Non semel

Non semel è un'allocuzione (non un'enciclica)[1] pronunciata da papa Pio IX il 29 aprile 1848, con la quale il pontefice annunciò il ritiro delle truppe regolari comandate dal generale Giovanni Durando e inviate contro l'Austria nella prima guerra di indipendenza.
Questo intervento di Pio IX assunse una notevole importanza, dal momento che il Pontefice dichiarava la neutralità dello Stato pontificio poiché il Papa non poteva dichiarare guerra ad uno Stato cattolico quale l'Austria.
Antefatti
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Il 16 giugno 1846 Pio IX era stato eletto Papa, succedendo a Gregorio XVI. Il 16 luglio successivo, prese il suo primo provvedimento concedendo l'amnistia per i reati politici.[2] Questa azione gli conferì un'immediata popolarità. Dato anche il fatto che la popolazione riconosceva come liberali i prelati anche solo aperti a queste tematiche, Pio IX ottenne la fama di «papa liberale».[3]
Nei primi anni di pontificato Pio IX governò lo Stato Pontificio con una progressiva apertura alle richieste liberali della popolazione. Fu l'epoca delle grandi riforme dello Stato Pontificio: la promulgazione dello Statuto e la successiva apertura delle due Camere (maggio 1848), la libertà agli ebrei, la libertà di circolazione dei giornali (15 marzo 1847), unita a una moderazione della censura preventiva[4]
Tali provvedimenti del Papa sembrarono coerenti con l'ideologia neoguelfa, formulata teoricamente da Vincenzo Gioberti, nella sua opera Del primato morale e civile degli italiani del 1843. Il neoguelfismo aveva come programma la realizzazione dell'unità italiana sulla base di una confederazione di stati, ciascuno governato dal proprio principe, sotto la presidenza del papa[5]. Erano presenti, inoltre, propositi di riforma della Chiesa in senso liberale e democratico, federalismo e la valorizzazione delle autonomie.
Alla fine del mese di marzo 1848, in occasione delle Cinque giornate di Milano, giunsero al pontefice forti pressioni per seguire l'esempio del Granduca di Toscana e del Re di Napoli, che avevano inviato proprie truppe al fronte. Pio IX permise soltanto la costituzione di un esercito di volontari, con la sola missione di proteggere i confini dello Stato con il Regno Lombardo-Veneto (Impero austriaco). Furono formati due corpi: uno, di soldati regolari, comandato dal generale Giovanni Durando (1804-1869) fratello del generale Giacomo Durando, l'altro di volontari, comandato dal generale Andrea Ferrari. Lo Stato Pontificio si trovò di fatto impegnato in una guerra contro l'Austria, potenza cattolica, per l'indipendenza italiana. In Austria l'atteggiamento del papa aveva fatto nascere molte critiche ed anche una minaccia di scisma. Il 17 aprile fu convocata una commissione di cardinali per discutere della situazione. La commissione persuase il Papa a ritirare il proprio appoggio alla coalizione.[6]
Contenuti del discorso
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Il Papa entra subito in argomento deplorando il fatto che le sue recenti decisioni siano state interpretate come una dissociazione dal pensiero dei suoi predecessori o, peggio ancora, dalla dottrina della Chiesa. Rifiuta inoltre l'interpretazione diffusasi nei "Paesi Germanici dell'Impero Austriaco" che "il Sommo Pontefice, per mezzo di esploratori mandati colà e per mezzo di altre arti, abbia eccitato i Popoli d’Italia a promuovere nuovi mutamenti nelle pubbliche cose".[7] Onde peraltro evitare che i suoi atti vengano mal compresi e inducano i fedeli austriaci ad abbandonare la Chiesa, Pio IX ritiene di doverne spiegare chiaramente ed apertamente la ragione. Il Papa prosegue quindi difendendo la bontà dei provvedimenti adottati:
Il pontefice sostiene quindi che l'invio delle truppe era stato determinato dalla volontà di difendere lo stato pontificio, non di recare offesa all'Impero austriaco o ai popoli germanici in generale. Di conseguenza, ribadisce la missione ecumenica della Chiesa rivolta con uguale attenzione a tutti i popoli:
Pio IX prosegue respingendo con forza anche l'ideologia neoguelfa:
Dopo aver deplorato "il funestissimo uso invalso in questi giorni di pubblicare ogni genere di stampe, con le quali o si fa orrida guerra alla religione e all’onestà dei costumi, o si promuovono le civili sommosse e s’infiammano discordie, o si prendono di mira i beni della Chiesa, si combattono i più sacri diritti di Essa, o gli uomini più onesti si lacerano con le calunnie",[7] il Papa conclude porgendo "continue e fervide preghiere" a Dio.[7]
Conseguenze
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Il Papa dispose il ritiro delle truppe regolari comandate dal generale Giovanni Durando. Successivamente, il 15 settembre 1848, tentò di cercare un compromesso con le forze rivoluzionarie interne allo Stato Pontificio nominando Presidente del Consiglio Pellegrino Rossi, già ministro dell'interno e convinto fautore di un'unione doganale tra gli Stati italiani. Tuttavia, la mattina del 15 novembre 1848, giorno di riapertura del Parlamento, Rossi fu accoltellato sulle scale del Palazzo della Cancelleria.[8].
