Oscillazione artica


L'oscillazione artica (inglese: Arctic Oscillation) o indice AO è un indice descrittivo che fa parte delle teleconnessioni atmosferiche. Detto indice varia in modo non stagionale e senza particolari periodicità. L'indice AO è calcolato in base alla differenza di pressione tra l'artico e le medio-basse latitudini, generalmente comprese tra il 37º e il 45º parallelo. La differenza di pressione tra l'artico e le medie latitudini descrive la forza del vortice polare.[1]
L'indice AO è strettamente collegato all'indice NAM.
L'oscillazione tra le pressioni a livello del mare a latitudini polari e temperate è stata identificata da Edward Lorenz[2] e definitivamente accettato nel 1998 da David WJ Thompson e John Michael Wallace.[3]
La strutturazione del vortice polare è particolarmente importante in inverno, quando determina le sorti meteorologiche di Europa, Asia centrosettentrionale e America settentrionale, determinando quanto l'aria fredda del vortice polare è in grado di influenzare il clima delle medie latitudini.
Si caratterizza da due fasi: fase positiva e fase negativa[4].
Fase positiva
[modifica | modifica wikitesto]Gradiente positivo ovvero alta pressione alle medie latitudini e bassa pressione alla latitudini polari. Questo determina un vortice polare particolarmente profondo e attivo che spinge le correnti occidentali in modo particolarmente forte; queste risultano tese, poco ondulate e ciò limita gli scambi di calore. Il freddo viene concentrato alle alte latitudini e in particolare sull'Europa dominano le miti correnti atlantiche occidentali.
Fase negativa
[modifica | modifica wikitesto]Gradiente negativo ovvero bassa pressione alle medie latitudini e alta nelle regioni polari. Il vortice polare è quindi destabilizzato. A seconda dell'ampiezza del fenomeno il vortice polare può semplicemente ellitticizzarsi o arrivare a scindersi in due o anche tre parti (splitting del vortice polare). Queste parti emigrano a sud causando severe ondate di freddo alle medie latitudini.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Arctic Oscillation (AO) time series, 1899 – June 2002, su jisao.washington.edu. URL consultato il 25 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2013).
- ^ Edward N. Lorenz, SEASONAL AND IRREGULAR VARIATIONS OF THE NORTHERN HEMISPHERE SEA-LEVEL PRESSURE PROFILE, in Journal of Meteorology, vol. 8, n. 1, 1951, pp. 52-59, Bibcode:1951JAtS....8...52L, DOI:10.1175/1520-0469(1951)008<0052:SAIVOT>2.0.CO;2, ISSN 1520-0469 . URL consultato il 28 agosto 2010.
- ^ David W. J. Thompson, John Michael Wallace, The Arctic oscillation signature in the wintertime geopotential height and temperature fields, in Geophysical Research Letters, vol. 25, n. 9, 1998, pp. 1297-1300, Bibcode:1998GeoRL..25.1297T, DOI:10.1029/98GL00950. URL consultato il 28 agosto 2010.
- ^ James Hansen, Reto Ruedy, Makiko Sato, Ken Lo, If It’s That Warm, How Come It’s So Damned Cold? (PDF), 2009. URL consultato il 17 luglio 2013.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito sugli indici climatici artici, su arctic.noaa.gov.