Neritopsidae

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Neritopsidae
Neritopsis radula
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Gastropoda
Sottoclasse Neritimorpha
Ordine Cycloneritida
Superfamiglia Neritopsoidea
Famiglia Neritopsidae Gray, 1847
Sinonimi

Titiscaniidae Bergh, 1890

Generi

vedi testo

Neritopsidae Gray, 1847 è una famiglia di molluschi gasteropodi della sottoclasse Neritimorpha[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I Neritopsidae sono la sola famiglia esistente della superfamiglia Neritopsoidea. Di questa famiglia fanno parte i Neritopsis provenienti da grotte sottomarine che possiedono la più antica testimonianza fossile, risalente almeno al Triassico e probabilmente precedente, registrata tra le superfamiglie neritimorfe viventi.[2]

I Neritopsidae sono caratterizzati da un guscio globulare con guglia bassa e grande ultima spirale. Labbro interno dell'apertura largo e liscio che forma un ampio nastro calloso che ha sul lato interno una depressione centrale in cui si adatta la proiezione angolare interna dell'opercolo. Sul lato esterno del callo un solco spesso forma la continuazione dell'ombelico. Pareti interne del guscio non sciolte; opercolo senza incrementi di crescita a spirale. Protoconca costituita da spirali arrotondate basse e strettamente arrotolate.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia contiene quattro sottofamiglie di cui una sola esistente, ed un gruppo di generi non assegnati:[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Neritopsidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 6 luglio 2020.
  2. ^ Juan E. Uribe et al., Phylogenetic relationships among superfamilies of Neritimorpha (Mollusca: Gastropoda) (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution, 2016, DOI:10.1016/j.ympev.2016.07.021. URL consultato il 16 agosto 2020.
  3. ^ Klaus Bandel, Description and classification of Late TriassicNeritimorpha (Gastropoda, Mollusca)from the St Cassian Formation, Italian Alps (PDF), in Bulletin of Geosciences, vol. 82, n. 3, 2007, p. 218.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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