Myrica rubra

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Myrica rubra
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineFagales
FamigliaMyricaceae
GenereMyrica
SpecieM. rubra
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineMyricales
FamigliaMyricaceae
GenereMyrica
SpecieM. rubra
Nomenclatura binomiale
Myrica rubra
(Lour.) Siebold & Zucc., 1846
Sinonimi

Morella rubra
Lour.

Myrica rubra (Lour.) Siebold & Zucc., 1846 è un albero della famiglia Myricaceae,[1] coltivato per i suoi frutti rosso-cremisi commestibili; a volte è erroneamente definito come “corbezzolo cinese”.

È chiamato anche Yangmei (cinese: 杨梅S, YángméiP, cantonese: yeung mui; in coreano 소귀나무?, sogwinamuLR; in giapponese: yamamomo; kanji: 山桃; katakana: ヤ マ モ モ, letteralmente "pesca di montagna”). In inglese è spesso citato come Bayberry Cinese, Bayberry Giapponese, Bayberry Rosso, Yumberry.[senza fonte]

È un albero di medie dimensioni (fino a 12-20 m di altezza), a chioma tondeggiate, sempreverde nei climi più caldi, ma a fogliame parzialmente o totalmente caduco nei climi più freddi. La corteccia è grigia e liscia. La pianta è monoica (da confermare), cioè con piante portanti sia fiori maschili che fiori femminili distinti. È molto tollerante per la natura del suolo, tollera terreni poveri ed acidi. L'apparato radicale è poco profondo (30-60 cm). Come altre Myricaceae, l'apparato radicale è interessato in una simbiosi micorrizica con miceti del genere Frankia.

Il frutto è sferico, 1,5-2,5 cm di diametro, con una superficie verrucosa. Il colore della superficie è tipicamente un profondo rosso brillante, ma può variare dal bianco al giallo, al rosso fino al rosso violetto. Il colore della polpa è simile al colore della superficie, o un po' più chiaro.

Al centro è un singolo seme, di norma allungato-appuntito di dimensione circa la metà del frutto intero. Sono state sviluppate alcune cultivar con frutti più grandi, fino a 4 cm di diametro.

Distribuzione e habitat

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La pianta è originaria della Asia orientale,[1] soprattutto nel centro-sud della Cina dove è stata coltivata per almeno 2000 anni. La coltivazione cinese è concentrata a sud del fiume Yangtze, dove è di notevole importanza economica.

La collocazione naturale è in boschi alle pendici di montagne e le valli ad altitudini di 100-1500 m. La simbiosi radicale con miceti del genere Frankia produce un notevole vantaggio nei confronti di altri vegetali, per cui riesce ad affermarsi su suoli poveri di nutrienti.

La pianta è stata diffusa in Giappone e Corea, e più recentemente in diversi paesi del sud est asiatico. Le varietà più resistenti reggono fino a temperature invernali di −9 °C.

L'uso principale è per la produzione di frutta. L'albero viene anche utilizzato come ornamenti per parchi e strade. È anche un albero tradizionale utilizzato nella composizione di giardini classici dell'est asiatico.

Oltre al consumo fresco, i frutti possono essere essiccati, sciroppati, messi in infusione di baijiu (liquore tradizionale cinese), o fermentati in bevande alcoliche. La frutta secca è spesso preparata aromatizzata, a volte con liquirizia, alla maniera Huamei. Il succo derivato è stato commercializzato all'estero, ed in particolare in Europa col nome inglese di Yumberry. Nello Yunnan ci sono due tipi di Yangmei: quello acido per preparare la frutta secca, e quello dolce come frutta fresca e per succhi.

Preparazione di succhi.
Aromatizzazione di yogurt.
Preparazione di composte.
Sostanze coloranti sono prodotte dalla corteccia.

Ricerca e componenti interessanti

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Myrica rubra è stata studiata scientificamente dal 1951, sia per l'interesse orticolo che per le caratteristiche fitochimiche e farmacologiche.[2][3][4] Capacità di azotofissazione del sistema di noduli radicali, prodotti da batteri del genere Frankia.[5] Specificità ambientale delle nicchie ecologiche forestali aventi proprietà di azotofissazione

La letteratura scientifica è varia, con studi di sostanze fitochimiche di corteccia, foglie e frutti. Progressi significativi sono stati segnalati sui polifenoli, in particolare l'acido ellagico, gli antociani, l'attività antiossidante, vaso-costrittoria, proprietà anti-cancro, e anti-virali.[6]

In Giappone è il fiore della prefettura di Kochi e l'albero della prefettura di Tokushima. Il nome della pianta appare in molte vecchie poesie giapponesi.

  1. ^ a b (EN) Myrica rubra (Lour.) Siebold & Zucc., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 gennaio 2021.
  2. ^ (EN) Jinsong Bao, Yizhong Cai, Mei Sun, Guoyun Wang e Harold Corke, Anthocyanins, Flavonols, and Free Radical Scavenging Activity of Chinese Bayberry (Myrica rubra) Extracts and Their Color Properties and Stability, in J. Agric. Food Chem, vol. 53, n. 6, 17 febbraio 2005, pp. 2327–2332, DOI:10.1021/jf048312z.
  3. ^ (EN) Avijit Paul, Jayeeta Das, Sreemanti Das, Asmita Samadder e Anisur Rahman Khuda-Bukhsh, Anticancer potential of myricanone, a major bioactive component of Myrica cerifera: novel signaling cascade for accomplishing apoptosis, in J Acupunct Meridian Stud, vol. 6, n. 4, 15 giugno 2013, pp. 188-198, DOI:10.1016/j.jams.2013.05.003, PMID 23972241. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  4. ^ (EN) Chongde Sun, Huizhong Huang, Changjie Xu, Xian Li e Kunsong Chen, Biological Activities of Extracts from Chinese Bayberry (Myrica rubra Sieb. et Zucc.): A Review, in Plant foods for human nutrition, vol. 68, Dordrecht, NL, 19 aprile 2013, pp. 97-106, DOI:10.1007/s11130-013-0349-x. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  5. ^ (EN) Peter Del Tredici, A Nitrogen Fixation: The Story of the Frankia Symbiosis (PDF) (Copia archiviata), su arnoldia.arboretum.harvard.edu. URL consultato il 25 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2017).
  6. ^ Hua-Yew Cheng, Ta-Chen Lin, Kanji Ishimaru, Chien-Min Yang1, Kuo-Chih Wang e Chun-Ching Lin, In Vitro Antiviral Activity of Prodelphinidin B-2 3,3′-Di-O-gallate from Myrica rubra, in Planta Medica, vol. 69, n. 10, ottobre 2003, pp. 953-956, DOI:10.1055/s-2003-45108, PMID 14648402. URL consultato il 18 gennaio 2024.

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