Palazzo Del Pugliese

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Palazzo Del Pugliese
Palazzo Del Pugliese
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
IndirizzoVia dei Serragli 8
Coordinate43°46′06.99″N 11°14′45.27″E / 43.768608°N 11.245908°E43.768608; 11.245908
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXV secolo
Inaugurazione1469
Stilerinascimentale
Realizzazione
CommittenteMichel Elefteriades
Del Pugliese
Feroni
Magnani
Amerighi
Romano

Palazzo Del Pugliese, poi Magnani Feroni, si trova in via de' Serragli 8, con affacci sul borgo Stella, piazza del Carmine 1-2-3 e borgo San Frediano 5-7, a Firenze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La cancellata
Il cortile

I Del Pugliese[modifica | modifica wikitesto]

Erano qui nel Trecento "otto casette" di proprietà dei Serragli e, ai primi del Quattrocento, una casa dei Del Pugliese. Nel 1428 quest'ultima famiglia acquistò le precedenti, che erano già state riunificate, e procedette a trasformarle in un unico edificio, tanto che nella denuncia catastale del 1469, Piero di Francesco Del Pugliese poteva affermare che "di dette case ne ho fatte una".

Vasari dà notizia che Piero di Cosimo aveva dipinto per una stanza di Francesco di Filippo Del Pugliese una serie di "storie di figure piccole, (...) cose fantastiche che egli in tutte quelle si dilettò a dipingere, e di casamenti e d'animali e d'abiti e di strumenti diversi, e altre fantasie che gli sovvennono per essere storie di favole": si tratta delle singolari Storie dell'umanità primitiva, che la morte di Francesco furono vendute, forse per sopraggiunte difficoltà economiche e oggi sono tra il Metropolitan Museum New York o la National Gallery di Washington. Dell'epoca dei del Pugliese resta oggi uno stemma in facciata, accanto a quello Feroni: fasciato di sei pezzi di rosso e d'oro, al capo del secondo caricato di un leone nascente del primo. Alla metà del Cinquecento la proprietà, per successione ereditaria, fu divisa tra gli stessi Del Pugliese (che si ritirarono sul lato di borgo san Frediano) e i marchesi Botta, che qui riunirono una notevole collezione di opere d'arte, segnalata nella guida di Francesco Bocchi.

I Feroni[modifica | modifica wikitesto]

Dopo altri passaggi di proprietà che portarono la porzione dei Botta ai marchesi Coppoli di Perugia, nel 1748 Pierfrancesco Castelli acquistò le due porzioni riunificando il palazzo. Nel 1769 fu venduto infine al ricchissimo marchese Giuseppe Francesco Feroni, cugino di quel Francesco Antonio il Giovane che aveva acquistato un anno prima il palazzo Spini in sull'altra sponda dell'Arno.

Per quanto non documentati, sempre nel torno di questi anni si dovrebbero datare anche i lavori di unificazione con l'ulteriore proprietà acquistata lungo borgo San Frediano, che presenta un fronte, per quanto concerne il primo e il secondo piano, dalle caratteristiche settecentesche. Al piano terreno questo ulteriore corpo di fabbrica fu segnato dalla realizzazione di tre ampi locali da adibire a scuderia e rimessa per le carrozze, comunicanti con il cortile del palazzo principale su via de' Serragli. Ulteriori ampliamenti seguirono dopo la soppressione, nel 1783, della chiesa e del monastero di San Frediano, che consentirono al marchese Ubaldo Francesco Feroni di estendere la proprietà fino alla piazza del Carmine. Grazie alla chiusura dell'attuale via dell'Ardiglione, che un tempo si prolungava fino a borgo San Frediano, la proprietà poté così identificarsi nell'isolato compreso tra la piazza, borgo San Frediano, via de' Serragli e borgo Stella.

