Muhammad bin Abd al-Aziz Al Sa'ud

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Muhammad bin Abd al-Aziz Al Saud)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Muḥammad b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
Il principe Mohammed nel 1955
Principe della Corona dell'Arabia Saudita
Stemma
Stemma
In carica2 novembre 1964 –
29 marzo 1965
PredecessoreFayṣal b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
SuccessoreKhālid b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
Nome completoMuḥammad b. ʿAbd al-ʿAzīz b. ʿAbd al-Raḥmān b. Fayṣal b. Turkī b. ʿAbd Allāh b. Muḥammad b. Saʿūd
NascitaRiad, 4 marzo 1910
MorteRiad, 25 novembre 1988 (78 anni)
SepolturaCimitero al-ʿŪd, 25 novembre 1988
DinastiaDinastia Saudita
PadreʿAbd al-ʿAzīz dell'Arabia Saudita
Madreal-Jawhara bt. Musāʿid al-Jilūwī
ConsorteḤaṣṣa bint ʿAbd Allāh al-Sudayrī
FigliPrincipe Fahd
Principe Bandar
Principe Badr
Principe Saʿd
Principe ʿAbd Allāh
Principe ʿAbd al-ʿAzīz
ReligioneIslam sunnita
Muḥammad b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd

Presidente del Consiglio di Casa Sa'ud
Durata mandato1975 –
1988
MonarcaRe Khalid
Re Fahd
PredecessoreFaysal bin Abd al-Aziz Al Sa'ud
SuccessoreSa'd bin Abd al-Aziz Al Sa'ud

Governatore della provincia di Medina
Durata mandato1924 –
1965
MonarcaRe ʿAbd al-ʿAzīz
Re Saʿūd
Re Fayṣal
Predecessore-
SuccessoreʿAbd al-Muḥsin b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd

Muḥammad b. ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd (in arabo محمد بن عبد العزيز ال سعود?; Riad, 4 marzo 1910Riad, 25 novembre 1988) è stato un principe e politico saudita, membro della famiglia reale Āl Saʿūd. Brevemente principe ereditario nel 1964 - 1965, è stato tra i membri più ricchi e potenti della famiglia reale saudita. Il suo consiglio è stato chiesto in molte questioni da parte dei suoi fratelli. Fino alla sua morte nel 1988, è stato un vicino e potente confidente e consigliere anziano dei suoi fratelli minori, re Khālid e re Fahd.[1]

Primi anni di vita[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Muḥammad è nato nel 1910[2] ed è stato il quarto figlio del fondatore del regno, re ʿAbd al-ʿAzīz.[3] Tuttavia, la sua data di nascita è indicata in altre fonti nel 1909,[4] e William A. Eddy riferisce che è il terzo figlio di re ʿAbd al-ʿAzīz.[5]

Sua madre, al-Jawhara bt. Musāʿid al-Jilūwī, apparteneva all'importante famiglia al-Jilūwī,[6][7] un clan i cui matrimoni con i membri della famiglia Āl Saʿūd, sono stati numerosi.[8][9][10] Re Khālid era suo fratello.[2] Sua sorella, al-ʿAnūd, è stata sposata con due figli di Saʿd bin ʿAbd al-Raḥmān. In primo luogo ha sposato Saʿūd bin Saʿd. Dopo la sua morte, ha sposato Fahd bin Saʿd.[11]

Doveri reali[modifica | modifica wikitesto]

Ai principi Muḥammad e Fayṣal è stata affidata la responsabilità degli Ikhwan a metà degli anni '20.[12] Il principe Muḥammad ha partecipato ad alcuni scontri durante gli anni di formazione del regno con i suoi fratelli e cugini. Nel 1934, re ʿAbd al-ʿAzīz ordinò alle sue truppe di attaccare le difese dello Yemen. In seguito, Fayṣal bin Saʿd, figlio del fratello del re saudita, Saʿd, è avanzato su Baqem mentre un figlio di suo fratello Muḥammad, Khāled bin Muḥammad, è avanzato su Najrān e Saʿda.

