Seconda sofistica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Nuova Sofistica)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pagina dell'orazione Peri Basileias di Dione Crisostomo, nell'edizione di Johann Jacob Reiske (1789)

La Seconda sofistica (anche detta Nuova sofistica, Neosofistica o Deuterosofistica) fu una corrente filosofico-letteraria greca sviluppatasi in Asia Minore durante l'età imperiale romana, tra la fine del I e il IV secolo d.C.

Gli esponenti di questo movimento erano accomunati dallo studio della retorica e dall'esercizio dell'eloquenza.

Caratteri generali[modifica | modifica wikitesto]

Il nome «Seconda sofistica» (Δεύτερα σοφιστική) fu coniato da Lucio Flavio Filostrato nel suo Vite dei sofisti espressamente per indicare la corrente letteraria a lui contemporanea che, riallacciandosi alla Sofistica del V secolo a.C., intendeva riportare in auge lo studio e l'esercizio dell'eloquenza.

«L'antica sofistica, trattando anche gli argomenti filosofici, li esponeva prolissamente e in modo diffuso [...]. La sofistica successiva a questa, che bisogna chiamare non "nuova", dal momento che è pur essa antica, ma piuttosto "seconda" ha rappresentato i poveri e i ricchi, i nobili, i tiranni e gli argomenti famosi di cui tratta la storia. A quella più antica diede inizio Gorgia da Leontini, [...] alla seconda, invece, Eschine, figlio di Atrometo [...].»

Non mancano effettivi punti in comune tra i due movimenti, come ad esempio l'attenzione per il potere persuasivo della parola o la pratica di tenere lezioni a pagamento. Tuttavia già a una prima analisi emergono anche forti elementi di divergenza: mentre i sofisti dell'età di Pericle erano filosofi oltre che retori e si interessavano di vari aspetti della vita civile (etica, politica, linguaggio, religione, storia e persino materie naturalistiche), gli autori riconducibili alla Seconda sofistica si occupano esclusivamente di retorica ed eloquenza, evitando attriti con le autorità e anzi assecondando i potenti. Essi sono spesso intellettuali di corte, vicini alle famiglie reali, dediti all'insegnamento e all'esercizio dell'oratoria.[1]

La produzione letteraria è ampia e raffinata, e spazia attraverso vari generi: discorsi, trattati, opere satiriche, novelle. Non di rado ci si dedicava a semplici esercizi di eloquenza, per fare sfoggio della propria bravura: non solo discorsi improvvisati, ma anche dispute verbali, in cui due oratori si scontravano per vedere chi fosse in grado di trovare gli argomenti più convincenti, ricorrendo a tòpoi o a paradossi.

L'apogeo: I e II secolo[modifica | modifica wikitesto]

L'imperatore Adriano, in veste greca, offre un sacrificio ad Apollo (Londra, British Museum)

Con l'avvento del dominio romano sulle terre di cultura greca, la letteratura ellenistica attraversò un periodo di crisi, che si acuì nel corso del I secolo. Sul finire di quest'ultimo, tuttavia, si ebbe nuovo interesse per l'eloquenza, promosso dallo stesso imperatore Vespasiano che fonda a Roma una scuola di retorica stipendiata dallo Stato. Rinasce così la figura del retore professionista che, imitando i retori-filosofi del V secolo a.C., si autodefinisce "sofista".[2] La tecnica dei neosofisti, però, benché riprendesse formule e argomenti della Sofistica antica, era priva di scopi politici e orientata piuttosto alla ricercatezza stilistica.[3]

Il periodo di maggiore sviluppo coincide però con il II secolo, durante il regno di Adriano: questi, come altri imperatori, si rivelò un grande ammiratore della cultura greca e ne promosse la diffusione e la fioritura, gettando un ponte tra romanità e grecità.[4] La Seconda sofistica divenne un fenomeno alla moda, e molti suoi esponenti poterono vantare la protezione di membri della famiglia imperiale, ottenendone grandi benefici e riconoscimenti civili e politici.[3]

Tra i protagonisti della scena culturale di questo periodo vengono solitamente elencati:

IV secolo[modifica | modifica wikitesto]

Edward Armitage, Convito di Giuliano (1875; Liverpool, Walker Art Gallery).

