Museo Cantini

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Museo Cantini
Musée Cantini
Paul Signac, L'entrée du port de Marseille, 1911, olio su tela, 116,7 x 162 cm
Ubicazione
StatoBandiera della Francia Francia
LocalitàMarsiglia
Indirizzo19 rue Grignan
Coordinate43°17′32.1″N 5°22′41.4″E / 43.29225°N 5.378167°E43.29225; 5.378167
Caratteristiche
Tipoarte moderna
Collezionipittura moderna e contemporanea
Periodo storico collezioni1900 - 1980
Intitolato aJules Cantini
Istituzione1916
FondatoriJules Cantini
Apertura1936
Visitatori44 931 (2019)
Sito web

Il Museo Cantini di Marsiglia venne inaugurato nel 1936. Ha una collezione di arte moderna, in particolare dipinti della prima metà del XX secolo.

Edificio[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio del museo Cantini fu costruito nel 1694 per la Compagnie du Cap Nègre. La società incontrò difficoltà finanziarie e l'edificio fu venduto nel 1709[1] a Dominique de Montgrand bisnonno di Jean-Baptiste-Jacques-Guy-Thérèse de Montgrand, futuro sindaco di Marsiglia.[2] L'edificio fu poi venduto a Louis Joseph Chaudoin nel 1801 e a Dieudonné Bernadac nel 1816. Nel 1888 fu acquistato da Jules Cantini che lo lasciò in eredità alla città di Marsiglia nel 1916, con la clausola che doveva diventare un museo di arti decorative. Il museo è stato aperto nel 1936.

La collezione[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo Cantini possiede una delle più grandi collezioni pubbliche di Francia del periodo 1900-1960. È rappresentata un'ampia varietà di artisti, tra cui Charles Camoin, Raoul Dufy, Albert Gleizes, Henri Laurens, Wassily Kandinsky, František Kupka, Jean Hélion, Alberto Magnelli, Amédée Ozenfant, Max Ernst, André Masson, Simon Simon-Auguste, Jacques Thévenet, Victor Brauner, Joan Miró, Jean Arp.

Puntinismo, fauvismo e cubismo[modifica | modifica wikitesto]

Periodo tra le due guerre[modifica | modifica wikitesto]

Surrealismo[modifica | modifica wikitesto]

Dalla seconda guerra mondiale al 1980[modifica | modifica wikitesto]

Disegni[modifica | modifica wikitesto]

Il museo espone disegni di André Derain, Pierre Bonnard, André Masson, Francis Picabia, Mark Rothko, Pablo Picasso, Edward Hopper, Victor Brauner, Jean Dubuffet . . .

Furto di Degas[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2009 il museo espose il pastello di Edgar Degas sul monotipo Les Choristes, in prestito dal Musée d'Orsay di Parigi, che venne rubato alla fine dell'anno; l'indagine si affievolì fino al 2018, quando i doganieri lo hanno recuperato casualmente dal bagagliaio di un autobus fuori Parigi.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gaston Rambert, Histoire du commerce de Marseille, Plon, Paris, 1954, 7 volumes, tome 4 page 235
  2. ^ Comte Godefroy de Montgrand, Armorial de la ville de Marseille, Alexandre Gueidon, Marseille, 1864, page 274-275
  3. ^ Aurelien Breeden, Degas Painting, Stolen in 2009, Is Found on Bus Near Paris, in The New York Times, 23 febbraio 2018. URL consultato il 24 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Régis Bertrand, Lucien Tirone, Le guide de Marseille, édition la manufacturing, Besançon, 1991,ISBN 2-7377-0276-3

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN124192141 · ISNI (EN0000 0001 2106 9814 · LCCN (ENn50065290 · J9U (ENHE987007605765605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50065290