Ordinazione episcopale nel rito romano

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Mons. Maurizio Malvestiti (in secondo, piano col pastorale) benedice l'assemblea al canto del Te Deum, durante l'ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro in Vaticano; davanti a lui i vescovi co-consacranti Francesco Beschi e Giuseppe Merisi.

L'ordinazione episcopale o consacrazione episcopale (talvolta anche chiamata ordinazione o consacrazione vescovile), nel rito romano della Chiesa cattolica, è un rito solenne che si svolge durante la celebrazione eucaristica con il quale si conferisce all'ordinando il terzo grado dell'ordine sacro; con esso, quindi, quest'ultimo diviene vescovo.[1] Nel periodo tridentino, quando si parlava solamente di consacrazione episcopale, consacratore e consacrando celebravano in cappelle distinte la "messa dei catecumeni", e poi, dopo il conferimento del sacramento, concelebravano la "messa dei fedeli" allo stesso altare.[2] Alla base del rito di ordinazione episcopale vi sono le dottrine teologiche della genealogia episcopale e della successione apostolica.

Consacrazione episcopale e tradizione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione cristiana, gli apostoli sono stati arricchiti da Gesù con una speciale effusione dello Spirito Santo, il quale, discendendo su di loro, li ha conformati con modo pieno alla figura di Cristo, gli ha dato il potere di agire in sua persona e sono divenuti veri e autentici maestri della fede, pontefici e pastori; essi stessi, mediante l'imposizione delle mani sul capo degli eletti all'episcopato, hanno trasferito questo dono dello Spirito ai loro collaboratori, il quale è stato trasmesso fino ai nostri giorni nella consacrazione episcopale.[3] La consacrazione episcopale conferisce, inoltre, oltre il munus sanctificandi[4], anche il munus docendi[5] e il munus regendi[6].[7] Il Concilio Ecumenico Vaticano II insegna che "con la consacrazione episcopale viene conferita la pienezza del sacramento dell'Ordine".[8] Il vescovo, con l'ordinazione episcopale, entra a far parte del Collegio dei vescovi, in cui condivide, assieme al papa e agli altri vescovi, la cura di tutta la Chiesa.

Ciò che è stato detto sopra spiega perché la celebrazione eucaristica celebrata dal vescovo ha un significato singolare: il popolo di Dio, infatti, riunito attorno all'altare, partecipa alla santa messa presieduta da colui che rappresenta visibilmente Gesù Cristo.[9]

Validità della consacrazione e requisiti dell'ordinando[modifica | modifica wikitesto]

Affinchè si conferisca la consacrazione episcopale ad un eletto è imprescindibile l'autorizzazione esplicita del pontefice[10], emessa tramite bolla papale. L'ordinazione episcopale viene sempre conferita direttamente dal papa o, dietro il suo permesso esplicito, da un qualsiasi vescovo cattolito; essa può essere valida (anche se non legittima) anche in contrasto a questa disposizione, purché il consacrante sia un vescovo. Il vescovo che ordini un altro vescovo senza mandato pontificio incorre, infatti, nella scomunica latae sententiae prevista dal Codice di diritto canonico (can. 1387)[10]. Inoltre, affinchè la consacrazione episcopale sia dichiarata valida, occorre un solo vescovo ordinante, ma la tradizione cattolica[11] e il Codice di diritto canonico[12] richiedono la presenza di almeno tre vescovi.[13]

L'ordinazione episcopale, se conferita da un vescovo validamente ordinato, è a sua volta valida a tutti gli effetti anche se l'ordinando non è sacerdote: un vescovo non sacerdote, al momento della consacrazione episcopale, riceve infatti tutti gli ordini sacri. Questa regola è adottata da moltissime Chiese cristiane indipendenti, non in comunione con la Chiesa cattolica in cui attualmente, a norma del Codice di diritto canonico (can. 378), il candidato all'episcopato dev'essere presbitero da almeno cinque anni[14]. La procedura di nomina di un vescovo è gestita dalla Sede Apostolica.

