Ocyceros gingalensis

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Bucero grigio di Sri Lanka
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Bucerotiformes
Famiglia Bucerotidae
Genere Ocyceros
Specie O. gingalensis
Nomenclatura binomiale
Ocyceros gingalensis
(Shaw, 1812)
Bucero grigio di Sri Lanka.

Il bucero grigio di Sri Lanka (Ocyceros gingalensis (Shaw, 1812)) è una specie monotipica della famiglia dei Bucerotidi originaria dell'Asia meridionale[2]. È uno dei buceri più piccoli, presenta un piumaggio color grigio ardesia ed è privo di casco sul becco.

Come tutti i buceri, il bucero grigio di Sri Lanka nidifica nelle cavità degli alberi: la femmina trascorre la stagione riproduttiva all'interno del nido, il cui ingresso è chiuso quasi interamente da una parete; attraverso una piccola fessura il maschio nutre la femmina e, successivamente, i nidiacei. Appartiene al gruppo dei lofoceri asiatici, un genere gemello dei veri lofoceri diffusi in Africa e Medio Oriente. Tutte le specie appartenenti al genere Ocyceros sono caratterizzate dalla mancanza di un comportamento di difesa territoriale e dal fatto che i maschi portano il cibo al nido nel gozzo invece che nel becco.

Il bucero grigio di Sri Lanka viene considerato «specie a rischio minimo» (Least Concern)[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I buceri grigi di Sri Lanka raggiungono una lunghezza del corpo di 45 centimetri e sono quindi una delle specie di bucero più piccole. La coda misura tra 20 e 22 centimetri. Nel maschio il becco misura 9,2-11 centimetri. Nella femmina questo è un po' più piccolo e raggiunge una lunghezza compresa tra 7,9 e 9,0 centimetri[3]. Entrambi i sessi presentano una sorta di cresta lungo il becco, notevolmente più piccola nella femmina.

Il peso di questa specie si aggira intorno ai 240 grammi[3]. Il dimorfismo sessuale è poco marcato. Una delle caratteristiche distintive principali consiste nella differenza di dimensioni del corpo e della cresta del becco.

Maschio[modifica | modifica wikitesto]

La testa, il collo e la parte superiore del corpo sono di colore grigio scuro. Le rachidi delle piume che ricoprono la testa e il collo sono bianche. La parte inferiore del corpo è bianca. Le remiganti primarie e secondarie sono di colore grigio-nerastro; le remiganti secondarie hanno anche l'estremità e la base bianche. La coda è grigio-nerastra. Ad eccezione della coppia centrale, tutte le penne della coda hanno la punta bianca. Negli esemplari più anziani il bianco delle tre coppie esterne di timoniere è così pronunciato che appaiono quasi completamente bianche. Il becco e il casco sono color crema con macchie nere in prossimità della base sia della mascella superiore che di quella inferiore. La pelle priva di piume intorno all'occhio e quella glabra della gola sono viola scuro. Gli occhi sono rossi, le zampe e i piedi sono di colore grigio-verdastro.

Femmina e giovane[modifica | modifica wikitesto]

La femmina assomiglia al maschio per quanto riguarda il piumaggio, ma è complessivamente più piccola e, soprattutto, ha un casco più piccolo. Il becco è nero con una striscia color crema sulla mascella superiore. Gli occhi sono marroni.

Nei giovani il becco è inizialmente di colore verdastro pallido con la punta biancastra. Gli occhi sono inizialmente blu-grigiastri.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Il bucero grigio di Sri Lanka vive in coppia o in piccoli gruppi familiari. Assembramenti più numerosi si possono radunare nei pressi degli alberi da frutto. In linea di massima, però, è un uccello timido che spesso rimane immobile e silenzioso tra il fogliame delle cime degli alberi. Risiede prevalentemente nelle zone di foresta dove sono più numerose le piante rampicanti[3].

Come tutti i buceri, il bucero grigio di Sri Lanka è onnivoro, ma la maggior parte della sua dieta è costituita da frutti, in particolare da fichi selvatici. Mangia anche piccole lucertole, raganelle, scorpioni e insetti come le mantidi religiose.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La biologia riproduttiva del bucero grigio di Sri Lanka non è stata ancora sufficientemente studiata. Tuttavia, la stagione riproduttiva cade nel periodo che va da metà marzo a inizio luglio. La covata comprende da una a tre uova[4].

Come tutti i buceri, anche il bucero grigio di Sri Lanka nidifica all'interno delle cavità naturali degli alberi. Utilizza principalmente cavità naturali nel tronco degli alberi, situate tra i due e i 21 metri dal suolo. Di tanto in tanto, tuttavia, utilizza anche i vecchi nidi abbandonati del picchio di Sri Lanka. L'ingresso del nido è spesso grande appena per consentire alla femmina di entrarvi dentro[4].

Il maschio rifornisce di cibo la femmina e successivamente i nidiacei durante il periodo in cui si trovano nel nido. Nel caso di una coppia studiata, la femmina uscì dal nido un mese dopo che i piccoli erano usciti dall'uovo ma non avevano ancora lasciato la cavità. Tuttavia, essa non aiutò il maschio a prendersi cura dei giovani per un periodo di quattro settimane[4].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale del bucero grigio di Sri Lanka si estende unicamente a quest'isola, dove è una delle due specie di bucero presenti. Tuttavia è facile riconoscerlo, dal momento che è di piccole dimensioni e presenta un piumaggio grigio-brunastro. L'altra specie che vive qui, il bucero coronato, è notevolmente più grande, ha un piumaggio bianco e nero e un becco prevalentemente giallo con un casco di notevoli dimensioni.

Il bucero grigio di Sri Lanka vive prevalentemente nelle foreste sempreverdi e decidue di pianura e di collina, fino a 1200 metri di altitudine. Effettua brevi spostamenti stagionali: durante la stagione riproduttiva, ad esempio, preferisce risiedere nelle foreste di pianura. Nel periodo tra settembre e ottobre, invece, si incontra principalmente in collina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2016, Ocyceros gingalensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Bucerotidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 27 marzo 2020.
  3. ^ a b c Kemp, 1995, p. 155.
  4. ^ a b c Kemp, 1995, p. 156.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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