Palazzo dello Sport (Roma)

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Palazzo dello Sport
  • PalaSport
  • PalaEUR
  • PalaLottomatica (2003-18)
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Italia Italia
UbicazionePiazzale dello Sport, I-00144 Roma
Inizio lavori1958
Inaugurazione3 giugno 1960
Costo1900000000 L.
Ristrutturazione1999-2003
ProprietarioEUR S.p.A.
GestoreAll Events S.p.A.
ProgettoMarcello Piacentini
Prog. strutturalePier Luigi Nervi
CostruttoreIngg. Nervi & Bartoli Spa
Informazioni tecniche
Posti a sedere11 200
StrutturaCemento armato a vista
CoperturaTotale, a calotta sferica
Mat. del terrenoparquet
Area dell’edificio7800 
Uso e beneficiari
PallacanestroVirtus Roma (1983-2020)
PallavoloRoma Club (2021-2022)
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°49′31.21″N 12°27′59.65″E / 41.825337°N 12.46657°E41.825337; 12.46657

Il Palazzo dello Sport è un impianto sportivo coperto di Roma.

Il Palazzo dello Sport è stato progettato nel 1956 dall'architetto Marcello Piacentini con consulenza strutturale dell'ingegnere Pier Luigi Nervi e direzione dei lavori del geometra Arcangelo Losso, realizzato tra il 1958 e il 1960 per i XVII giochi olimpici di Roma, la struttura – di proprietà di EUR SpA – ospita da allora eventi sportivi, convegni e concerti. È anche noto come PalaSport o PalaEur dal nome del quartiere in cui è ubicato.

Tra il 1999 e il 2003 fu sottoposto a lavori di ammodernamento e ristrutturazione realizzati dalla ForumNet S.p.A. e finanziati dalla Lottomatica che acquisì il diritto a dare il proprio nome all'impianto, gestito dalla All Events Spa, società del gruppo ForumNet; per tale motivo, fino al 2018, ebbe anche il nome commerciale di PalaLottomatica.

Oltre ad essere stato la sede delle competizioni olimpiche di pallacanestro e pugilato, il Palazzo dello Sport in ambito internazionale ha ospitato un europeo di pallacanestro (1991), due mondiali (1978 e 2010) e un europeo (2005) di pallavolo, e più recentemente è destinato a ospitare le fasi finali dell'europeo 2023.

Dagli anni ottanta al 2020 sede a più riprese del club cestistico della Virtus Roma, ospita dal 2021 le gare interne della formazione femminile di pallavolo Roma Club.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'istituendo quartiere dell'EUR 42 – sede designata dell'Esposizione universale in programma per il 1942 ma mai realizzata – era già prevista, fin dal 1937, un'installazione monumentale nell'area sovrastante il Laghetto alla ricongiunzione delle carreggiate della Via Imperiale (oggi via Cristoforo Colombo[1]). L'effetto scenico che avrebbe dovuto scaturirne era quello di «quinta prospettica» per i visitatori provenienti da Roma[1].

Fu deciso, in tale area, di costruire il cosiddetto Palazzo dell'Acqua e della Luce[1] per il cui progetto furono invitati 16 noti ingegneri e architetti, tra cui Pier Luigi Nervi e Franco Albini[2]. Dalla selezione, indetta nel febbraio 1939, non risultarono vincitori. Al lavoro di Nervi fu assegnato il secondo premio[2], poi la commissione esaminatrice, diretta da Marcello Piacentini, si assunse direttamente l'onere di realizzare l'opera[2]; Nervi decise di tirarsi indietro e anche la commissione giunse a un nulla di fatto[2]. L'opera non trovò mai realizzazione, complice anche la successiva guerra che fermò tutti i lavori.

