Napoli secondo estratto

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Napoli secondo estratto
album in studio
ArtistaMina
Pubblicazionenovembre 2003
Durata53:09
Dischi1
Tracce13
GenereFolk
Pop
EtichettaPDU
ProduttoreMassimiliano Pani
Mina - cronologia
Album precedente
(2003)

Napoli secondo estratto, pubblicato nel 2003, è un album della cantante italiana Mina che ha raggiunto l'ottava posizione in classifica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palco del Teatro San Carlo di Napoli viene ritoccato per l'occasione dal fedele Mauro Balletti nella copertina del secondo disco dedicato da Mina alla canzone napoletana. Come raramente accade, in copertina la cantante non compare e lascia il posto a tre napoletani "veraci": Totò, Tina Pica e Titina De Filippo, riservando a se stessa un piccolo spazio solo in una foto interna. Per questa seconda rilettura della canzone napoletana, Mina e il suo team rinuncia subito agli effetti vocali o a inutili fronzoli orchestrali. Tutto viene rielaborato in chiave intimistica forse per evitare il cliché di una rilettura stereotipata e l'eccessiva (melo)drammaticità di alcuni pezzi. Disco fuori dagli schemi moderni, controcorrente e lontano da qualunque moda, Napoli secondo estratto è sicuramente un album elegantissimo e prezioso, destinato a diventare un'edizione di riferimento per tutti coloro che vogliono affrontare la tradizione musicale napoletana in maniera non convenzionale.
La scelta dei pezzi è abbastanza variegata: classici-classici, classici più recenti e un paio di composizioni originali. Tra i primi, si annovera il pezzo di apertura, Tu ca nun chiagne!, firmato da Libero Bovio ed Ernesto De Curtis e lanciato nel 1919 da Enrico Caruso, del quale Mina dà «un'interpretazione rarefatta»[1]. Classico per eccellenza è Te voglio bene assaje (1835), canzone che per molti segna la nascita della canzone napoletana moderna. La versione della Tigre è «limpida e impeccabile, priva di quella componente melodrammatica che caratterizza le versioni più popolari. Mina, infatti, rinuncia a ogni vezzo per cogliere l'essenza di una tradizione spesso macchiata di eccessivo folklorismo con il supporto di un quartetto jazz»[2]. Sussurri e sospiri caratterizzano la serenata napoletana più tradizionale, Maria mari'! (scritta Eduardo Di Capua e dal poeta Vincenzo Russo nel 1899), seguita dalla canzone napoletana forse più famosa al mondo, O sole mio, qui spogliata da qualunque eccesso tipico della sceneggiata, rallentata e cantata quasi con un filo di voce, forse a dimostrazione del grande rispetto che la cantante ha nei confronti di tale canto. Altro classico-classico è Canzona appassiunata (E.A. Mario, 1922), in cui Mina «non cede a nessuna tentazione interpretativa o di temperamento, ma guarda esclusivamente all'interiorità musicale, all'anima del mélos, rinunciando a qualsiasi patetismo napoletanistico»[3]. Composta da Salvatore Di Giacomo nel 1885 e lodata da Benedetto Croce, Era de maggio qui «fa sfoggio di archi e fiati, forse in assenza di una chiave interpretativa, ma non certo di intarsi vocali»[4]. Con Guapparia (di Libero Bovio e Rodolfo Falvo, 1914) Mina «rinuncia alle smargiassate e al paso doble per narrare il più universale dolore di un uomo tradito»[4]. I' te vurria vasà!... (degli stessi autori di Maria Mari'!) è un classico di inizio secolo qui sapientemente trasformato in «ballad morbida e soffusa»[5] «dove lo strazio è dolce e lo strascico di charme»[6]. Tre i pezzi moderni scelti da Mina: O cielo ce manna 'sti ccose, scritta da Fred Bongusto nel 1964 per il film Matrimonio all'italiana di Vittorio De Sica («splendida»[2] nell'interpretazione della Tigre), Carmela (1975) di Salvatore Palomba e Sergio Bruni (un pezzo che «entra nudo nel vico nero della città porosa, s'immerge nei suoi peccati e nei suoi incubi, ne divide i sogni e le passioni, ne ricerca l'armonia ferita, ne esplora il ventre, ne condivide la triplice essenza di rosa, preta e stella»[4]) e il Pino Daniele di Napule e (1977), della quale Mina dà una «fantastica rilettura [...] in una curiosa e inedita versione blues che dà [al pezzo] un sapore nuovo»[5]. Il colpo di coda al disco è dato dall'inedito Cu 'e mmane - scritta a quattro mani dagli Audio2 - e da «una melodia tristissima che trova nella voce di Mina uno sviluppo perfetto»[7], O cuntrario 'e l'ammore, sconosciuto pezzo di Giacomo Puccini del 1890, qui rielaborato dal maestro Gianni Ferrio su testo di Maurizio Morante.

Foto interna del cd "Napoli secondo estratto" di Mina

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Tu ca nun chiagne! – 3:34 (testo: Ernesto De Curtis – musica: Libero Bovio)
  2. 'O cielo ce manna sti' ccose – 5:42 (testo: Armando Trovajoli – musica: Fred Bongusto)
  3. Te voglio bene assaje – 4:16 (testo: Alessandro Longo – musica: Roberto Sacco)
  4. Carmela – 2:12 (testo: Sergio Bruni – musica: Salvatore Palomba)
  5. Napule è – 5:09 (Pino Daniele)
  6. Maria Mari'!... – 3:08 (testo: Eduardo Di Capua – musica: Vincenzo Russo)
  7. 'O sole mio – 3:12 (testo: Eduardo Di Capua – musica: Giovanni Capurro)
  8. Canzona appassiunata – 3:34 (E. A. Mario)
  9. Era de maggio – 5:21 (testo: Mario Pasquale Costa – musica: Salvatore Di Giacomo)
  10. Guapparia – 3:09 (testo: Rodolfo Falvo – musica: Libero Bovio)
  11. I' te vurria vasa'!... – 5:51 (testo: Eduardo Di Capua – musica: Vincenzo Russo)
  12. Cu 'e mmane – 4:13 (Giovanni Donzelli, Vincenzo Leomporro)
  13. 'O cuntrario 'e l'ammore (Rielaborazione da Crisantemi di Giacomo Puccini) – 3:44 (testo: Maurizio Morante – musica: Gianni Ferrio)

Versioni Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  • Te voglio bene assaje:
versione Live TV '68, vedi Signori... Mina! vol. 1
versione del '69, vedi I discorsi

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Aldo Dalla Vecchia, "Questa è Napoli secondo me", Tv Sorrisi e Canzoni del 15 novembre 2003
  2. ^ a b Olivia Corio, "Mina, un album di standard della canzone napoletana", Il Nuovo del 16 novembre 2003
  3. ^ Roberto De Simone, "«Io, cultore di Napoli emozionato da Mina»", Avvenire del 15 novembre 2003
  4. ^ a b c Federico Vacalebre, "Classici di ieri e di oggi", Il Mattino del 15 novembre 2003
  5. ^ a b Marco Molendini, "Mina canta Napoli e «'O sole mio» si trasforma in una morbida ballata", Il Messaggero del 15 novembre 2003
  6. ^ Marco Mangiarotti, "Mina canta le meraviglie senza tempo", Il Resto del Carlino del 15 novembre 2003
  7. ^ Mario Luzzatto Fegiz, "«Napoli secondo estratto»: grande Mina, forse troppo", Corriere della Sera del 16 novembre 2003

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]