Palazzo Cadamosto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il palazzo di Venezia, vedi Ca' da Mosto.
Palazzo Cadamosto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàLodi
IndirizzoVia Legnano, 8
Coordinate45°18′42.79″N 9°30′20.62″E / 45.311886°N 9.505727°E45.311886; 9.505727
Informazioni generali
Condizionine resta la sola facciata
CostruzioneXVII secolo
Stilebarocco
Realizzazione
Committentefamiglia Cadamosto

Il palazzo Cadamosto era un palazzo nobiliare della città italiana di Lodi, già dimora della famiglia Cadamosto. Se ne conserva la sola facciata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo venne costruito nel XVII secolo trasformando una precedente costruzione gotica, e fu dimora della nobile famiglia dei Cadamosto.[1]

Gli interni furono rimaneggiati a più riprese, e infine abbattuti negli anni sessanta del XX secolo per fare posto ad un ampliamento dell'adiacente scuola magistrale; la facciata venne invece conservata.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La facciata del palazzo, in stile barocco, prospetta su Via Legnano. Al centro di essa si apre l'opulento portale, sormontato da un balcone con ringhiera in ferro battuto e affiancato da due pilastri con capitelli in forma di mascheroni che sostengono due vasi.[1][2]

Durante alcuni restauri effettuati negli anni cinquanta del XX secolo emerse una monofora trecentesca sormontata da una cornice ad arco acuto, appartenuta evidentemente alla costruzione primitiva; essendosi rinvenuta una monofora identica anche nell'adiacente palazzo al civico 10, è da ritenersi certo che il palazzo gotico originario avesse un'estensione maggiore.[1][3]

Verso sud la proprietà dei Cadamosto si estendeva fino all'attuale Via Carducci; al palazzo era infatti annessa una chiesa, intitolata a San Lodovico, fatta costruire da Lodovico Cadamosto intorno al 1600.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Lise (1987), p. 144.
  2. ^ a b Novasconi (1968), p. 200.
  3. ^ Caretta (1963), p. 159.
  4. ^ Giovanni Agnelli, Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi, Lodigraf, 1990 [1917], p. 250, ISBN 88-7121-046-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Caretta, Notizie da Lodi, in Arte Lombarda, anno VIII, Milano, Edizioni La Rete, 1º semestre 1963, p. 159, ISSN 0004-3443 (WC · ACNP).
  • Armando Novasconi, Il Barocco nel Lodigiano, Lodi, edito dalla Banca mutua popolare agricola di Lodi, 1968, pp. 200-201, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0436579.
  • Giorgio Lise, Lodi, i palazzi. Cortili, portali, facciate, Lodi, Lodigraf, 1987, p. 144, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\LO1\0760948.

Ulteriori approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Petrucci, Le radici del liceo "Maffeo Vegio", in Archivio storico lodigiano, fascicolo 1, Lodi, edito dalla Società storica lodigiana, 2017, pp. 325-374, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]