Nel 1955 il CIO assegnò a Roma i giochi olimpici del 1960[3]; fu deciso quindi che, nel quadro della costruzione dei nuovi impianti che avrebbero dovuto ospitare l'Olimpiade, nell'area sovrastante al laghetto trovasse sede un edificio multiuso, principalmente destinato alle attività sportive ma aperto anche ad altri utilizzi[4]. Piacentini e Nervi, le cui strade si erano separate quasi vent'anni prima, furono incaricati di redigere il progetto, il primo per la parte architettonica e il secondo per quella strutturale. Il progetto del Palazzo dello Sport, presentato nel 1956, prevedeva un edificio di forma circolare del diametro massimo di poco meno di 100 metri[4], realizzato completamente in cemento armato.

Una fase della costruzione del palazzo (febbraio 1959)

La costruzione avvenne tra il 1958 e il 1960. La struttura completata presenta due ordini di gradinate per un totale di circa 12 000 posti[4] con ampie luci libere, frutto della realizzazione in cemento armato; le gradinate sono sostenute da pilastri inclinati che fanno anche funzione di sostegno e raccordo con la struttura di copertura[5]: questa, spessa solo 9 centimetri[4][5], è anch'essa in cemento armato e ha la forma di calotta sferica. A completare l'opera e mascherare l'andamento curvilineo delle gradinate e l'inclinazione dei pilastri di sostegno, una copertura frontale in cristallo a facciata continua[6] che conferisce al Palazzo la sua tipica forma cilindrica. Tutti i lavori in cemento armato furono realizzati dalla società di Pier Luigi Nervi, la Ingg. Nervi e Bartoli[5]. Tra le altre imprese che parteciparono ai lavori del Palazzo dello Sport figurano Siemens italiana, che realizzò l'impianto audio; Solari di Udine, che mise in opera i tabelloni luminosi e i cronometri; Dell'Orto & Chieregatti di Milano, che si occupò dell'impianto di condizionamento; Ilva di Genova e Industria Officine Magliana (I.O.M.S.A.) di Roma per i lavori in metallo; Gazzotti di Bologna, che realizzò la superficie di gioco in parquet[7].

All'impianto si accede attraverso 16 ingressi disposti lungo la circonferenza del Palazzo, disposti a una distanza di circa 20 metri l'uno dall'altro. Al fine di rendere idoneo l'impianto anche a manifestazioni diverse da quelle sportive (canore, teatrali, etc.), le nervature della calotta interna furono ricoperte di materiale fonoassorbente[8]; ampio risalto fu dato alla circolazione dell'aria nell'edificio, completamente condizionato[8]: furono realizzate ampie luci nelle pareti di tamponamento, e la parte superiore della cupola è sopraelevata a costituire un lucernario che diffonde uniformemente l'illuminazione solare all'interno della struttura durante le ore diurne[8]. Il costo complessivo dell'impianto fu stimato in circa un miliardo e 900 milioni di lire dell'epoca[9].

L’inaugurazione del Palazzo avvenne il 3 giugno 1960[10] e già il giorno dopo ospitò il primo incontro di pugilato professionistico, che vide l’italiano Giulio Rinaldi battere il francese Gérminal Ballarin[11] davanti a circa quindicimila spettatori[11]. Dopo le Olimpiadi del 1960 dei cui tornei di pallacanestro e di pugilato fu una delle sedi[12], il Palazzo fu utilizzato – a parte la sua destinazione principale di sede di eventi sportivi – per gli usi più svariati, tra cui concerti (tra i primissimi quello dei Rolling Stones nel 1970[13]) e congressi di partito (per esempio quello della Democrazia Cristiana del 1976[14]). Dal campionato 1982-83 fino al 1999-2000, inoltre, il Palazzo dello Sport ospitò ininterrottamente le gare interne della Virtus Roma, per poi riprendere tale funzione a più riprese, l'ultima volta nel 2018[15]. Dopo la chiusura per fallimento del club, nella stagione 2020-21 l'impianto rimase inutilizzato ma, dal 2021, è tornato a essere la struttura interna di un club di prima divisione nazionale, la squadra femminile del Roma Club neopromossa in serie A1[16].