Rito liturgico[modifica | modifica wikitesto]

Terminata la proclamazione del Vangelo, inizia la presentazione dell'ordinando con lettura del Mandato Apostolico e il canto del Veni Creator. Dopo le domande che si pongono all'ordinando, questi si prostra a terra mentre si invoca la protezione dei santi con il canto delle litanie. Uno alla volta, nel silenzio, i vescovi concelebranti impongono le mani sul capo dell'ordinando. Terminato il rito dell'imposizione delle mani, due presbiteri aprono l'Evangeliario sul capo dell'ordinato, mentre il vescovo presidente pronuncia la preghiera di ordinazione. Il vescovo presidente procede poi con l'unzione con il crisma sul capo dell'eletto e impone la mitria, dona il pastorale e l'anello episcopale.

Terminati questi riti, se durante la cerimonia il neo-vescovo prende possesso della diocesi dove si celebra l'ordinazione, siede alla cattedra e procede la messa da presidente, altrimenti siede accanto al vescovo consacrante (dopo essersi seduto ugualmente sulla cattedra).

Dopo la comunione l'ordinato scende nell'assemblea per benedirla, preceduto dai due coconsacranti, mentre si canta l'inno Te Deum.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pontificale romano Ordinazione dei vescovi, dei presbiteri, dei diaconi
  2. ^ Pontificale Romanum, Malines, 1845, pp. 79–123 (De Consecratione Electi in Episcopatum)
  3. ^ CCC 1558
  4. ^ Il munus sanctificandi è l'ufficio di santificare: presiedendo la celebrazione dei sacramenti, è strumento di Dio per la santificazione del suo popolo; è suo compito e responsabilità amministrare il sacramento dell'Ordine sacro per la consacrazione di diaconi, presbiteri, vescovi.
  5. ^ Il munus docendi è l'ufficio di insegnare: il vescovo è il maestro nella fede del popolo di Dio a lui affidato, ha la funzione di insegnare con autorità la dottrina rivelata da Dio.
  6. ^ Il munus regendi è l'ufficio di governare: il vescovo è il responsabile dell'attività pastorale della comunità diocesana, il primo dei servitori del popolo di Dio e quindi del regno di Dio.
  7. ^ CCC 1558
  8. ^ CCC 1557
  9. ^ CCC 1561
  10. ^ a b "[...] Per l'ordinazione legittima di un Vescovo, oggi è richiesto un intervento speciale del Vescovo di Roma, per il fatto che egli è il supremo vincolo visibile della comunione delle Chiese particolari nell'unica Chiesa e il garante della loro libertà." (cfr. CCC 1559)
  11. ^ "Uno viene costituito membro del Corpo episcopale in virtù della consacrazione episcopale e mediante la comunione gerarchica col capo del Collegio e con i membri. Il carattere e la natura collegiale dell'ordine episcopale si manifestano, tra l'altro, nell'antica prassi della Chiesa che per la consacrazione di un nuovo Vescovo vuole la partecipazione di più Vescovi. [...]" (cfr. CCC 1559)
  12. ^ CJC Can. 1014
  13. ^ Per i vescovi co-consacranti vedi la costituzione apostolica Episcopalis Consecrationis di papa Pio XII, AAS 37 (1945), p. 131
  14. ^ Egli, oltre ad essere presbitero da almeno 5 anni, si richiede che:
    • sia eminente per fede salda, buoni costumi, pietà, zelo per le anime, saggezza, prudenza e virtù umane, e inoltre dotato di tutte le altre qualità che lo rendono adatto a compiere l'ufficio in questione;
    • goda di buona reputazione;
    • abbia almeno trentacinque anni di età;
    • abbia conseguito la laurea dottorale o almeno la licenza in sacra Scrittura, teologia o diritto canonico in un istituto di studi superiori approvato dalla Sede Apostolica, oppure sia almeno veramente esperto in tali discipline. (cfr. CJC Can. 378 - §1)

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