Museo del tesoro della cattedrale di San Lorenzo

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Museo del tesoro della cattedrale di San Lorenzo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGenova
IndirizzoCattedrale, Piazza San Lorenzo, Piazza San Lorenzo 18, 16123 Genova e Piazza San Lorenzo, 16123 Genova
Coordinate44°24′27.3″N 8°55′53.31″E / 44.407582°N 8.931476°E44.407582; 8.931476
Caratteristiche
Tipoarte sacra, oreficeria
Istituzione1892
Apertura1892
DirettorePiero Boccardo (curatore)
Visitatori9 856 (2022)
Sito web
La cattedrale di San Lorenzo a Genova

Il Museo del tesoro della cattedrale di San Lorenzo è il museo situato negli ambienti sotterranei della cattedrale di San Lorenzo, nel centro storico di Genova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il tesoro della cattedrale di San Lorenzo iniziò a formarsi come raccolta di oggetti già dal XII secolo; nei secoli successivi si incrementò grazie a donazioni ufficiali e private, contributi "di stato" e di devozione, bottini di guerra.

Particolare ricchezza e varietà attestano gli inventari conosciuti, datati fra Tre e Cinquecento, ma soltanto pochissimi fra gli oggetti in essi registrati sono pervenuti a noi. Varie cause, come il mutare dei gusti e la necessità di denaro liquido per far fronte a eventi politici e sociali di particolare gravità minarono l'integrità del suo patrimonio.

Il tesoro divenne un museo nel 1892, in occasione del quarto centenario della scoperta dell'America, quando si decise di dare a questo prezioso patrimonio una sistemazione stabile, rendendolo visibile al pubblico in permanenza. Vennero costruiti tre grandi armadi dotati di serrande di sicurezza:

La sistemazione era in un ambiente retrostante l'ampia sacrestia. Gli oggetti vennero disposti scenograficamente. Il pubblico poteva ammirarli direttamente. In tale sistemazione il tesoro giunse fino alla seconda guerra mondiale.

Nel secondo dopoguerra, si ricavarono, sotto il cortile del Palazzo Arcivescovile, alle spalle della cattedrale, ambienti sotterranei nuovi, destinati specificamente ad accogliere il museo attuale. La scelta fu dettata dall'assoluta mancanza di spazio. Il museo fu inaugurato dal cardinale Giuseppe Siri nel 1956.

Il progetto degli ambienti fu di Franco Albini con la collaborazione di Franca Helg ed unanimemente considerato una delle opere più significative di inserimento moderno in un edificio antico del razionalismo italiano in architettura. La disposizione dei pezzi venne curata da Caterina Marcenaro, direttrice dei musei civici.

Recentemente è stato effettuato un restauro ad opera dell'architetto Giovanni Torteli, al fine di rimediare all'invecchiamento della struttura e di adeguare gli impianti alla normativa vigente.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

L'allestimento museale di Franco Albini. Foto di Paolo Monti, 1963.

L'allestimento del museo fu realizzato dal 1952 al 1956 su progetto dell'architetto Franco Albini, ed è riconosciuta all'interno della museologia moderna come un capolavoro a livello internazionale. È una di quelle opere "eccellenti", come le definisce Leonardo Benevolo nella sua Storia dell'Architettura Moderna, degli architetti italiani del dopoguerra, che si situano all'interno del Movimento Moderno in Italia, con il suo attento inserirsi nell'ambiente costruito storico, ed in quel variegato dispiegarsi del Razionalismo italiano.

Gli ambienti sotterranei in pietra grigia, immersi in penombra, richiamano le costruzioni a thòlos del mondo miceneo

La struttura architettonica del museo si articola in brevi corridoi che conducono a un piccolo atrio su cui prospetta un primo ambiente circolare; poi una stanza centrale, di forma irregolare, su cui si innestano altri tre ambienti circolari, di dimensioni sempre maggiori.

Blocchi di pietra nera di promontorio sono impiegati nei pavimenti e nelle pareti, mentre il vetrocemento e il cemento armato costituiscono le coperture dei vari ambienti.

Opere d'arte[modifica | modifica wikitesto]

La Croce degli Zaccaria (in primo piano). Sul fondo a sinistra: i reliquiari del Braccio di Sant'Anna e del Braccio di San Giacomo. Foto di Paolo Monti, 1963.
A sinistra: Francesco Maria Schiaffino, statua dell’Immacolata. A destra: arca processionale di San Giovanni Battista. Foto di Paolo Monti, 1963
Arca processionale del Corpus Domini. Foto di Paolo Monti, 1963

Il museo raccoglie circa cinquanta oggetti. Essi si ricollegano, per origine e funzione a tre filoni:

  1. Il nesso stretto fra istituzioni politiche cittadine e cattedrale.
  2. Il culto speciale riservato a san Giovanni Battista quale patrono della città di Genova.
  3. Le necessità del culto e della celebrazione, assicurate dal capitolo dei canonici.

Questa triplice origine e funzione spiega la proprietà dei pezzi, rispettivamente pertinenze del Comune di Genova, della protettoria della cappella di San Giovanni Battista e del capitolo della chiesa metropolitana.

Tra gli oggetti più significativi presenti nel museo si ricordano:

Fra le opere postmedievali sono importanti:

E ancora:

Infine, il quarto ambiente a pianta circolare ospita le opere di argenteria dei secoli XVIII, XIX e XX: calici, ostensori, croci, anelli e altri oggetti di fattura non solo genovese, molti dei quali donati al Tesoro da cardinali e pontefici: Pio IX, Leone XIII, Benedetto XV.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ma la Guida SAGEP qualifica l'attribuzione a papa Gelasio come leggendaria, perché la casula sarebbe del 1600.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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