M61 (astronomia)

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Messier 61
Galassia a spirale intermedia
Immagine all'infrarosso di M61 catturata dal Telescopio Spaziale Spitzer
Scoperta
ScopritoreBarnaba Oriani
Data5 maggio 1779
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneVergine
Ascensione retta12h 21m 54.9s[1]
Declinazione+04° 28′ 25″[1]
Distanza60 milioni a.l.  
Magnitudine apparente (V)9,7[1]
Dimensione apparente (V)6 × 5,5[1]
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale intermedia
ClasseSAB(rs)bc[1]
Magnitudine assoluta (V)-21.2
Caratteristiche rilevanti-
Altre designazioni
NGC 4303, UGC 07420, PGC 040001, MCG +01-32-022, USGC U490 NED310, MRC 1219+047[1]
Mappa di localizzazione
M61
Categoria di oggetti astronomici

Coordinate: Carta celeste 12h 21m 54.9s, +04° 28′ 25″

M 61 (conosciuta anche con il nome di NGC 4303) è una grande galassia a spirale intermedia situata nell'Ammasso della Vergine e visibile nell'omonima costellazione. Fu scoperta da Barnaba Oriani il 5 maggio del 1779.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare M61.

M61 si trova in una regione di cielo molto povera di stelle brillanti, pertanto per la sua individuazione occorre seguire una serie di concentrazioni di stelle o disporre di una carta celeste moderatamente dettagliata. Al binocolo 10x50 o 11x80 è quasi invisibile e si mostra come una macchia molto sfuggente; gli strumenti che consentono di osservare dettagli maggiori sono quelli superiori ai 140mm di apertura, in cui appare come una chiazza il cui alone si estende per 5' di diametro, con un nucleo piccolo e luminoso posto esattamente al centro. Ad un'osservazione approfondita si nota che la sua forma non è perfettamente circolare ma appare allungata leggermente in senso nordest-sudovest, con alcuni chiaroscuri sull'alone che lo rendono irregolare.[2]

M61 può essere osservata con facilità da entrambi gli emisferi terrestri e da tutte le aree abitate della Terra, grazie al fatto che la sua declinazione non è eccessivamente settentrionale; dalle regioni boreali è maggiormente osservabile e si presenta estremamente alto nel cielo nelle notti di primavera, mentre dall'emisfero australe appare mediamente più basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo boreale è quello compreso fra marzo e luglio.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

Charles Messier descrive questa galassia come una nebulosa debolissima e difficile da distinguere; inizialmente confusa con una cometa, nel 1769, si rese poi conto dell'errore, inserendola nel suo catalogo di oggetti non stellari e non cometari; poco prima del Messier, quest'oggetto era stato indipendentemente scoperto da Barnaba Oriani di Milano, che l'aveva descritta come una nube dall'aspetto simile a una cometa proprio mentre cercava, come il Messier, di osservare la cometa di quell'anno. Per William Herschel, che la osservò con un telescopio molto più potente di quello del Messier, quest'oggetto era molto brillante. Altri seguirono nell'osservazione, come Lord Rosse e l'ammiraglio Smyth.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

M61 si trova a 60 milioni di anni luce e con il suo diametro di circa 100.000 anni luce (simile a quello della Via Lattea) è uno dei più grandi membri dell'ammasso della Vergine. Particolarità di questa galassia è la struttura dei suoi bracci: essi mostrano diversi improvvisi cambi di direzione, dei veri e propri angoli che danno ad M61 un aspetto quasi poligonale. La sua massa è stata stimata in 50 miliardi di masse solari almeno e la sua magnitudine assoluta, rapportandola a quella apparente di 9,7, sarebbe pari a -21,2. Il moto proprio della galassia tende a farla allontanare da noi alla velocità di 1464 km/s, similmente a tutto l'Ammasso della Vergine, a cui appartiene.[2]

In questa galassia sono state osservate 8 supernove: SN 1926A, SN 1961I, SN 1964F, SN 1999gn, SN 2006ov, SN 2008in, SN 2014dt[4] e SN 2020jfo[5].[2][6] [7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for M 61. URL consultato il 18 novembre 2006.
  2. ^ a b c d Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
  3. ^ Una declinazione di 4°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 86°; il che equivale a dire che a nord dell'86°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud dell'86°S l'oggetto non sorge mai.
  4. ^ (EN) Cbet 4011 del 1º novembre 2014
  5. ^ SN 2020jfo | Transient Name Server, su wis-tns.weizmann.ac.il. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2020).
  6. ^ (EN) List of Supernovae
  7. ^ (EN) Discovery certificate for object 2020jfo

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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