Orly Levy-Abekasis

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Orly Levy-Abekasis
Levy-Abekasis nel 2015

Ministero per il potenziamento e l'avanzamento della comunità
Durata mandato14 maggio 2020 –
13 giugno 2021
PredecessoreNessuno
SuccessoreOmer Bar-Lev

Dati generali
Partito politicoYisrael Beiteinu (2009–2017), Indipendente (2017-2019), Gesher (2019–2021), Likud (2021–)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàIDC Herzliya
Professioneconduttrice televisiva, modella

Orly Levy-Abekasis (in ebraico אוֹרְלִי לֵוִי־אַבֵּקָסִיס?; Beit She'an, 11 novembre 1973) è una politica, modella e conduttrice televisiva israeliana.

È stata deputata alla Knesset per la prima volta alla Knesset nel 2009 come rappresentante di Yisrael Beiteinu sino al 2017, quando si è iscritta al gruppo degli indipendenti. Nel 2019 ha fondato il partito, Gesher, per partecipare alle elezioni dell'aprile 2019. Sebbene il partito non abbia ottenuto seggi, è stata rieletta alla Knesset alle elezioni del settembre 2019, in cui Gesher era in coalizione con il Partito Laburista Israeliano. Nel maggio 2020 è stata nominata ministra per l'Empowerment e l'Avanzamento della Comunità, dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che ha istituito per il dicastero.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È nata a Beit She'an, da una famiglia ebrea marocchina. È stata la nona dei dodici figli dell'ex ministro degli Esteri David Levy, di origine marocchina.[2]

Ha prestato il servizio militare nell'aeronautica israeliana e in seguito si è laureata in giurisprudenza presso il collegio privato IDC Herzliya (oggi denominato Reichman University).[3][4]

È sposata con Lior Abekasis. Ha quattro figli e risiede con la famiglia nel kibbutz Mesilot.[4] Suo fratello Jackie è stato sindaco di Beit She'an per il Likud.[2][3]

Carriera televisiva e di modella[modifica | modifica wikitesto]

Ha lavorato come modella e conduttrice televisiva locale.[5][6]

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni del 2009, si è candidata nella lista del Yisrael Beiteinu[7], classificandosi sesta per numero di preferenze, ed è entrata alla Knesset dopo che il partito ha ottenuto quindici seggi. Durante il suo primo mandato, ha ricoperto la carica di vicepresidente della Knesset e di presidente della commissione per i diritti del fanciullo.[8]

Alle elezioni del 2013, è stata la sedicesima più votata nella lista dell'alleanza Likud Beiteinu ed è entrata alla Knesset, dopo che il partito ha ottenuto 31 seggi. È stata riconfermata presidente del Comitato per i diritti del fanciullo.[8]

Nel gennaio 2015 è stato annunciato che sarebbe stata seconda nella lista Yisrael Beiteinu per le elezioni del marzo 2015.

Nel maggio 2016 ha annunciato l'uscita da Yisrael Beiteinu a causa della scarsa attenzione agli affari sociali nei negoziati del partito per l'ingresso nel governo di coalizione.[9] È diventata ufficialmente indipendente il 15 marzo 2017.[10] A causa dell'uscita da Yisrael Beiteinu durante il mandato, non ha potuto candidarsi alle elezioni successive a causa del regolamento della Knesset.[11]

Nel marzo 2018 ha annunciato l'intenzione di formare un nuovo partito.[12] Nel dicembre 2018, ha chiamato il partito Gesher, ridando vita al nome del partito fondato da suo padre nel 1996.[13]

Alle elezioni dell'aprile 2019, Gesher non ha raggiunto la soglia di sbarramento.[14] A causa della mancata formazione del nuovo governo, la Knesset appena eletta si è sciolta nel maggio 2019 e sono state indette elezioni lampo per settembre.[15]

Il 18 luglio 2019, Gesher ha formato un'alleanza elettorale con i laburisti e è stata inserita al secondo posto nella lista congiunta.[16][17] È stata rieletta alla Knesset, grazie alla conquista di sei seggi da parte dell'alleanza.

