Oscar Di Giamberardino

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Oscar Di Giamberardino
NascitaTorre de' Passeri, 12 novembre 1881
MorteRoma, 10 novembre 1960
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Marina Militare Italiana
Anni di servizio1903-1951
GradoAmmiraglio di divisione
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
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Oscar Di Giamberardino (Torre de' Passeri, 12 novembre 1881Roma, 10 novembre 1960) è stato un ammiraglio italiano, considerato uno degli “intellettuali” della Marina italiana e, unitamente agli ammiragli Bernotti e Fioravanzo, uno dei principali esponenti del pensiero navale italiano fra le due guerre mondiali. Dopo aver combattuto ed essersi distinto nel corso della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale, a partire dagli anni trenta del XX secolo alla carriera di ufficiale aggiunse l'opera di teorico e scrittore navale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'ariete torpediniere Puglia alla fonda in una foto del 1914.
L'incrociatore leggero Duca degli Abruzzi in una foto di prima della seconda guerra mondiale.

Nacque a Torre de' Passeri (provincia di Pescara) il 12 novembre 1881.[1] Arruolatosi nella Regia Marina, nel 1899 fu ammesso al frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno, uscendone nel 1903 con la nomina a guardiamarina.[1] Dopo un periodo d’imbarco su unità maggiori, partecipò, con il grado di tenente di vascello, alla guerra italo turca a bordo dell'incrociatore corazzato Francesco Ferruccio e degli arieti torpedinieri Puglia ed Elba.[1]

All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, prese parte alla difesa di Grado, e quindi fu imbarcato sul cacciatorpediniere Indomito e quindi, come vicecomandante, sull'esploratore Cesare Rossarol.[1] Nel 1917 assunse il comando della torpediniera 48 OS, venendo decorato con una Medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare per essersi distinto in numerose missioni sulla costa nemica dell'Alto Adriatico.[1] Divenuto capitano di corvetta, prese servizio presso il neocostituito comando della Dalmazia e quindi in quello della piazzaforte di Pola, e tra il 1923 e il 1924 fu presso l'Istituto di guerra marittima di Livorno.[1] Dal 1925 al 1927, con il grado di capitano di fregata, fu addetto navale in Germania e quindi in Polonia, ritornando poi all'Istituto di guerra marittima come coadiutore dei corsi per i successivi due anni.[1] Capitano di vascello nel 1931, fu destinato a prestare servizio presso la Scuola di guerra dell'esercito a Torino, assumendo quindi il comando dell'incrociatore pesante Pola, e quindi, trasferito come comandante sull'incrociatore pesante Zara, svolse nel contempo l'incarico di capo di stato maggiore della 1ª Squadra navale.[1] Contrammiraglio nel 1936 e promosso ammiraglio di divisione alla fine dello stesso anno, fu nominato comandante della 8ª Divisione navale, alzando la sua insegna sull'incrociatore leggero Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi.[1] Posto in posizione in ausiliaria, per raggiunti limiti di età, nel 1941, fu richiamato temporaneamente in servizio per esigenze belliche nell'ottobre del 1942, e poi ne fu dispensato nel dicembre del 1944.[1] Collocato a riposo e iscritto nella riserva dal 1951, fu posto in congedo assoluto per limiti d'età nel 1954.[1] Si spense a Roma il 10 novembre 1960.[1]

L'attività come scrittore e studioso[modifica | modifica wikitesto]

Dotato di brillante ingegno e molto portato negli studi, nel 1933 ricevette la Medaglia d'argento di 2ª classe per due pregevoli opere: Il fascismo e gli ideali di Roma, che attraverso un esame dei momenti storici della romanità studiava la vocazione marittima dell'Italia, e Politica marittima, un esame analitico della politica navale italiana, entrambe edite nel corso degli anni Trenta del XX secolo.[1] Studioso di strategia marittima, sulla base degli studi di Guido Po, tenne una serie di conferenze all'Istituto di guerra marittima, raccolte poi nel volume L'arte della guerra in mare, in cui delineò in modo estremamente efficace il compito principale della Regia Marina nell'ambito di un conflitto che si profilava all'orizzonte, la protezione del traffico nel contesto del dominio delle comunicazioni marittime.[1] La sua visione, improntata al realismo, non nascondeva la impossibilità di difendere le linee commerciali più importanti del Mar Mediterraneo dove il probabile nemico, la Gran Bretagna, era in possesso delle posizioni chiave, consigliando l'unica linea di azione possibile, una politica difensiva. L’arte della guerra sul mare, nell'edizione rivista del 1958, fu tradotta in francese e in spagnolo.[1] Altre opere degne di nota sono La Marina nella tragedia nazionale, del 1947, e L'arte della guerra (Kriegskunst in unserer Zeit), del 1961, in lingua tedesca.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di torpediniera, ha eseguito numerose missioni nelle acque nemiche dimostrando elevato spirito di iniziativa e grande ardimento. Prendeva parte altresì ad ardite missioni di bombardamento diurno e notturno delle retrovie avversarie a breve distanza dalla costa in zone minate e sotto intenso tiro di batterie, dando costante prova di alte qualità militari e marinaresche. Alto Adriatico, novembre 1917-settembre 1918
— Decreto Luogotenenziale 16 febbraio 1919.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Al comando di torpediniera in un lungo periodo di eccezionale attività, eseguiva numerose missioni nel golfo di Trieste, spesso a piccolissima distanza dalla costa nemica, in zone fortemente minate, sotto il tiro delle batterie costiere avversarie e sotto attacchi di velivoli, dimostrando in ogni circostanza serenità e coraggio. Alto Adriatico, ottobre 1917
— Decreto Luogotenenziale 17 marzo 1918.
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Il fascismo e gli ideali di Roma, Vallecchi, Firenze, 1931.
  • Politica marittima, L. Cappelli, Bologna, 1932.
  • L'uomo e la felicità, L. Cappelli, Bologna, 1933.
  • L'arte della guerra in mare, Ministero della Marina tipo-litografia dell'ufficio di Gabinetto,, Roma, 1937.
  • L'individuo nell'etica fascista, Vallecchi, Firenze, 1940.
  • La politica bellica nella tragedia nazionale (1922-1945), Polin, Roma, 1945.
  • La marina nella tragedia nazionale, Danesi in via Margutta, Roma, 1947.
  • Il prossimo conflitto mondiale, Danesi in via Margutta, Roma, 1947.
  • L'ammiraglio Millo, dall'impresa dei Dardanelli alla passione dalmatica., Tirona, Livorno, 1950.
  • La federazione Europea, Ministero della Difesa, Roma, 1953.
  • Dall'esis̜tenzialismo alla filosofia della sensibilità, CEDAM, Padova, 1951.
  • Kriegskunst in unserer Zeit, Wehr und Wissen, Darmstadt, 1961.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storio dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN 978-88-98485-95-6.
  • Erminio Bagnasco, In Guerra sul Mare. Navi e marinai italiani nel secondo conflitto mondiale, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2005, ISBN 88-87372-50-0.
  • (EN) Maurizio Brescia, Mussolini's Navy. A Reference Guide of Regia Marina 1930-1945, Barnsley, Seaforth Publishing, 2012.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN300761051 · ISNI (EN0000 0004 0831 4792 · LCCN (ENno2017115322 · GND (DE1157338429 · J9U (ENHE987007361585905171 · CONOR.SI (SL42503011