Il Feroni, intendendo dare ulteriore decoro alla proprietà, acquistò altre case confinanti e affidò all'architetto Zanobi Del Rosso l'incarico di ridisegnare i fronti e ridistribuire i vani interni. I primi lavori, conclusisi nel 1778, portarono ad ampliare il cortile, a restaurare lo scalone e a conferire nuove decorazioni ai principali appartamenti del piano terreno e del primo piano. Per quanto non documentati, sempre nel torno di questi anni si dovrebbero datare anche i lavori di unificazione con l'ulteriore proprietà acquistata lungo borgo San Frediano, che presenta un fronte, per quanto concerne il primo e il secondo piano, dalle caratteristiche settecentesche. Al piano terreno questo ulteriore corpo di fabbrica fu segnato dalla realizzazione di tre ampi locali da adibire a scuderia e rimessa per le carrozze, comunicanti con il cortile del palazzo principale su via de' Serragli. Ulteriori ampliamenti seguirono dopo la soppressione, nel 1783, della prima chiesa e del monastero di San Frediano, che consentirono al marchese Ubaldo Francesco Feroni di estendere la proprietà fino alla piazza del Carmine. Grazie alla chiusura dell'attuale via dell'Ardiglione, che un tempo si prolungava fino a borgo San Frediano, la proprietà poté così identificarsi nell'isolato compreso tra la piazza, borgo San Frediano, via de' Serragli e borgo Stella. Fu costruito dunque un nuovo corpo su borgo San Frediano, comunicante con gli ambienti più antichi del palazzo e dotato di un ampio ingresso carrozzabile in comunicazione col cortile; furono rifatte le facciate sia sul borgo che su via dei Serragli. I lavori, che crearono anche un giardino, vennero terminati nel 1783. Oltre a dilatare ulteriormente la proprietà e dotarla di un adeguato spazio a verde, l'intervento accrebbe non poco la monumentalità di tutta la fabbrica, "sottolineata inoltre dalle aperture di accesso collocate scenograficamente su di un unico asse centrale che, da via dei Serragi, terminava con il grande cancello prospiciente piazza del Carmine[1].

Durante il periodo dell'occupazione francese il quartiere principale del palazzo fu affittato al Ministro di Francia

Dai Magnani in poi[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fine del XVIII secolo la gestione poco oculata delle fortune portò a un graduale tracollo familiare: negli anni venti dell'Ottocento fu alienata la splendida villa Bellavista, e nel 1821, alla morte del marchese Ubaldo, anche il palazzo di via dei Serragli fu ceduto, ai Magnani, facoltosa famiglia di Pescia arricchitasi grazie allo sviluppo delle cartiere della zona, che fece del palazzo, grazie agli ingenti capitali profusi, un nuovo punto di riferimento per la Firenze del tempo.

Nel 1856[2], per via ereditaria, l'immobile passò agli Amerighi che lo conservarono fino al termine della prima guerra mondiale; successivamente parte della proprietà passò all'antiquario Salvatore Romano (1939) e successivamente ai suoi eredi. L'estensione del palazzo era ed è comunque tale che nel corso del tempo si registrarono presenze di molti illustri personaggi, tra i quali sono da ricordare nell'Ottocento almeno Lord Holland (che nei suoi appartamenti accolse per lungo tempo il pittore George Frederick Watts) e la scrittrice Luisa de la Ramé, nota con lo pseudonimo Ouida.

Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata in piazza del Carmine
Il giardino

La facciata su via de' Serragli, pur mostrando i vari rifacimenti, è essenzialmente riconducibile all'opera di Zanobi Del Rosso, al quale peraltro si devono le belle finestre con leggere inferriate del piano terreno. È caratterizzata dal bugnato al pian terreno con sei finestre, intervallate al centro dal portale, mentre i piani superiori, segnati da cornici marcapiano, sono intonacati e vi sono allineate nove finestre centinate (alcune sono cieche), con le cornici in pietra serena che spiccano sullo sfondo bianco. Al centro del piano nobile spicca un grande stemma scolpito dei Feroni, mentre altri stemmi più piccoli e antichi sono murati ai lati. Rispetto alla via, relativamente angusta, la facciata ha uno sviluppo prevalentemente orizzontale, per ben sedici assi su due piani più un mezzanino.

Il portone a formelle è originale del Seicento, con le ferrature dei quattro battenti e una mezzaluna superiore. da esso si accede all'androne, con un cancello in ferro battuto dal disegno artistico, concluso da uno stemma dei Feroni (al destrocherio, armato al naturale, impugnante in palo (o in sbarra) una spada, e sormontato da un giglio).

Su piazza del Carmine si estende il fronte secondario del palazzo, col corpo centrale delimitato da lesene e sviluppato per sette assi, dotato ingresso carrabile centrale (n. 2) e chiuso da un cancello in ferro timbrato dall'arme dei Feroni. L'intero fronte è stato restaurato e ritinteggiato nel 2010.

La porzione lungo borgo San Frediano presenta un fronte, per quanto concerne il primo e il secondo piano, con caratteristiche settecentesche, complessivamente organizzato in sette assi su tre alti piani e chiuso da una gronda alla romana. Al piano terreno erano qui tre ampi locali adibiti a scuderia e rimessa per le carrozze, comunicanti con il cortile del palazzo principale su via de' Serragli. Attualmente quest'ala dell'edificio è sede della struttura alberghiera Palazzo Magnani Feroni. Spiccano i bei portoni con gli elaborati picchiotti e, al centro del fronte, il grande scudo con l'arme dei Feroni.

