Osteoclasto
Osteoclasta | |
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Nome latino | osteoclastus |
Sistema | sistema scheletrico |
Identificatori | |
MeSH | A11.329.372.700 e A11.627.482.700 |
TI | H2.00.03.7.00005 |
L'osteoclasto è una cellula molto grande, polinucleata (sincizio) e ricca di lisosomi. Appartiene alla linea dei monociti-macrofagi, deriva cioè dalla cellula mesenchimale emopoietica. Presenta molte estroflessioni ed increspature nella membrana plasmatica, in posizione basale, chiamato orletto striato. Gli osteoclasti vanno a contatto con la matrice ossea e hanno la funzione di riassorbire l'osso erodendolo mediante enzimi di esocitosi e pH acido, collaborano cioè all'omeostasi calcica.
Indice
Riassorbimento osseo[modifica | modifica wikitesto]
Questa attività degli osteoclasti è svolta in tre fasi: l'adesione alla matrice ossea da riassorbire, la creazione di un ambiente acido che solubilizza la matrice minerale, la digestione enzimatica della matrice organica.
- L'adesione alla matrice da erodere avviene attraverso recettori integrinici ed è seguita dalla comparsa di podosomi, strutture di adesione che permettono di isolare l'ambiente in cui avverrà il riassorbimento. L'osteoclasto si affaccia sulla matrice da riassorbire dal lato dell'orletto striato.
- Una anidrasi carbonica trasforma anidride carbonica e acqua in ione bicarbonato e protoni. Lo ione bicarbonato viene scambiato con Cloro. Cloro e protone vengono portati nello spazio delimitato dall'anello del podosoma.
- Una pompa protonica situata nella membrana dell'orletto striato acidifica lo spazio extracellulare delimitato dall'anello di podosomi, si viene così a creare un pH di 4.5 che solubilizza i sali minerali.
- A questo punto la matrice organica è libera e avviene la degradazione enzimatica, tramite il rilascio di enzimi lisosomiali. I prodotti della degradazione della matrice organica vengono endocitati e poi riesocitati dalla parte opposta della cellula (transcitosi).
Differenziamento[modifica | modifica wikitesto]
Il paratormone (PTH) stimola l'osteoclastogenesi in maniera indiretta, agendo cioè sugli osteoblasti. Questi ultimi sotto l'influenza del PTH secernono una citochina, la M-CSF, per la quale i monociti possiedono un recettore specifico, il c-fms. Inoltre, sempre stimolati dal PTH gli osteoblasti secernono una proteina chiamata RANKL, per la quale i monociti possiedono il recettore specifico RANK. Queste molecole prodotte dagli osteoblasti interagiscono quindi con i monociti, inducendoli a differenziare in osteoclasti. Infine gli osteoblasti per mitigare l'azione di RANKL secernono un finto recettore solubile, chiamato osteoprotegerina (OPG), che legandosi a RANKL, ne impedisce l'interazione con il corretto recettore (RANK) presente, come detto, sulla superficie dei monociti. L'equilibrio fra la produzione di RANKL, M-CSF e OPG stabilisce il livello di osteoclastogenesi.
Inibizione[modifica | modifica wikitesto]
L'ormone calcitonina, prodotto dalla tiroide, inibisce l'attività degli osteoclasti, agendo direttamente su di essi.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
S. Adamo, P. Carinci, M. Molinaro, G. Siracusa, M. Stefanini, E. Ziparo (a cura di), Istologia di V. Monesi. Piccin Editore, 5ª edizione, ISBN 88-299-1639-0
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Osteoclasto, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
- (EN) Osteoclasto, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Osteoclasto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.