I lavori di ristrutturazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1999 il Palazzo dello Sport fu sottoposto a lavori di ristrutturazione che riguardarono il consolidamento degli impianti preesistenti e l'adeguamento alle nuove normative di sicurezza[17]. Fatta salva la struttura e l'aspetto globale del Palazzo, i lavori – in carico alla società ForumNet Spa, dal 2000 titolare da Ente Eur della concessione, poi girata ad All Events Spa, dell'impianto per 12 anni[17] – durarono tre anni sotto la supervisione degli architetti Luca Braguglia e Antonello Ricotti[18]; la società di scommesse e lotterie Lottomatica finanziò le opere e acquisì il diritto a porre il suo nome sulla struttura fino a termine concessione. I lavori riguardarono la costruzione di diversi bar e un ristorante, il miglioramento dell'acustica e la superficie esterna all'edificio; sul fronte verso Roma, sovrastante la cascata tributaria del Laghetto dell'EUR, fu realizzata una terrazza panoramica di circa 2 700 [17]. Sul fronte esterno lungo il perimetro, altresì, l'architetto Massimiliano Fuksas realizzò un'installazione con lampade fluorescenti rappresentanti i numeri del Lotto secondo la smorfia, in tributo al gioco e allo sponsor del Palazzo[18].

Il nuovo PalaLottomatica, così ridenominato, tornò a ospitare le gare interne della Virtus Roma fino a maggio 2011 allorquando, persa la licenza Eurolega[19], il club non ritenne di dover più sostenere la spesa di 750 000 euro l'anno per l'affitto della struttura e decise lo spostamento al Palazzetto dello Sport per la stagione successiva[19]. Il primo concerto ospitato nel rinnovato impianto fu quello di Carlos Santana del 20 settembre 2003[18].

Il Palazzo dello Sport è uno dei due edifici multifunzione italiani, insieme al Mediolanum Forum di Milano, facenti parte dell'EAA – European Arenas Association[20], consorzio che riunisce i gestori delle maggiori strutture coperte d'Europa.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Come detto, il Palazzo dello Sport fu la sede delle gare interne della Virtus Roma, che in tale impianto si aggiudicò il campionato 1982-83 e la successiva Coppa dei Campioni d'Europa, anche se dovette affrontare il rischio di sfratto per divergenze con l'Ente EUR[21].

Benvenuti al PalaSport contro Monzón nel 1970

In ambito pugilistico, altresì, ospitò tra gli anni sessanta e settanta numerosi e qualificati incontri valevoli per l’assegnazione di un titolo mondiale, aventi a protagonisti professionisti di indiscussa fama quali, tra gli altri, Sandro Mazzinghi, Nino Benvenuti e Bruno Arcari. Nel 1964 fu teatro del primo incontro mondiale tra due pugili italiani, il citato Mazzinghi contro Manca, per il titolo dei medi junior[22]; un anno più tardi, nel 1965, ancora Mazzinghi fu di scena, per la stessa categoria, contro Benvenuti[23], mentre Burruni incontrò Pone Kingpetch (per i mosca)[24]. Nel 1966 si incontrarono Hernández e Lopopolo per i welter junior[25]; Mazzinghi tornò più volte al Palazzo dello Sport nel 1967 contro il Francese Jo Gonzales per il titolo d'Europa e per difendere contro lo statunitense Little il proprio titolo dei medi junior nel 1968[26]. Nino Benvenuti e Luis Rodríguez furono altresì protagonisti, nel 1969, del primo incontro a Roma per il titolo mondiale dei pesi medi[27] e, di nuovo, ivi il pugile istriano disputò il match di difesa del titolo contro Monzón (1970)[28]. Ancora, Arcari riportò due titoli dei welter junior WBC, la prima volta nel 1970 contro Adigue[29] e la seconda, un anno dopo, contro Henrique[30]. Tra tali due performance di Arcari, si tenne al Palazzo dello Sport anche il primo incontro mondiale in Italia tra due stranieri, il messicano Vicente Saldívar e il franco-australiano Johnny Famechon, valido per i pesi piuma[31].

Una vista del PalaLottomatica prima di un incontro di pallacanestro, Virtus Roma — Avellino

Fu tra gli impianti che ospitarono due edizioni del Campionato mondiale di pallavolo maschile affidati all'Italia, nel 1978 come Palazzo dello Sport e nel 2010 come PalaLottomatica[32], di entrambe le quali ospitò la finale che, nel 1978, vide in campo l'Italia, sconfitta 0-3 dall'Unione Sovietica davanti a 18 000 spettatori[33].