Il principe Muḥammad, assieme all'allora principe ereditario Saʿūd ha rappresentato re ʿAbd al-ʿAzīz alla cerimonia d'incoronazione di re Giorgio VI del Regno Unito e della regina Elisabetta a Londra nel 1937.[13] Inoltre, con il principe Manṣūr ha accompagnato re ʿAbd al-ʿAzīz ad uno storico incontro con l'allora presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt il 14 febbraio 1945.[5][14] Con il loro zio, il principe ʿAbd Allāh, hanno partecipato anche l'incontro tra ʿAbd al-ʿAzīz e il premier britannico Winston Churchill in Egitto nel febbraio del 1945.[15] Il principe Muhammed ha inoltre accompagnato re Sa'ud durante la sua visita negli Stati Uniti nel gennaio 1962.[16]

Il principe Muḥammad era a capo del Consiglio della famiglia reale. Il Consiglio ha espresso la sua fedeltà al principe ereditario Fahd dopo la morte di re Khālid il 13 giugno 1982.[17]

Rinuncia alla successione[modifica | modifica wikitesto]

Muḥammad bin ʿAbd al-ʿAzīz è stato principe ereditario durante i primi mesi (novembre 1964 - marzo 1965) di regno del suo fratellastro re Fayṣal. Poi si fece volontariamente da parte nella successione per permettere al suo fratello più giovane, il principe Khālid, di diventare erede al trono saudita. A causa di questo evento, è stato definito re del caffè.[1] Si dice che si è fatto da parte per rispettare un accordo generale di famiglia. Tale accordo era stato negoziato durante il periodo di crisi interna che ha visto l'abdicazione, alla fine del 1964, del dissoluto re Saʿūd, in favore di un altro fratellastro, il re Fayṣal. La rinuncia del principe Muḥammad, quindi, ha contribuito a disinnescare quella crisi e ha facilitato la presa del potere da parte di re Fayṣal.

Muḥammad bin ʿAbd al-ʿAzīz è noto per l'aver avuto una forte personalità. Si dice sia stato di disposizione ortodossa. Tuttavia, la sua rigidità ha indebolito la sua capacità di ottenere il sostegno necessario per avere potere politico nel regno. Il re dell'Arabia Saudita è eletto da un collegio informale costituito da figli e nipoti di alto livello del fondatore del regno, ʿAbd al-ʿAzīz b. Saʿūd, e mentre l'età e l'anzianità di nascita sono considerazioni importanti, è anche necessario il saper accogliere e coinvolgere amichevolmente le varie fazioni della famiglia e sociali al fine di ottenere il potere .

È stato un principe-chiave nella coalizione contro re Saʿūd.[18] Il suo soprannome, Abū Sharrayn o "il padre dei due mali" (cattivo umore e bere), riflette altri motivi per cui non stato selezionato come re da parte dei suoi fratelli.[19][20]

Si è anche sostenuto che abbia rinunciato al ruolo di principe ereditario o che sia stato convinto a farlo a causa della sua stretta associazione con re Saʿūd durante il regno di quest'ultimo.[21]

Polemiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Misha'al bint Fahd Al Sa'ud.

Una nipote del principe Muḥammad, Mishʿal bint Fahd, è stato condannata per adulterio in Arabia Saudita. A lei e al suo amante è stata inflitta la pena di morte perché in Arabia Saudita l'adulterio è un reato che comporta la pena capitale. Il principe Muḥammad non ha interceduto in suo favore nella concessione di una eventuale clemenza. I media occidentali lo hanno ritratto in modo negativo, sostenendo che vi era una violazione dei diritti delle donne anche se l'amante maschio della principessa, Mishʿal, è stato decapitato. Un canale televisivo britannico ha presentato un documentario romanzato, "Morte di una principessa", che era basato su questo evento. La trasmissione televisiva di questo documentario ha messo in cattiva luce i rapporti fra l'Arabia e il mondo britannico.[22]

Opinioni[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Muḥammad è stato fra i membri più conservatori della famiglia reale.[23] Egli non ha apprezzato la rapida modernizzazione sociale avvenuta nel paese alla fine degli anni '70 e riteneva che questi cambiamenti, uniti alla presenza di un alto numero di stranieri nel paese, avrebbero potuto portare all'indebolimento dei tradizionali valori islamici.[23]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Il principe è morto per un attacco cardiaco ed è stato sepolto a Riyad il 25 novembre 1988.[1][4] Aveva 78 anni.[24]

Strutture a lui dedicate[modifica | modifica wikitesto]

L'Aeroporto Internazionale di Medina-Principe Muhammad bin Abd al-Aziz è a lui intitolato.

