Osservatorio di Kandilli

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Osservatorio di Kandilli
OrganizzazioneUniversità del Bosforo
StatoBandiera della Turchia Turchia
Coordinate41°03′48″N 29°03′44″E / 41.063333°N 29.062222°E41.063333; 29.062222
Fondazione1868
Sitowww.koeri.boun.edu.tr/new/en
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Turchia
Osservatorio di Kandilli
Osservatorio di Kandilli

L'Osservatorio di Kandillii, o più formalmente Osservatorio di Kandilli e Istituto di ricerca sui terremoti (KOERI, in turco Kandilli Rasathanesi ve Deprem Araştırma Enstitüsü) è un osservatorio turco, anch'esso specializzato nella ricerca sui terremoti. Si trova nel quartiere Kandilli del distretto di Scutari sul lato anatolico di Istanbul, in cima a una collina che domina il Bosforo.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'osservatorio, chiamato in origine "Osservatorio Imperiale" (in turco ottomano رصدخانه‌يي امیره, Rasathâne-i Âmire) come stabilito nel 1868 nella parte rumelia di Istanbul, ed era dedicato principalmente alle previsioni del tempo e al cronometraggio accurato. Suo primo direttore fu il francese Aristide Coumbary, esperto di meteorologia[2] e noto per aver osservato un presunto transito di Vulcano nel 1865.[3] Dopo il terremoto di Istanbul del 1894, l'istituto iniziò ad occuparsi anche di sismologia, con il supporto del geologo italiano Giovanni Agamennone,[4] che fornì strumenti di sua invenzione.[5]

Nel 1895, il matematico Salih Zeki fu chiamato a dirigere l'osservatorio. Quando Zeki divenne rettore dell'Università di Istanbul, decretò lo spostamento dell'osservatorio nel quartiere di Maçka, vicino la scuola di artiglieria. Durante l'incidente del 31 marzo 1909, l'attrezzatura dell'osservatorio fu distrutta dai ribelli.[6]

L'anno seguente Zeki chiamò l'astronomo Fatin Gökmen, padre dell'astronomia moderna in Turchia, a ristabilire e dirigere l'osservatorio.[7]

Fatin Gökmen scelse il luogo attuale come sede dell'osservatorio. I lavori di ricerca sistematica iniziarono il 1º luglio 1911. Dopo diversi cambi di nome, nel 1940 entrò in uso il nome "Osservatorio di Kandilli, Astronomia e Geofisica". Nel 1982 l'Osservatorio fu annesso all'Università del Bosforoi. Successivamente, l'istituto fu ribattezzato Osservatorio di Kandilli e Istituto di ricerca sui terremoti (KOERI).[8]

Struttura dell'istituzione[modifica | modifica wikitesto]

L'Osservatorio Kandilli è costituito dai seguenti dipartimenti, laboratori e altre strutture situate all'interno del suo campus:

Dipartimenti
Laboratori
Altre strutture

Inoltre, l'osservatorio esterno al campus gestisce i seguenti centri:

  • Centro di monitoraggio dei test nucleari Belba, già stazione di ricerca sismica Belbaşı (Belbaşı, provincia di Ankara)
  • Centro di İznik per la riduzione dei danni del terremoto (Iznik Deprem Zararlarinin Azaltilmasi Merkezi) (Iznik, provincia di Bursa)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tubiba map, su tubiba.com (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2016).
  2. ^ Francesco Denza, Meteorologia e Fisica del globo, in Francesco Grispigni e Luigi Trevellini (a cura di), Annuario scientifico ed industriale - Anno Quinto - 1868, Milano, Treves e C., 1869, pp. 143-144.
  3. ^ (EN) Aristide Coumbary e G. F. Chambers, Observation of a Suppposed New Inferior Planet, in Astronomical Register, vol. 3, 1865, p. 214, Bibcode:1865AReg....3..214C.
  4. ^ (EN) Clive Ruggles (a cura di), Category of Astronomical Heritage: tangible immovable. Imperial Observatory - Kandilli Observatory, Istanbul, Turkey, su www3.astronomicalheritage.net, Portal to the Heritage of Astronomy. URL consultato il 2 agosto 2022.
  5. ^ (EN) Amit Bein, The Istanbul Earthquake of 1894 and Science in the Late Ottoman Empire, in Middle Estern Studies, vol. 44, 2008, pp. 909-924, DOI:10.1080/0026320080242602.
  6. ^ (EN) Hüseyin Gazi Topdemir, Salih Zeki, in Virginia Trimble, Thomas Williams, Katherine Bracher, Richard Jarrell, Jordan D. Marché e F. Jamil Ragep (a cura di), Biographical Encyclopedia of Astronomers, Springer Science & Business Media, 2007, pp. 1007-1008, ISBN 9780387304007.
  7. ^ (EN) Mustafa Kaçar, Gökmen, Mehmed Fatin, in Virginia Trimble, Thomas Williams, Katherine Bracher, Richard Jarrell, Jordan D. Marché e F. Jamil Ragep (a cura di), Biographical Encyclopedia of Astronomers, Springer Science & Business Media, 2007, p. 427, ISBN 9780387304007.
  8. ^ Boğaziçi Üniversitesi - Kandilli Rasathanesi ve Deprem Araştırma Enstitüsü, su www.koeri.boun.edu.tr.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN83145067100566631089 · ISNI (EN0000 0004 1762 2068 · LCCN (ENn88014437 · WorldCat Identities (ENlccn-n88014437