Il cortile interno è molto vasto, con due logge coperte da volte con archi a tutto sesto fronteggiate, mentre sugli altri lati sono apposti archi ciechi con lesene sormontate da capitelli con foglie e volute (in parte di reimpiego). Tipicamente settecenteschi sono i esili due balconi, su mensole in ferro. Tutto il perimetro del cortile è decorato da busti e statue, sistemate verso la metà del XIX secolo. Arricchiscono infine l'ambiente due portali monumentali, con cornici che culminano, in alto, in un fastigio con vasi e busti, e due finestre che bilanciano il gioco di vuoti e pieni sulle pareti.

Da segnalare anche il giardino, noto per aver visto la prima pianta di ortensia della città, qui coltivata nel 1804.

Oggi[modifica | modifica wikitesto]

Oggi il proprietario di una porzione del palazzo è Michel Elefteriades[3] ed è attualmente una residenza d’epoca. Ha il più alto terrazzo panoramico in Oltrarno, dal quale si possono vedere i più importanti monumenti della città. Nel mese di Ottobre 2017, è stato selezionato tra i 3 finalisti del prestigioso 2018 Condé Nast Johansens Awards for Excellence nella categoria: Readers’ Award[4].

Opere già a palazzo Del Pugliese[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Adsi 2009/1.
  2. ^ comunicazione orale di Roberto Amerighi
  3. ^ [1][collegamento interrotto]
  4. ^ {title}, su johansens.com. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Foto storica del cortile
Gruppo statuario sullo scalone
  • Le bellezze della città di Firenze, dove a pieno di pittura, di scultura, di sacri templi, di palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, scritte già da M. Francesco Bocchi, ed ora da M. Giovanni Cinelli ampliate, ed accresciute, Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677, pp. 172–173;
  • Guida della città di Firenze e suoi contorni con la descrizione della I. e R. Galleria e Palazzo Pitti, Firenze, presso Antonio Campani, 1828, p. 199;
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 716, n. 363;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 263, n. 660;
  • Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 199;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 575–576;
  • Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, p. 509;
  • Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, pp. 77–78;
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 254;
  • L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1907) 1906, pp. 9–12;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 397;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 167;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, pp. 298–299, n. XXV;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, pp. 286–287;
  • Enrico Barfucci, Giornate fiorentine. La città, la collina, i pellegrini stranieri, Firenze, Vallecchi, 1958, p. 232;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 397;
  • Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 117–120;
  • Eve Borsook, Ecco Firenze. Guida ai luoghi e nel tempo, edizione italiana a cura di Piero Bertolucci, Milano, Mursia, 1972 (ed or. The Companion Guide to Florence, London, Collins, 1966), p. 299-300;
  • Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 773–778;
  • Mario Bucci - Raffaello Bencini, Palazzi di Firenze - Quartiere di Santo Spirito - Vallecchi Editore Firenze 1973.
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 370; IV, 1978, pp. 13–14;
  • Osanna Fantozzi Micali, Piero Roselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze. Riuso e trasformazioni dal sec. XVIII in poi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1980, pp. 138–139, n. 37;
  • Guida ai giardini urbani di Firenze, a cura di Vincenzo Cazzato e Massimo De Vico Fallani, Firenze, Regione Toscana, s.d. ma 1981, p. 47;
  • Mariachiara Pozzana, Firenze: giardini di città, con acquerelli e disegni di Mauro Falzoni, Firenze, FMG Studio Immagini, 1994, p. 104;
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995, pp. 312–316; ISBN 887166230X
  • Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze, Alinea Editrice, Firenze 1997.
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 642;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 458;
  • Associazione Dimore Storiche Italiane, pubblicazione edita in occasione della XXXII Assemblea Nazionale, Firenze, 24-27 aprile 2009, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2009, pp. 41–44.
  • Palazzo Magnani Feroni, Firenze, s.d. (pubblicazione edita a cura dell'Hotel Magnani Feroni);
  • Salvatore e Francesco Romano antiquari a Firenze: un secolo di attività a Palazzo Magnani Feroni. Salvatore e Francesco Romano antiquari a Firenze: a century as antique dealers at Palazzo Magnani Feroni, Firenze, Sotheby's, 2009 (catalogo della vendita all'asta 12-15 ottobre 2009).

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