A seguito dell'assassinio del Rossi i rivoluzionari, guidati da Ciceruacchio, pretesero di dettare condizioni per la formazione del nuovo governo. Pio IX, non volendo scendere a patti con essi, ma avendo capito che un'azione repressiva avrebbe potuto innescare una guerra civile, decise di lasciare Roma. Il 24 novembre 1848 il pontefice partì nottetempo, vestito da semplice sacerdote, con destinazione Gaeta, nel territorio del Regno delle Due Sicilie.
L'assassinio di Pellegrino Rossi e la "fuga" del Papa fu l'inizio della serie di eventi che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'allocuzione è tecnicamente un discorso orale, mentre l'enciclica è una lettera inviata a tutti i confratelli vescovi della cristianità
- ^ Aubert, p. 32.
- ^ Aubert, p. 33.
- ^ Murialdi, 2000, p. 45.
- ^ Per un'ipotesi minimale, che vedesse Pio IX e Carlo Alberto promotori dell'unificazione, v. lettera Parigi 15 settembre 1847 da Vincenzo Gioberti a Giuseppe Massari, in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Archivio giobertiano. Raccolta di Antonio Bruers, 2.8.1.
- ^ Tornielli, p. 258.
- ^ a b c d e f Testo dell'allocuzione
- ^ Gustavo Brigante Colonna, L'uccisione di Pellegrino Rossi; 15 novembre 1848, Milano, Mondadori, 1938, p. 266.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- mons. Angelo Mencucci (a cura di); Atti I Convegno di ricerca storica sulla figura e sull'opera di Papa Pio IX, Senigallia 28-29-30 settembre 1973. Centro studi Pio IX, Senigallia, Ed. Tipografia Marchigiana, 1974.
- Aubert, R., Il Pontificato di Pio IX (1846-1878). II ed., voll.2, Torino, SAIE, 1970.
- Bartoccini, F., Roma nell'Ottocento. vol. I. Cappelli Editore, Bologna 1988
- Bartoccini F., Roma nell'Ottocento. vol. II. Cappelli Editore, Bologna 1988
- Brunetti, M., Pio IX: giudizio storico-teologico. Falconara, Ed. Opera Pia Mastai Ferretti; 1991.
- Cervone, V., Italianità di Pio IX. Napoli, Società Editrice Napoletana, 1980.
- Gennarelli, A, Il Governo pontificio e lo Stato romano. Documenti. voll.2. Tip. Alberghetti, 1860.
- Martina, G.,Pio IX Chiesa e mondo moderno. Roma, Edizioni Studium, 1976
- Mencucci, A., Pio IX e il Risorgimento. Senigallia, Tipografia Adriatica, 1964.
- Omodeo, A., e Russo, L., (a cura di); Discorsi parlamentari. La Nuova Italia, voll. I-III
- Salvatorelli, L., Pio IX e il Risorgimento. in spiriti e figure del Risorgimento, Firenze, Le Monnier, 1961.
- Spada, G.; Storia della Rivoluzione di Roma e della Restaurazione del governo pontificio. voll.3, Firenze, Pellas, 1868-1869.
- Spadolini, G.M; L'opposizione cattolica. Mondatori, Milano 1994, pp. 30–31.
- Radice, G.; Pio IX e Antonio Rosmini.Libreria Editrice Vaticana, 1974.
- Vetere, V; I ventidue anni del cardinale Antonelli. Roma 1871.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Battaglia di Cornuda
- Romani e quanti
- Nelle istituzioni
- Cinque giornate di Milano
- Repubblica Romana (1849)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Testo della Allocuzione (29 aprile 1848), su totustuustools.net.
- Studio sulla vicenda, su papapionono.it. URL consultato il 26 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2013).
- La Repubblica Romana vista da Pio IX in Gaeta, su santamelania.it. URL consultato il 26 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2007).