Palazzo Serra di Cassano
Palazzo Serra di Cassano | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Napoli |
Indirizzo | via Monte di Dio,14 |
Coordinate | 40°50′00.65″N 14°14′44.74″E / 40.833515°N 14.24576°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVIII secolo |
Realizzazione | |
Architetto | Ferdinando Sanfelice |
Appaltatore | Serra di Cassano |
Palazzo Serra di Cassano è un palazzo storico di Napoli situato sulla collina di Pizzofalcone, nel quartiere San Ferdinando. Il palazzo prende il nome dalla nobile famiglia napoletana, di origini genovesi, che volle la sua edificazione.
Storia ed architettura[modifica | modifica wikitesto]
Il palazzo fu eretto nella prima metà del XVIII secolo da Ferdinando Sanfelice che, in quegli anni, lavorava alla vicina chiesa della Nunziatella. Di particolare rilevanza architettonica risulta essere lo scalone monumentale, imponente e suggestivo, realizzato sempre dall'architetto napoletano, famoso in quegli anni a Napoli per le particolari scalinate d'accesso ai palazzi di sua progettazione (un esempio in tal senso è il palazzo Sanfelice o il palazzo dello Spagnolo).

Il portone storico del palazzo, che collega direttamente l'edificio che affaccia su via Egiziaca con il cortile ottagonale interno, simile a quello di palazzo Doria d'Angri ma più basso e largo, è chiuso dal 1799, in segno di lutto e di protesta per il figlio del principe Serra di Cassano, Gennaro Serra di Cassano, giustiziato in seguito ai fatti della Repubblica napoletana del 1799 nei quali il giovane nobile fu dichiarato partecipante alla rivoluzione. Pertanto, dopo la chiusura dell'antico ingresso che dà sul palazzo reale di Napoli, l'attuale accesso al palazzo è posto nella parte posteriore dello stesso, su via Monte di Dio.
L'ingresso conduce anch'esso, dopo aver passato alcuni porticati, al cortile ottagonale interno che, dopo aver passato un'ampia arcata, conduce a sua volta al monumentale scalone.
A differenza di altre progettate dal Sanfelice, le scale ideate in questo palazzo non sono né aperte né incrociate tra loro, bensì chiuse, a doppia rampa e ad un corpo solo, suscitando molto fascino anche per i contrasti dei colori del piperno e dei marmi bianchi che caratterizzano la struttura. [1]
Interno[modifica | modifica wikitesto]
Nell'interno, le sale sono decorate con stucchi rococò e mobili neoclassici. Sono poi presenti numerosi affreschi e pitture in molti ambienti del palazzo: in alcune sale vi sono dipinti di Giacinto Diano realizzati tra il 1770 ed il 1773; in una vi è un dipinto di Alessandro Tiarini; in un'altra è affrescata in una parete un Giudizio di Salomone di Mattia Preti; e diverse altri cicli di affreschi religiosi decorano altre sale del palazzo, attribuiti a Fabrizio Santafede.
La maggior parte di questi ambienti è oggi occupata dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato nel 1975, e dalla relativa biblioteca, che dispone di oltre 160.000 volumi.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Napoli, le prime immagini della stazione Chiaia-Monte di Dio della Linea 6 della metro, su Napoli Fanpage. URL consultato l'8 marzo 2021.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Roberto Pane, Architettura Barocca Napolitana, in "Architettura e Arti Decorative", dicembre 1927, fasc. III-IV, pp. 97–112
- D. Mazzoleni, I palazzi di Napoli, Arsenale Editrice (2007) ISBN 88-7743-269-1
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Palazzi di Napoli
- San Ferdinando (Napoli)
- Monte Echia
- Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
- Ballo dei re
- Galleria Borbonica
- Monumenti di Napoli
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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