Oratorio di San Tommaso d'Aquino

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Oratorio di San Tommaso d'Aquino
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°46′22.89″N 11°15′40.3″E / 43.773025°N 11.261194°E43.773025; 11.261194
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Tommaso d'Aquino
Arcidiocesi Firenze
ArchitettoSanti di Tito
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1568
CompletamentoXVII secolo

L'oratorio di San Tommaso d'Aquino è un luogo di culto cattolico che si trova in via della Pergola a Firenze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di fronte agli edifici dell'ospedale di Santa Maria Nuova, presso il tiratoio dell'Arte della Lana e un pergolato di uva che dette il nome alla via, si trovava la "Congregazione dei Contemplanti", fondata nel 1550 da un frate domenicano di San Marco, fra' Santi Cini, in alcune casette della famiglia Paoli.

Nel 1568 entrò a farne parte il pittore Santi di Tito, che progettò l'oratorio della confraternita e adattò le case come abitazione dei confratelli. Fu dedicato a san Tommaso d'Aquino, Lumen Ecclesiae Doctor Veritatis, come recita l'iscrizione sul portale.

Allo stesso artista-architetto si deve anche la pala d'altare raffigurante il Crocifisso e san Tommaso d'Aquino, dove egli esprime l'adesione alla chiarezza narrativa richiesta in pittura dalla riforma cattolica (opera in restauro, sostituita da un volto di Cristo devozionale).

Nel Seicento l'oratorio divenne ospizio per pellegrini e nel 1775 fu soppresso, fu poi acquistato dalla famiglia Rosselli Del Turco insieme al contiguo palazzo con facciata principale sulla via Sant'Egidio, ma oggi è tornato ad essere officiato, anche quale sede della Venerabile Congregazione di San Francesco Saverio e del Santissimo Nome di Gesù detta la Disciplina dei Nobili ora Congregazione del Santissimo Nome di Gesù e di San Francesco Saverio, nell'oratorio di San Tommaso. L'interno è ricoperto di intarsi in pietre dure e imitazioni in scagliola: si tratta di un esempio importante per antichità, poiché qui Carlo Gibertoni fece i primi saggi di intarsi in pietra dura artificiale, divenuti poi un'apprezzata disciplina artistica.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, pp. 58;

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