Copertina de La Domenica del Corriere che riportò la notizia della vittoriosa impresa di Kunfida
Nacque a San Marco Argentano, comune dell'entroterra cosentino,dove il padre svolgeva la professione di agrimensore, il 26 dicembre 1866.[1] Nel 1882 si arruolò nella Regia Marina,iniziando a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno dalla quale uscì con il grado di guardiamarina. Si imbarcò in successione sulle navi da battaglia Italia, Sardegna e sulla pirofregata corazzata San Martino, e tra il 1899 e il 1900 su alcune torpediniere.[1]
Promosso capitano di fregata nel 1909, nell'aprile 1911, alla vigilia della guerra italo-turca, assunse il comando dell'incrociatore protettoPiemonte,[1] svolgendo incarichi esplorativi nel Mar Rosso tra Aden e Gibuti, ed inviando una relazione al Ministero della Marina sulle condizioni socio-economiche di quelle zone e sugli incontri con le autorità locali, prospettando al Ministero iniziative idonee per futuri insediamenti commerciali. Nello stesso anno il Bollettino della Reale Società Geografica pubblicò il resoconto di un viaggio a Nairobi e nel Congo francese.
Alcuni mesi dopo l'inizio della guerra con la Turchia, si rese protagonista di una impresa che gli procurò una diffusa notorietà grazie anche ad un'illustrazione di Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere. Ecco il testo del telegramma che da Asmara alle 17 e 15 annunciò l'esito vittorioso[1] della battaglia navale del 7 gennaio 1912 a Kunfida: «Incrociatore Piemonte, cacciatorpediniere Garibaldino e Artigliere incontrarono sette cannoniere turche ed uno yacht armato. Malgrado valide artiglierie turche nostre navi annientarono cannoniere, catturarono yacht e presero parte dei cannoni nemici, bandiere e trofei di guerra».
La foto del cap. Paladini sulla Domenica del Corriere
L'azione gli valse le onorificenze di Ufficiale della Corona d'Italia e di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia[1] perché "diresse e coordinò la ricerca di cannoniere nemiche in località irte di difficoltà idrografiche, predispose e condusse l'azione con prontezza e perfetti criteri militari".
Negli anni della prima guerra mondiale fu promosso contrammiraglio nel 1917, alzando la sua insegna sulla Roma,[1] e poi assunse il comandò dapprima della Divisione da battaglia, e nel 1918 della 3ª Squadra Navale, svolgendo anche funzioni di Comandante della Difesa alla M.M. e Direttore Generale del Regio Arsenale di Taranto.
Nuovamente si rese protagonista di un'impresa bellica. Il 2 ottobre 1918 diresse l'attacco ad una base navale austriaca a Durazzo guadagnandosi il titolo di Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia e, per la partecipazione agli eventi bellici, l'onorificenza di Grande Ufficiale della Corona d'Italia.[1][1]
Dopo la fine dalla guerra svolse il ruolo di Comandante superiore delle forze navali in Albania (1919), e quindi ricoprì l'incarico di Comandante militare marittimo di Ancona (1920).[1]
Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storio dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN978-88-98485-95-6.
Giovanni Ferrero, Osvaldo Paladini e il suo tempo. Una storia famigliare dell'Italia postunitaria, Milano, Ferrero Editore, 2012.
Paul G. Halpern, La grande guerra nel Mediterraneo Vol.1, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2008.
(EN) Halpern 1995 Paul G. Halpern, A Naval History of World War I, Annapolis, Naval Institute Press, 1995, ISBN1-55750-352-4.