Oswald Croll

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Frontespizio di Basilica chymica di Oswald Croll, edito a Francoforte da Bey Gottfried Tampachen nel 1629: raffigura i più celebri alchimisti della storia, e delle formule arcane inserite in simboli geometrici.[1]

Oswald Croll, latinizzato in Osvaldus Crollius (Wetter, 1560Praga, 25 dicembre 1609), è stato un alchimista, medico e farmacista tedesco. Professore di medicina all'Università di Marburgo, in Germania, fu un seguace di Paracelso e sostenitore della dottrina iatrochimica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'anno della sua nascita, intorno al 1560, rimane incerto.[2] Figlio terzogenito del sindaco di Wetter, nella regione tedesca dell'Assia, Croll vi frequentò con profitto la scuola dell'abbazia fino al 1576, per poi proseguire gli studi ad Heidelberg, Strasburgo e Ginevra.[3] Nel 1582 ottenne un dottorato in medicina a Marburgo.[3]

Successivamente trovò un impiego come tutore, dapprima presso la famiglia francese d'Esnes a Lione dal 1583 al 1590, quindi al servizio del conte Maximilian von Pappenheim dal 1593 al 1597.[4] Viaggiò molto anche in qualità di medico, recandosi in Germania, Francia, Ungheria, Polonia e Italia, in particolare a Napoli dove incontrò Giambattista della Porta, che citerà spesso con parole di stima nella sua opera.[5]

Verso il 1598 divenne il medico di fiducia del principe Cristiano I di Anhalt-Bernburg, che lo sostenne nella sua attività di alchimista e farmacologo, e lo nominò suo emissario personale inviandolo a Praga per svolgere alcuni incarichi diplomatici. Qui divenne medico e consulente privato anche dell'imperatore Rodolfo II, detentore lui stesso di un proprio laboratorio alchemico.[3]

A Praga, dove entrò in contatto con altri maghi e occultisti come Edward Kelley, Croll si stabilì definitivamente a partire dal 1602 fino alla morte.[6]

Nel 1608 fu pubblicato per la prima volta il suo opus magnum, Basilica Chymica («Basilica chimica»), in cui Croll riassumeva le proprie ricerche, i metodi di preparazione dei farmaci, e gli studi nel campo della medicina chimica o «iatrochimica».[7] L'anno seguente fu pubblicato il suo De signatura rerum («Trattato delle firme»), in cui combinando la chimica e l'alchimia con altri campi del sapere, come l'astrologia e in particolare la botanica, approfondiva la dottrina delle segnature per determinare le proprietà mediche delle piante.[8]

Morì improvvisamente nel 1609. La sua reputazione ed influenza, tuttavia, crebbero notevolmente dopo la sua morte: tra i primi ad accorgersi del suo valore vi fu Robert Burton nel suo Anatomia della malinconia.[9] Nel 1618 Croll fu ritenuto uno dei più illustri protagonisti dell'alchimia nella Basilica Philosophica di Johann Daniel Mylius, che gli dedicò un emblema accanto al motto:[7]

«Oswald Croll di Wetter, discepolo dei filosofi: questa conoscenza non racchiude altro che i segreti dei saggi maestri e filosofi.[7]»

Dottrina alchemica[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Paracelso tra gli alchimisti raffigurati sul frontespizio di Basilica Chymica (1608)

Oswald Croll fu tra i più importanti seguaci di Paracelso e una figura di spicco nel ramo medico della iatrochimica.[10]

L'essere umano, per Croll, non è disgiunto dall'universo in cui è inserito, ma ogni sua parte è collegata per analogia con i molteplici aspetti del macrocosmo. Così anche la medicina non è una disciplina a sé stante, poiché ogni sintomo parla un linguaggio segreto che il medico deve saper decodificare con l'ausilio della magia, dell'alchimia e dell'astrologia.[11] Le erbe terrestri, ad esempio, rispecchiano in maniera speculare le caratteristiche degli astri celesti, con i loro tempi e qualità.[12]

La chimica e l'alchimia sono per Croll due discipline separate che però si completano a vicenda, come due metà di un'unica scienza, allo stesso modo in cui i composti organici e quelli inorganici si connettono tra loro. Egli tradusse in simboli geometrici tali connessioni già evidenziate da Paracelso, esplicitando ad esempio in un triangolo il modo in cui mercurio, zolfo e sale si rapportano.[1]

Egli stimolò inoltre le ricerche di Giambattista della Porta sulla fisiognomica.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Basilica Chymica (1608), ritenuto uno dei più importanti trattati sulla iatrochimica,[10] tradotto in numerose lingue, e contenente oltre a una lunga introduzione, una serie di ricette basate sulla dottrina paracelsiana, come l'Arcanum corallini, la Luna Cornea, l'Aurum volatile, l'Antimonio diaphoreticum, ecc.[2]
  • De signaturis internis rerum (1609), in cui l'aspetto visibile di erbe, metalli e minerali è posto in relazione con quello degli organi umani più simili, svelandone la loro utilità terapeutica nascosta.[11] In seguito sarà inserito come secondo volume nella precedente Basilica Chymica.

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Osvald Crollius, Basilica Philosophica, Venezia, Combi, 1643.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Arthur Greenberg, From Alchemy to Chemistry in Picture and Story, pagg. 7 e 138-9, John Wiley & Sons, 2007.
  2. ^ a b c Marcello Fumagalli, «Croll Oswald» (PDF), in Semplicisti e Stillatori: l'arte degli Aromatari, Milano, SGS, 2016, pp. 118-9.
  3. ^ a b c (EN) Gerald Schröder, Crollius, Oswald, su encyclopedia.com, Complete Dictionary of Scientific Biography.
  4. ^ (EN) Crollius [Croll], Oswald, su galileo.rice.edu, Galileo Project.
  5. ^ Osvaldi Crollii Basilica Chymica oder Alchÿmistisch Königlich Kleÿnod, Tampach, 1629.
  6. ^ Mark Haeffner, Dictionary of Alchemy: from Maria Prophetessa to Isaac Newton, pag. 94, Aquarian Press, 1991.
  7. ^ a b c Stanislas Klossowski de Rola, The Golden Game: Alchemical Engravings of the Seventeenth Century, pp. 155-7, G. Braziller, 1988.
  8. ^ Owen Hannaway, The Chemists and the Word: The Didactic Origins of Chemistry, pp. 64-71, Johns Hopkins University Press, 1975.
  9. ^ Peter H. Marshall, The Theatre of the World. Alchemy, Astrology and Magic in Renaissance Prague, pag. 131, Harvell Secker, 2006.
  10. ^ a b Massimo Corradi, I Quattro Elementi: Aria, Acqua, Terra e Fuoco, pag. 112, Genova, Edizioni di Storia, Scienza, Tecnica, 2008.
  11. ^ a b Umberto Antonio Padovani, Grande antologia filosofica: Il pensiero della Rinascenza e della Riforma, a cura di M. F. Sciacca, A. M. Moschetti e M. Schiavone, pp. 438-9, C. Marzorati, 1954.
  12. ^ Marcello Fumagalli, Semplicisti e Stillatori: l'arte degli Aromatari, op. cit., pp. 21-23.

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Controllo di autoritàVIAF (EN22267241 · ISNI (EN0000 0001 1794 8162 · SBN SBLV257502 · BAV 495/7510 · CERL cnp00942265 · LCCN (ENn85053512 · GND (DE118522833 · BNF (FRcb12751249t (data) · J9U (ENHE987007260054805171 · CONOR.SI (SL158916963 · WorldCat Identities (ENlccn-n85053512