 2 agosto 2019).
  13. ^ (EN) The 'haunted' palace of Heliopolis: Eccentric playboy's pad and the chilling history of why it was abandoned, su Mail Online, 12 settembre 2012. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato il 27 marzo 2016).
  14. ^ (EN) Story Baron Palace cairo,egypt ( Palace horror ) by pendo2010 on DeviantArt, su deviantart.com. URL consultato l'11 settembre 2019.
  15. ^ (EN) Visit Baron Palace on your trip to Cairo or Egypt • Inspirock, su inspirock.com. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dobrowolska, Agnieszka (2006). Heliopolis: Rebirth of the City of the Sun (Paperback) (First ed.). American University in Cairo Press. p. 176. ISBN 977-416-008-8.
  • E.Godoli, M.Giacomelli (2005). Architetti e ingegneri italiani dal Levante al Magrèb 1848-1945. Repertorio biografico, bibliografico e archivistico (Archivi dell'architett. ital. d'oltremare) (Brochure) (in Italian). Maschietto Editore. p. 400. ISBN 88-88967-47-8.
  • Ilbert, Robert (1981). Héliopolis, le Caire 1905-1922: genèse d'une ville (in French). Marseille, Paris: Centre national de la recherche scientifique. p. 153. ISBN 978-2-222-02954-0.
  • Volait, Mercedes (dir.) (2001). Le Caire - Alexandrie Architecture Europeennes 1850-1950 (Paperback) (in French). Le Caire: Archeolog, IFAO/CEDEJ. p. 252. ISBN 2-7247-0290-5.
  • M.C.Bruwier, A.Van Loo (2010). Héliopolis (Hardcover) (in French). Brussels: Fonds Mercator. p. 229. ISBN 90-6153-930-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]