Nel maggio 2020, dopo aver firmato un accordo di coalizione con il Likud, è stata nominata capo del neonato Ministero per il potenziamento e l'avanzamento della comunità.[1]

Alle elezioni del 2021, è stata inserita al ventiseiesimo posto nella lista del Likud e ha mantenuto il suo seggio alla Knesset, dato che il Likud ha ottenuto trenta seggi.[18][19]

Alle elezioni del 2022, è stata inserita al cinquantesimo posto nella lista del Likud e non è stata eletta, dato che il Likud ha ottenuto trentadue seggi.[20][21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) ToI Staff, Gesher’s Levy-Abekasis joins coalition, to head newly created ministry, su timesofisrael.com. URL consultato il 12 marzo 2023.
  2. ^ a b (HE) he:מפתיעת הסקרים, in Mishpacha, n. 1354, 26 aprile 2018, p. 24.
  3. ^ a b Lahav Harkov, Levy-Abecasis gets a boost as Shamir leaves Yisrael Beytenu, in The Jerusalem Post, 17 gennaio 2015. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  4. ^ a b Orly Levi-Abekasis: Particulars, in knesset.gov.il. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  5. ^ (EN) Judy Maltz, The Former TV and Fashion Star Who Could Be Israel's Next Kingmaker, in Haaretz, 16 gennaio 2019. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  6. ^ Kevin Peraino, An Israeli Supermodel's Bid For Knesset, in Newsweek, 7 febbraio 2009. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  7. ^ The party lists for Feb. 10, in Jewish Telegraphic Agency, 2 febbraio 2009. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  8. ^ a b Orly Levi-Abekasis: Knesset Activities, su knesset.gov.il. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  9. ^ Lahav Harkov, Levy-Abecasis leaves Yisrael Beytenu amid coalition talks, in The Jerusalem Post, 19 maggio 2016. URL consultato il 24 giugno 2017.
  10. ^ Mergers and Splits Among Parliamentary Groups, su knesset.gov.il. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  11. ^ (EN) Moran Azulay e Matan Tzuri, Orly Levy-Abekasis announces new political party, in Ynetnews, 3 giugno 2018. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  12. ^ Yisrael Beytenu rebel announces formation of new party, in The Times of Israel, 6 marzo 2018. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  13. ^ Orly Levy-Abekasis forms her own party ahead of April elections, in The Jerusalem Post, 25 dicembre 2018. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  14. ^ Hoffman, Gil, Kulanu stays in Knesset, Gesher out, in The Jerusalem Post, 10 aprile 2019. URL consultato il 31 agosto 2019.
  15. ^ Gil Hoffman e Lahav Harkov, Israel goes back to elections as Netanyahu fails to form coalition, in The Jerusalem Post, 30 maggio 2019. URL consultato il 29 luglio 2019.
  16. ^ Gil Hoffman, Jeremy Sharon e Tamar Beeri, Labor nabs Orly Levy-Abekasis, Left joint list called off, in The Jerusalem Post, 18 luglio 2019. URL consultato il 18 luglio 2019.
  17. ^ All the Candidates Running in Israel's September Do-over Election, in Haaretz, 2 agosto 2019. URL consultato il 29 agosto 2019.
  18. ^ Raoul Wootliff, Netanyahu recruits first-ever Muslim to Likud list, also adds firebrand novelist, in The Times of Israel, 4 febbraio 2021. URL consultato il 9 aprile 2021.
  19. ^ Raoul Wootliff e Jacob Magid, Reform rabbi, Kahanist agitator, firebrand writer: The new Knesset's 16 rookies, in The Times of Israel, 26 marzo 2021. URL consultato il 9 aprile 2021.
  20. ^ Party-jumper Orly Levy-Abekasis likely to be on outside looking in at next Knesset, in The Times of Israel, 11 agosto 2022. URL consultato il 3 dicembre 2022.
  21. ^ (HE) Nina Fox, שרים מכהנים, ח"כים שזגזגו: הנציגים שלא יחזרו לכנסת, in Ynet, 3 novembre 2022. URL consultato il 3 dicembre 2022.

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