Monumento alle vittime ebraiche austriache della Shoah

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Monumento alle vittime ebraiche austriache della Shoah
Localizzazione
StatoBandiera dell'Austria Austria
CittàVienna
Informazioni generali
TipoMemoriale
ProgettistaRachel Whiteread
Costruzione2000
Mappa
Map
Coordinate: 48°12′41.95″N 16°22′09.9″E / 48.211653°N 16.369417°E48.211653; 16.369417
Particolare di un lato del monumento, con l'ombra di un passante.
Dettaglio dell'angolo del monumento, con visibili i "libri" che lo compongono

Il monumento alle vittime ebraiche austriache della Shoah (tedesco: Mahnmal für die österreichischen jüdischen Opfer der Shoah) è un memoriale posto nella Judenplatz di Vienna. L'opera commemora lo sterminio di 65.000 cittadini austriaci di religione ebraica durante la Shoah.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'idea della costruzione di un memoriale in questa piazza, sopra le spoglie di una sinagoga, è opera di Simon Wiesenthal. Il monumento è stato, successivamente, realizzato nel 2000 dalla scultrice inglese Rachel Whiteread.[2] Nel 2007, durante la visita pastorale in Austria, Papa Benedetto XVI ha commemorato le vittime innanzi a tale monumento, accompagnato dal rabbino capo Paul Chaim Eisenberg.[3]

Iscrizione alla base del monumento[modifica | modifica wikitesto]

Alla base del memoriale sono trascritti i luoghi in cui sono avvenute le esecuzioni.[2] Tali luoghi sono: Auschwitz, Bełżec, Bergen-Belsen, Brčko, Buchenwald, Chełmno, Dachau, Flossenbürg, Groß-Rosen, Gurs, Hartheim, Izbica, Jasenovac, Jungfernhof, Kaiserwald, Kielce, Kowno, Łagów, Litzmannstadt, Lublino, Majdanek, Maly Trostinec, Minsk, Mittelbau/Dora, Modliborzyce, Natzweiler, Neuengamme, Nisko, Opatów, Opole, Ravensbrück, Rejowiec, Riga, Šabac, Sachsenhausen, Salaspils, San Sabba, Sobibor, Stutthof, Theresienstadt, Trawniki, Treblinka, Włodawa, e Zamość.[4]

Simbologia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera rappresenta una biblioteca in cui i libri porgono il proprio dorso verso l'interno: questo per simboleggiare tutte le storie delle vittime dell'olocausto che non sono mai state potute essere raccontate.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anthony Haywood et Caroline Sieg, p. 75.
  2. ^ a b www.ikg-wien.at Archiviato il 6 luglio 2011 in Internet Archive.
  3. ^ (EN) Pope honours Austrian Jewish dead, in BBC, 7 settembre 2007. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  4. ^ (DE) Holocaust-Mahnmal, su nachkriegsjustiz.at. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  5. ^ Anthony Haywood et Caroline Sieg, p. 76.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Anthony Haywood et Caroline Sieg, Vienna, Milano, EDT, 2011, pp. 75-76, ISBN 9788860407153.
  • (DE) Simon Wiesenthal: Projekt: Judenplatz Wien. Zsolnay Verlag, Vienna, 2000. ISBN 3-552-04982-7.
  • (DE) Judenplatz Wien 1996: Wettbewerb, Mahnmal und Gedenkstätte für die jüdischen Opfer des Naziregimes in Österreich 1938–1945. Folio Verlag, Vienna 1996. ISBN 3-85256-046-2.
  • (DE) Gerhard Milchram, Judenplatz: Ort der Erinnerung. Pichler Verlag, Vienna 2000. ISBN 3-85431-217-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]