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Fayṣal Āl Saʿūd Turkī bin ʿAbd Allāh Āl Saʿūd  
 
Hia bint Ḥamad Tamīmī  
ʿAbd al-Raḥmān Āl Saʿūd  
Sāra bint Misharī Āl Saʿūd Misharī b. ʿAbd al-Raḥmān b. Saʿūd  
 
 
ʿAbd al-ʿAzīz dell'Arabia Saudita  
Aḥmad al-Kabīr al-Sudayrī Muḥammad b. Turkī al-Sudayrī  
 
 
Sāra bint Aḥmad al-Sudayrī  
 
 
 
Khālid dell'Arabia Saudita  
Turki bin Abd Allah Al Jiluwi Abd Allah bin Muhammad bin Saud  
 
 
Musaed bin Turki Al Jiluwi  
Noura bint Ahmed Al Sudairi  
 
 
Al Jawhara bint Musaed Al Jiluwi  
 
 
 
Hussa bint Abd Allah bin Turki Al Turki  
 
 
 
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia dell'incoronazione di Giorgio VI (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Prince Mohammed of Saudi Arabia, in The Palm Beach Post, AP, 26 novembre 1988. URL consultato il 5 agosto 2012 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2015).
  2. ^ a b Winberg Chai, Saudi Arabia: A Modern Reader, University Press, 22 settembre 2005, p. 193, ISBN 978-0-88093-859-4. URL consultato il 26 febbraio 2013.
  3. ^ Nabil Mouline, Power and generational transition in Saudi Arabia (PDF), in Critique internationale, vol. 46, aprile–giugno 2012, pp. 1-22. URL consultato il 24 aprile 2012.
  4. ^ a b Reigning Royal Families, su worldwhoswho.com, World Who's Who. URL consultato il 4 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2017).
  5. ^ a b William A. Eddy, FDR meets Ibn Saud (PDF), Vista, Selwa Press, 2005.
  6. ^ Helen Chapin Metz, Saudi Arabia: A Country Study, su countrystudies.us, 1992. URL consultato il 9 maggio 2012.
  7. ^ The New Succession Law Preserves The Monarchy While Reducing The King's Prerogatives, in Wikileaks, 22 novembre 2006. URL consultato il 2 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2013).
  8. ^ Joshua Teitelbaum, Saudi Succession and Stability (PDF), su biu.ac.il, BESA Center Perspectives, 1º novembre 2011. URL consultato il 24 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2012).
  9. ^ Personal trips, su kke.com.sa, King Khalid Exhibition. URL consultato il 7 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2012).
  10. ^ Al Saud Family (Saudi Arabia), su medea.be, European Institute for Research on Euro-Arab Cooperation. URL consultato il 29 aprile 2012 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  11. ^ Family Tree of Al Anud bint Abdulaziz bin Abdul Rahman Al Saud, su datarabia.com, Datarabia. URL consultato il 10 agosto 2012.
  12. ^ Jennifer Reed, The Saudi Royal Family, Infobase Publishing, 1º gennaio 2009, p. 40, ISBN 978-1-4381-0476-8. URL consultato il 2 aprile 2013.
  13. ^ Saudi Foreign Policy, su Saudi Embassy Magazine, Fall 2001. URL consultato il 18 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2013).
  14. ^ Thomas W. Lippman, The Day FDR Met Saudi Arabia's Ibn Saud (PDF), in The Link, vol. 38, n. 2, aprile–maggio 2005, pp. 1-12. URL consultato il 5 agosto 2012.
  15. ^ Riyadh. The capital of monotheism (PDF), in Business and Finance Group. URL consultato il 22 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2009).
  16. ^ Charles Ralls, King Saud arrives here for convelescence stay, in Palm Beach Daily News, 25 gennaio 1962. URL consultato il 9 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2015).
  17. ^ Crown Prince Fahd takes control of largest oil-exporting nation, in Herald Journal, 14 giugno 1982. URL consultato il 28 luglio 2012.
  18. ^ William B. Quandt, Saudi Arabia in the 1980s: Foreign Policy, Security, and Oil, Washington DC, The Brookings Institution, 1981, p. 79.
  19. ^ Michael Herb, All in the family, Albany, State University of New York Press, 1999, p. 102, ISBN 0-7914-4168-7.
  20. ^ As'ad AbuKhalil, The Battle for Saudi Arabia. Royalty, fundamentalizm and global power, New York City, Seven Stories Press, 2004, ISBN 1-58322-610-9.
  21. ^ A. R. Kelidar, The problem of succession in Saudi Arabia, in Asian Affairs, vol. 9, n. 1, 1978, pp. 23-30, DOI:10.1080/03068377808729875.
  22. ^ Simon Henderson, After King Abdullah: Succession in Saudi Arabia, su washingtoninstitute.org, The Washington Institute, agosto 2009. URL consultato il 27 maggio 2012.
  23. ^ a b Andrew J. Pierre, Beyond the "Plane Package": Arms and Politics in the Middle East, in International Security, vol. 1, Summer 1978, pp. 148-161. URL consultato il 7 settembre 2012.
  24. ^ Simon Henderson, After King Fahd (PDF) (Policy Paper), su washingtoninstitute.org, Washington Institute, 1994. URL consultato il 2 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2013).