Ost-Bataillon

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Amin el Husseini il Grand Mufti di Gerusalemme parla ai volontari della Legione azera.

Gli Ost-Bataillon ("Battaglioni dell'Est", in tedesco) erano truppe della Wehrmacht create dai tedeschi con prigionieri di guerra dell'Armata Rossa o da volontari delle minoranze dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Volontari Armeni, 1941

La creazione degli Ost-Bataillon era data dalla mancanza di uomini da utilizzare per la difesa delle postazioni fisse nel fronte occidentale dalla prevista invasione alleata.

Gli uomini di queste unità provenivano principalmente da Russia, Georgia, Polonia, Ucraina e dalle repubbliche musulmane dell'Unione Sovietica, ma anche da altre etnie non slave. Soltanto i comandanti erano tedeschi, e avevano anche la possibilità di fare fuoco sui propri uomini nel caso tentassero la fuga. La maggior parte dei sopravvissuti, rimpatriati in Unione Sovietica, venne accusata di collaborazionismo e finì quindi per essere giustiziata o condannata ai lavori forzati.

Il loro livello di addestramento era talmente basso che l'esercito tedesco aveva deciso di far combattere queste truppe soltanto su posizioni già preparate.

Furono la parte principale della difesa tedesca contro gli alleati in Francia, poiché le vere e proprie truppe di fanteria mobile tedesca non erano ancora state dislocate in Normandia. Essendo i membri di questi reparti provenienti da paesi extra-tedeschi, le Ostruppen venivano disprezzate dal resto dell'esercito. Il loro contributo in Normandia fu modesto, sempre che non si ammutinassero.

Questi battaglioni erano inquadrati nelle divisioni statiche 709, 243 e 716.

Da queste formazioni provennero i numerosi partigiani dell'est operanti in Italia; molti di loro infatti si ammutinarono, unendosi alla Resistenza locale. Si calcola che furono oltre 5.000 a livello nazionale, di cui 700 solo in Piemonte.[1][2]

Forza[modifica | modifica wikitesto]

I battaglioni Ost erano organizzati in sei legioni:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Massimiliano Ferraro, I partigiani sovietici tra Piemonte e Friuli Archiviato il 14 agosto 2013 in Internet Archive., ilgiornaledelfriuli.net
  2. ^ Documentario, "Rukà ob Ruku - Fianco a Fianco", di Marcello Varaldi, Russkij Mir

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Rolf-Dieter Müller, An der Seite der Wehrmacht. Hitlers ausländische Helfer beim "Kreuzzug gegen den Bolschewismus" 1941-1945, Berlino, Christoph Links Verlag, 2007, ISBN 978-3-86153-448-8.

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