Nel 1991 ospitò invece tutte le gare del campionato d'Europa di pallacanestro, nel quale l'Italia giunse in finale per poi essere sconfitta dalla Jugoslavia[34].

Il ristrutturato PalaLottomatica ospitò nel luglio 2004 l'edizione di quell'anno della World League di pallavolo maschile, con ancora l'Italia in finale, sconfitta 1 set a 3 dal Brasile[35]; l'anno successivo ospitò diverse gare e la finale del campionato europeo di pallavolo maschile 2005, organizzato congiuntamente da Italia e Serbia: per l'ennesima volta l'Italia fu in campo nella finale, ma in tale occasione se la aggiudicò battendo la Russia 3 set a 2[36].

Nel 2007, in occasione del NBA Europe Live Tour, il palazzo ospitò due apparizioni dei Toronto Raptors, una contro la sua avversaria di NBA dei Boston Celtics, un'altra contro la Virtus Roma[37].

Nel quadro del Campionato mondiale di pallavolo femminile 2014, assegnato all'Italia, il PalaLottomatica ne ospitò alcuni incontri, anche se la finale fu assegnata a Milano[38].

In vista della presentazione della candidatura di Roma quale sede per i Giochi olimpici del 2020, inoltre, il PalaLottomatica fu scelto come sede per la finale del campionato di pallavolo maschile 2010-11[38], e in seguito si progettò di utilizzarlo in pianta stabile quale sede delle final four di Coppa Italia[38] al fine di promuovere la Capitale come luogo idoneo a ospitare manifestazioni sportive di alto livello[38].

In occasione del campionato europeo di pallavolo maschile 2023, ospitato congiuntamente da Bulgaria, Macedonia, Israele e Italia, il Palazzo dello Sport è stato designato per ospitare la Final Four del torneo, ovvero le semifinali e la finale, che originariamente erano state assegnate a Bologna, alla quale invece è riservata la gara d'apertura del torneo[39].

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Per via delle sue buone caratteristiche acustiche[4], sia prima che dopo la ristrutturazione il Palazzo dello Sport è stato sede di numerosissimi concerti, sia come eventi singoli che come tappe di tour dei vari artisti. A parte i citati concerti del 1970 dei Rolling Stones (che vide 12 000 spettatori e un incasso di 26 milioni di lire dell'epoca[13]) e del 2003 di Carlos Santana[18], il palazzo ha ospitato diversi artisti e gruppi italiani e internazionali; a titolo esemplificativo e non esaustivo si citano i Depeche Mode nel 1987[40] e nel 1990[41], i Cure ancora nel 1987[42], Paul McCartney nel 1989[43], gli Iron Maiden nel 1990[44] e a seguire anche nel 1995 e nel 1998, i Dire Straits nel 1992[45] e i Metallica nel 1996[46] e nel 2009[47].

Non mancarono gli incidenti: il 14 febbraio 1975, in occasione di un previsto concerto di Lou Reed, il Palazzo dello Sport fu teatro di aspri scontri tra le forze dell'ordine e gruppi di manifestanti che tentarono il boicottaggio dell'esibizione, contestando all'impresario dello spettacolo David Zard di lucrare indebitamente sulla musica e di escludere i meno abbienti dalla sua fruizione[48]; gli scontri furono talmente gravi da provocare seri danni all'edificio[49] e annullare il concerto (riuscì a esibirsi solo Angelo Branduardi, uno degli artisti che dovevano fare da apertura) nonché da indurre tutti i gruppi e i cantanti provenienti dall'estero a rifiutarsi di inserire in calendario, per diversi anni a venire, le città italiane[50].