Nel III secolo la Seconda sofistica perde lentamente di importanza, e l'unico nome degno di nota è quello del retore Cassio Longino.

Tuttavia, non per questo si può dire che essa sia definitivamente morta; al contrario, lo studio dell'eloquenza conobbe particolare fortuna presso gli autori di religione cristiana, che in quegli anni si formarono presso scuole di retorica dirette da "pagani". Ciò costituirà un importante tramite per la cultura classica verso la nuova fede che si stava diffondendo.[5]

Tra gli autori del IV secolo che composero opere inquadrabili nell'ambito della Sofistica tardoantica (detta anche "Terza sofistica") si ricordano i nomi di tre retori:[6]

Anche l'imperatore Giuliano fu un estimatore di questa corrente e compose alcune opere di eloquenza, come le due orazioni Alla Madre degli dèi e A Elios sovrano.[8][9][10] Così, pure il neoplatonico Sinesio di Cirene diede prova di maestria retorica in scritti come l'Encomio della calvizie (sorta di risposta all'Encomio della chioma di Dione Crisostomo e appartenente al genere, tipicamente sofistico, del paignion) e il Dione (anch'esso ispirato a Dione di Prusa).[11][12][13]

La scuola di Gaza[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola di Gaza.

Dopo il IV secolo, alcuni aspetti che avevano caratterizzato la Seconda sofistica continuano a sopravvivere nella Scuola di Gaza: qui, al centro dell'area siriaco-egiziana, zona di cultura anticamente ellenizzata, il culto cristiano e quello pagano poterono convivere per lungo tempo, fino all'espansione islamica agli inizi del VII secolo. Proprio dalla commistione tra queste due culture si sviluppa una delle ultime scuole retorico-filosofiche dell'antichità, che avrà grande importanza nella trasmissione della tradizione classica al Cristianesimo orientale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ D. Del Corno, Letteratura Greca, Milano 1995, p. 157.
  2. ^ A. Plebe, Breve storia della retorica antica, Bari 1988, p. 110.
  3. ^ a b The Second Sophistic Movement – Britannica OnLine, su britannica.com. URL consultato il 29 gennaio 2012.
  4. ^ D. Del Corno, Letteratura Greca, Milano 1995, p. 517.
  5. ^ a b D. Del Corno, Letteratura greca, Milano 1995, p. 547.
  6. ^ A. Plebe, Breve storia della retorica antica, Bari 1988, p. 111.
  7. ^ a b D. Del Corno, Letteratura greca, Milano 1995, p. 548.
  8. ^ D. Del Corno, Letteratura greca, Milano 1995, pp. 548-549.
  9. ^ G. Guidorizzi, Il mondo letterario greco, Torino 2000, vol. 3, pp. 830-831.
  10. ^ La terza sofistica su Sapere.it, su sapere.it. URL consultato il 29 gennaio 2012.
  11. ^ A. Garzya, Introduzione a Sinesio di Cirene, Opere. Epistole Operette Inni, a cura di A. Garzya, Utet, Torino 1989, pp. 17-18.
  12. ^ D. Del Corno, Letteratura greca, Milano 1995, pp. 550-551.
  13. ^ G. Guidorizzi, Il mondo letterario greco, Torino 2000, vol. 3, p. 833.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • G.W. Bowersock, Greek Sophists in the Roman Empire, Oxford 1969
  • D. Del Corno, Letteratura Greca, Principato, Milano 1995
  • Giulio Guidorizzi, Il mondo letterario greco, Einaudi, Torino 2001, vol. 3
  • A. Plebe, Breve storia della retorica antica, Laterza, Bari 1988
  • B. Reardon, Courants littéraries grecques des II e III siècle après J.-C., Parigi 1971

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàGND (DE4334722-8