Oratorio di San Remigio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Oratorio di San Remigio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàPallanza (Verbania)
Coordinate45°55′19.9″N 8°33′46.75″E / 45.922194°N 8.562985°E45.922194; 8.562985
Religionecattolica
TitolareSan Remigio[non chiaro]
Diocesi Novara
Stile architettonicoromanico
CompletamentoXI secolo

L'oratorio di San Remigio è un oratorio in stile romanico a Pallanza, frazione di Verbania.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno

Situato in cima al promontorio della Castagnola, risalente alla prima metà dell'XI secolo e XII secolo, la chiesa di S. Remigio è citata per la prima volta nella bolla Innocenziana a Litifredo del 1132.

La chiesa rimase parrocchiale fino al 1341 e in seguito abbandonato, salvo poi ,nel XVI secolo, essere abitata da un eremita, Gerolamo Appiani, il quale realizzò molte opere di restauro come la costruzione della sacrestia e la costruzione di un ampio portico quadrato a ridosso della facciata, come ricorda una lapide che porta la data 1591.[1]

È stato dichiarato monumento nazionale nel 1908, anno in cui si progettano i restauri eseguiti tra il 1928 e il 1929 che portano al rafforzamento della muratura e la demolizione di parte del portico cinquecentesco. Ulteriori restauri nel 1975 hanno portato alla luce alcuni affreschi absidali.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa ha subito differenti fasi costruttive, modifiche e anomalie architettoniche.

È formata da una navata di tre campate, un presbiterio e concluso da un'abside semicircolare. Il portale è ad arco con architrave. Le pareti laterali presentano lesene e contrafforti in corrispondenza dei pilastri, la parete della navata maggiore presenta muratura poco regolare, monofore aperte e altre chiuse Il campanile a pianta quadrata sul lato nord, di soli 2,22 x 1,65 m, risulta essere precedente alla chiesa per via della semplicità della costruzione in ciottoli e pietrisco; è terminata da quattro bifore.[1]

L’interno della chiesa ha le quattro campate coperte a crociera con archi in pietra che poggiano su semicolonne addossate ai pilastri interni e alle pareti. I capitelli r differenti tra loro e in parte di reimpiego sono: alcuni lisci, altri con una decorazione a motivi vegetali, uno con un uccello stilizzato, un altro con un viso umano.[1]

Gli affreschi più antichi, si trovano nell’abside minore e risalgono al secolo XI: raffigurano la Maiestas Domini con il busto del Cristo benedicente ; ai lati due angeli a figura intera: l’angelo di sinistra regge un libro, quello di destra, probabilmente San Michele, trafigge con una lancia un drago mentre lo calpesta; a sinistra in basso vi è una piccola figura che rappresenta il committente, forse un membro della famiglia dei Conti di Pombia, per via delle somiglianze stilistiche tra questi dipinti e quelli del Battistero di Novara.[1]

Gli affreschi dell’abside maggiore risalgono al XIII secolo. Nel catino absidale vi è il Cristo tra gli Apostoli, raffigurati nella stessa posa statica, vi sono lacune, ma il dipinto è leggibile. Nell'abside è rappresentato, con una maggiore vivacità, un “ciclo dei mesi”, secondo la tradizione del tempo, lacunoso e frammentario.[1]

La chiesa presenta altri affreschi di epoca posteriore: sulla parete sinistra della navata centrale una Madonna di Loreto con al di sotto una Pietà del XV secolo; nella terza campata una Madonna che allatta il Bambino datata 1528; nella parete destra del presbiterio la figura di San Remigio[non chiaro] datata 1533; altri due affreschi del XVI secolo raffiguranti la Madonna col bambino con ai lati San Remigio e San Francesco, uno sulla parete destra del presbiterio, l’altro nella lunetta; infine San Carlo Borromeo del XVIII secolo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Oratorio di San Remigio, su Archeocarta.org. URL consultato il 2 novembre 2018.
  2. ^ Geoplan.it

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN150469876 · LCCN (ENno2006123426 · WorldCat Identities (ENlccn-no2006123426