Tra gli artisti italiani più assidui figura Renato Zero, presente al Palazzo dello Sport fin dal 1978 in occasione del suo Zerolandia Tour, spesso con più serate nel corso della stessa tournée; la più recente serie di esibizioni è del novembre 2019[51]; tra gli altri gruppi più volte esibitisi al PalaSport figurano i Pooh (una prima volta nel 1990[52], poi in seguito anche nel 2006 per il tour celebrativo dei loro quarant'anni di carriera[53] e, più recentemente, a novembre 2010[54]), Francesco De Gregori (una prima volta nel 1996, poi nel 2003[55]).

Il PalaLottomatica fu scelto anche dal pianista Giovanni Allevi per tenervi la serata d'apertura del suo Alien World Tour: nel febbraio 2011 la struttura ospitò per la prima volta un concerto per pianoforte solo[56][57].

Altri eventi[modifica | modifica wikitesto]

La struttura è idonea a ospitare altri eventi diversi da quelli sportivi e musicali; a titolo esemplificativo, per rimanere nel campo artistico, l’one man show di Enrico Brignano Sono romano ma non è colpa mia (2011)[58]; al Palazzo dello Sport sono tuttavia legati alcuni congressi politici che hanno caratterizzato il corso della storia recente italiana.

Si menzionano per esempio il citato congresso della Democrazia Cristiana del 1976[14] il quale, conclusosi con l'elezione alla segreteria di Benigno Zaccagnini, confermò la politica del partito, negli anni del cosiddetto “compromesso storico”, di svolta a sinistra e l'avvicinamento alle posizioni del Partito Comunista; nel 1986, invece, l'XI congresso della CGIL, che vide le dimissioni dello storico leader sindacale Luciano Lama e l'ascesa alla segreteria di Antonio Pizzinato[59].

Più avanti, nel marzo 1989, sotto la guida del neosegretario Achille Occhetto, il Palazzo dello Sport fu teatro del XVIII congresso del Partito Comunista Italiano, nel corso del quale fu deciso di creare un nuovo soggetto politico della sinistra italiana e dal quale prese origine il Partito Democratico della Sinistra[60].

