Neurostatistica

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La neurostatistica consiste nelle attività di ricerca e misurazione delle attività cerebrali in gruppi di persone sottoposte ai medesimi stimoli, per l'individuazione delle conseguenti reazioni mentali, caratteristiche della collettività presa in esame e dei relativi sottogruppi.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

Con il termine neurostatistica si indica l'insieme delle metodologie, dei modelli, degli algoritmi, dei processi, dei modelli interpretativi e le relative attività di sviluppo, ricerca e applicazione pratica, finalizzate alla misurazione statistica delle reazioni mentali, rilevati attraverso l'applicazione di tecniche di misurazione dell'attività cerebrale elettrica o quella emodinamica, come ad esempio l'EEG o la fMRI, risultanti dalla somministrazione di un complesso di stimoli ad un campione statisticamente rappresentativo di soggetti appartenenti ad un definito universo di riferimento.[1]

È una disciplina a cavallo tra la ricerca statistica sociale, finalizzata a descrivere, esplorare e comprendere il sentimento degli individui e la conseguente dinamica ed evoluzione della società, e la ricerca nell'ambito delle scienze della mente, finalizzata a comprendere il funzionamento del cervello e della mente.

Come tutti i settori a carattere interdisciplinare, la Neurostatistica può essere vista in modo duplice: sia come una branca delle scienze sociali, per la sua capacità di profilazione sociale e comportamentale in panel rappresentativi, sia come un'attività attinente direttamente alle scienze della mente, per l'impiego delle conoscenze da queste sviluppate e l'affinamento dei modelli per l'interpretazione delle attività mentali[2] reso possibile da osservazioni effettuate su campioni ampi di popolazione.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Le attività inerenti alla Neurostatistica ricadono in due distinte categorie: le attività di ricerca, e le attività applicative.[3]

Le attività di ricerca sono finalizzate a sviluppare modelli metodologici nella conduzione delle ricerche, e modelli elaborativi, interpretativi e relativi strumenti, per la corretta analisi dei dati raccolti. È un'attività di ricerca scientifica: in quanto nascente, il settore della Neurostatistica accede solo parzialmente a modelli consolidati o ad una letteratura specializzata, bensì ha il compito di sviluppare, attraverso un approccio interdisciplinare, nuove ipotesi, verificarle tramite esperimenti e produrre nuovi modelli, algoritmi e indici.[4][5]

Le attività applicative comportano la conduzione di indagini neurostatistiche tramite l'applicazione dei modelli e metodologie individuate dalle suddette attività di ricerca. Accumulano competenza nella capacità di scegliere le modalità più adatte per la conduzione delle indagini, e i modelli di elaborazione più adatti per l'ottenimento di dati di sintesi ed indicatori, e conseguente interpretazione, rispetto ai peculiari obiettivi di una specifica indagine.

Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Gli ambiti applicativi nella neurostatistica non hanno delle finalità proprie, ma i risultati sono al servizio di varie branche di ricerca, come la Neuroeconomia, il Neuromarketing o più in generale applicazioni che richiedono una misurazione oggettiva e metodologicamente corretta delle attività mentali in campioni di soggetti.

Uno degli ambiti più consolidati della ricerca neurostatistica è quello della psichiatria, dove la contemporanea misurazione dell'EEG e fMRI è diventata una questione metodologica decisiva. L'EEG-fMRI, infatti, può diventare una metodica fondamentale per comprendere meglio, in prossimo futuro, in profondità i meccanismi intimi dell'attività cerebrale;[6] specialmente per quanto riguarda lo studio della schizofrenia [7] e nei disturbi del comportamento antisociale grazie ad analisi quali/quantitative delle mappe cerebrali ottenute con l'EEG.[8][9][10]

Una recente applicazione medica di tipo diagnostico è stata sviluppata presso i laboratori delle Harvard University (presso il McLean Hospital della Università dello Utah), il test studiato avrebbe la capacità di rilevare la malattia in individui con autismo con un 94 % di attendibilità.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AP. Georgopoulos, E. Karageorgiou, Neurostatistics: applications, challenges and expectations., in Stat Med, vol. 27, n. 3, febbraio 2008, pp. 407-17, DOI:10.1002/sim.3137, PMID 18050155.
  2. ^ E. Başar, M. Schürmann; T. Demiralp; C. Başar-Eroglu; A. Ademoglu, Event-related oscillations are 'real brain responses'--wavelet analysis and new strategies., in Int J Psychophysiol, vol. 39, n. 2-3, gennaio 2001, pp. 91-127, PMID 11163891.
  3. ^ M. Ignaccolo, M. Latka; W. Jernajczyk; P. Grigolini; BJ. West, The dynamics of EEG entropy., in J Biol Phys, vol. 36, n. 2, marzo 2010, pp. 185-96, DOI:10.1007/s10867-009-9171-y, PMID 19669909.
  4. ^ M. Bhagat, C. Bhushan; G. Saha; S. Shimjo; K. Watanabe; J. Bhattacharya, Investigating neuromagnetic brain responses against chromatic flickering stimuli by wavelet entropies., in PLoS One, vol. 4, n. 9, 2009, pp. e7173, DOI:10.1371/journal.pone.0007173, PMID 19779630.
  5. ^ RM. Yulmetyev, EV. Khusaenova; DG. Yulmetyeva; P. Hanggi; S. Shimojo; K. Watanabe; J. Bhattacharya, Dynamic effects and information quantifiers of statistical memory of MEG's signals at photosensitive epilepsy., in Math Biosci Eng, vol. 6, n. 1, gennaio 2009, pp. 189-206, PMID 19292515.
  6. ^ C. Mulert, O. Pogarell; U. Hegerl, Simultaneous EEG-fMRI: perspectives in psychiatry., in Clin EEG Neurosci, vol. 39, n. 2, aprile 2008, pp. 61-4, PMID 18450169.
  7. ^ S. Galderisi, A. Mucci; U. Volpe; N. Boutros, Evidence-based medicine and electrophysiology in schizophrenia., in Clin EEG Neurosci, vol. 40, n. 2, aprile 2009, pp. 62-77, PMID 19534300.
  8. ^ A. Calzada-Reyes, A. Alvarez-Amador; L. Galán-García; M. Valdés-Sosa, Electroencephalographic abnormalities in antisocial personality disorder., in J Forensic Leg Med, vol. 19, n. 1, gennaio 2012, pp. 29-34, DOI:10.1016/j.jflm.2011.10.002, PMID 22152445.
  9. ^ AC. Reyes, AA. Amador, Qualitative and quantitative EEG abnormalities in violent offenders with antisocial personality disorder., in J Forensic Leg Med, vol. 16, n. 2, febbraio 2009, pp. 59-63, DOI:10.1016/j.jflm.2008.08.001, PMID 19134998.
  10. ^ Marc R. Nuwer, Brain Mapping and Quantitative EEG, 2003, pp. 447–452, DOI:10.1016/B0-12-226870-9/00294-X.
  11. ^ (EN) Adriana Bobinchock, Major step in autism testing | Harvard Gazette, su news.harvard.edu, McLean Hospital Communications, 2 dicembre 2010. URL consultato il 14 gennaio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

Tesi e dissertazioni[modifica | modifica wikitesto]

Testi[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]