Anche il rinnovato edificio è talora sede di eventi politici: i Democratici di Sinistra ivi tennero il loro congresso del 2005[61] e, pochi mesi più tardi, anche l'Unione di Centro fu in tale struttura per il suo secondo congresso nazionale[62].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Rossi, pag. 142.
  2. ^ a b c d Rossi, pag. 144.
  3. ^ Deciso stamane: Olimpiadi a Roma, in Stampa Sera, 16 giugno 1955. URL consultato il 4 giugno 2011.
  4. ^ a b c d e Rossi, pag. 217.
  5. ^ a b c Pica, pag. 35.
  6. ^ Palazzo dello Sport, in Arketipo, Milano, New Business Media, 20 settembre 2007. URL consultato il 7 aprile 2011.
  7. ^ 1960 Olympics, vol. I,  pag. 92.
  8. ^ a b c Paoli, pagg. 1-11.
  9. ^ 1960 Olympics, vol. I,  pag. 72.
  10. ^ Verrà inaugurato oggi il Palazzo dello Sport (PDF), in l'Unità, 3 giugno 1960, p. 7. URL consultato il 20 maggio 2020.
  11. ^ a b Enrico Venturi, Facile per Rinaldi battere Ballarin (PDF), in l'Unità, 5 giugno 1960. URL consultato il 20 maggio 2020.
  12. ^ 1960 Olympics, vol. I,  pagg. 134-5.
  13. ^ a b I tumultuosi Rolling, in La Stampa, 30 settembre 1970. URL consultato l'11 maggio 2011.
  14. ^ a b Storia della DC : XII Congresso Nazionale, su storiadc.it, Firenze, Istituto Renato Branzi. URL consultato il 7 aprile 2011.
  15. ^ Paolo Nazzaro, La Virtus Roma ritorna al Palalottomatica il 7 ottobre, in Romait, 5 ottobre 2018. URL consultato il 16 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2018).
  16. ^ Acqua & Sapone ai nastri di partenza, presentata la nuova “squadra di Roma”, in Today, Roma, 28 settembre 2021. URL consultato il 19 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2021).
  17. ^ a b c Palalottomatica, su teatrailer.it, Teatrailer. URL consultato il 14 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  18. ^ a b c d Francesca Giuliani, Santana, sushi e basket: il menù Palalottomatica, in la Repubblica, 19 settembre 2003. URL consultato il 7 aprile 2011.
  19. ^ a b Eduardo Lubrano, Palazzetto dello Sport, corsa contro il tempo. Senza lavori ora il basket rischia lo sfratto, in la Repubblica, 5 giugno 2011. URL consultato il 18 settembre 2011.
  20. ^ (EN) PalaLottomatica Roma, su europeanarenas.com, Rotterdam, European Arenas Association. URL consultato il 7 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  21. ^ De Michelis si presenta, in la Repubblica, 7 novembre 1984. URL consultato il 7 aprile 2011.
  22. ^ I pugili Mazzinghi e Manca a Roma per il grande match, in La Stampa, n. 284, 10 dicembre 1964, p. 8. URL consultato il 21 maggio 2020.
  23. ^ Enrico Venturi, Benvenuti è favorito ma tutto può accadere (PDF), in l'Unità, 1965-17-12, p. 10. URL consultato il 21 maggio 2020.
  24. ^ Burruni — Pone Kingpetch domani per il titolo mondiale dei mosca, in La Stampa, n. 95, 22 aprile 1965, p. 8. URL consultato il 21 maggio 2020.
  25. ^ Enrico Venturi, Lopopolo affronta Hernández (PDF), in l'Unità, 29 aprile 1966, p. 11. URL consultato il 21 maggio 2020.
  26. ^ Mazzinghi difende a Roma il tìtolo mondiale dei medi, in La Stampa, n. 243, 24 ottobre 1968, p. 11. URL consultato il 21 maggio 2020.
  27. ^ Giuseppe Signori, Benvenuti può battere Rodríguez (PDF), in l'Unità, p. 11. URL consultato il 21 maggio 2020.
  28. ^ Giuseppe Signori, Una sfida che non dovrebbe deludere (PDF), in l'Unità, 7 novembre 1970, p. 11. URL consultato il 21 maggio 2020.
  29. ^ Sono tutti convinti: Adigue andrà k.o., in La Stampa, n. 23, 31 gennaio 1970, p. 17. URL consultato il 21 maggio 2020.
  30. ^ Arcari-Henrique sfida mondiale, in La Stampa, n. 55, 6 marzo 1971, p. 17. URL consultato il 21 maggio 2020.
  31. ^ Famechon — Saldívar sul ring a Roma, in La Stampa, n. 97, 9 maggio 1970, p. 20. URL consultato il 21 maggio 2020.
  32. ^ Eduardo Lubrano, Volley, i giorni dei Mondiali. Dieci partite clou, in campo i campioni, in la Repubblica, 21 settembre 2010. URL consultato il 7 aprile 2011.
  33. ^ Rino Cacioppo, L'URSS è neocampione, in La Stampa, 2 ottobre 1978, p. 16. URL consultato il 16 novembre 2018.
  34. ^ Walter Fuochi, Le pagelle: Gentile il migliore, Riva a metà, in la Repubblica, 30 giugno 1991. URL consultato il 7 aprile 2011.
  35. ^ Alessandro Taballione, World League, Italia nervosa: il Brasile si prende il titolo, in la Repubblica, 19 luglio 2004. URL consultato il 7 aprile 2011.
  36. ^ Corrado Sannucci, Esplode la festa della pallavolo: Italia ancora campione d'Europa, in la Repubblica, 12 settembre 2005. URL consultato il 7 aprile 2011.
  37. ^ Eduardo Lubrano, NBA, Raptors danno spettacolo, in la Repubblica, 8 ottobre 2007. URL consultato il 7 aprile 2011.
  38. ^ a b c d Gianluca Pasini, Il 15 maggio V-Day a Roma: scudetto al Palalottomatica, in la Gazzetta dello Sport, 11 febbraio 2011. URL consultato il 7 aprile 2011.
  39. ^ La Città Eterna del Volley: semifinali e Finale dell'Europeo 2023 a Roma, su fipavlazio.net, Comitato territoriale FIPAV Roma, 9 febbraio 2023. URL consultato il 27 luglio 2023 (archiviato il 21 marzo 2023).
  40. ^ Ernesto Assante, Elettropop per le masse, in la Repubblica, 29 ottobre 1987. URL consultato il 7 aprile 2011.
  41. ^ Giacomo Pellicciotti, Elogio del computer, in la Repubblica, 13 novembre 1990. URL consultato il 7 aprile 2011.
  42. ^ Laura Putti, Evviva, questo autunno porta rock di qualità, in la Repubblica, 13 novembre 1987. URL consultato il 7 aprile 2011.
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  44. ^ Giacomo Pellicciotti, Ma sì, son bravi ragazzi quei truci Iron Maiden, in la Repubblica, 20 novembre 1990. URL consultato l'8 aprile 2011.
  45. ^ Giacomo Pellicciotti, Viva il rock che consola, in la Repubblica, 9 settembre 1992. URL consultato il 7 aprile 2011.
  46. ^ https://www.metallica.com/tour/1996-09-26-rome-italy.html, su metallica.com. URL consultato il 27-10-23.
  47. ^ https://www.metallica.com/tour/2009-06-24-rome-italy.html, su metallica.com. URL consultato il 27-10-23.
  48. ^ Daniela Amenta, L'outing pubblico di Massimo Altomare, in l'Unità, 14 dicembre 2010. URL consultato l'11 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2011).
  49. ^ Fabrizio Carbone, Semidistrutto il Palasport di Roma nella lotta tra teppisti e la polizia, in La Stampa, 17 febbraio 1975. URL consultato l'11 maggio 2011.
  50. ^ Ernesto Assante, Quando l'Italia non era nei tour, in la Repubblica, 11 luglio 1993. URL consultato l'11 aprile 2011.
  51. ^ Renato Zero diventa “Il folle”: nuovo disco e tour da novembre, in la Repubblica, 8 maggio 2019. URL consultato il 17 novembre 2019.
  52. ^ Giacomo Pellicciotti, Pooh, sorrisi e canzoni, in la Repubblica, 20 aprile 1990. URL consultato il 7 aprile 2011.
  53. ^ Felice Liperi, Ecco la grande festa per 40 anni di canzoni, in la Repubblica, 18 marzo 2006. URL consultato il 7 aprile 2011.
  54. ^ Felice Liperi, Il gran ritorno dei Pooh sentimenti e tecnologia, in la Repubblica, 27 novembre 2010. URL consultato il 7 aprile 2011.
  55. ^ Felice Liperi, Dal vivo il bello di cambiare, in la Repubblica, 18 dicembre 2003. URL consultato il 7 aprile 2011.
  56. ^ Pietro D'Ottavio, Giovanni Allevi: una musica aliena, fragile e imperfetta, proprio come me, in la Repubblica, 18 febbraio 2011. URL consultato il 7 aprile 2011.
  57. ^ Oltre 7 000 persone alla Prima Nazionale dell'«Alien World Tour», su giovanniallevi.com. URL consultato il 6 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2011).
  58. ^ Alessandra Rota, Enrico Brignano: “La mia comicità antica oltre i confini del vernacolo”, in la Repubblica, 8 aprile 2011. URL consultato il 5 gennaio 2012.
  59. ^ Giampaolo Pansa, Ecco l'uomo che viene dalla nebbia, in la Repubblica, 5 marzo 1986. URL consultato il 7 aprile 2011.
  60. ^ Paolo Flores d'Arcais, Il partito post-comunista, in la Repubblica, 26 marzo 1989. URL consultato il 7 aprile 2011.
  61. ^ Marco Bracconi, Leader forte, riforme e unità: al congresso la ricetta di Fassino, in la Repubblica, 3 febbraio 2005. URL consultato il 7 aprile 2011.
  62. ^ Francesco Bei, UDC a congresso sul partito unico: “Diremo sì se cambia la leadership”, in la Repubblica, 27 giugno 2005. URL consultato il 7 aprile 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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