Monteiasi
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Monteiasi comune | |
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Localizzazione | |
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Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Cosimo Ciura (lista civica Monteiasi protagonista) dal 10-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 40°30′N 17°23′E / 40.5°N 17.383333°E |
Altitudine | 47 m s.l.m. |
Superficie | 9,81 km² |
Abitanti | 5 334[1] (31-12-2022) |
Densità | 543,73 ab./km² |
Comuni confinanti | Carosino, Grottaglie, San Giorgio Ionico, Taranto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 74020 |
Prefisso | 099 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 073016 |
Cod. catastale | F531 |
Targa | TA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 182 GG[3] |
Nome abitanti | monteiasino (in dialetto locale muntianese o muntianise) |
Patrono | santissimo Crocifisso |
Giorno festivo | 14 settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Monteiasi (Mundejase in dialetto tarantino, Muntiasi in dialetto brindisino e Muntiase in dialetto locale[4]) è un comune italiano di 5 334 abitanti[1] della provincia di Taranto in Puglia.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Localizzato a nord-est del capoluogo jonico, Monteiasi si trova all'interno di un paesaggio di macchia mediterranea caratterizzato da ulivi e vigneti. Geograficamente rientra nella subregione del Salento ed è situato a circa 47 m s.l.m.
Secondo la nuova classificazione sismica indicata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la deliberazione della Giunta Regionale della Puglia n. 153 del 2.03.2004, Monteiasi rientra nella "zona sismica 4", "pericolosità sismica molto bassa", dove le possibilità di danni sismici sono basse e l'accelerazione con probabilità di superamento del 10% in 50 anni è di ag<0,05g.
Clima[modifica | modifica wikitesto]
A Monteiasi si riscontra un clima caldo e temperato, tipico della macchia mediterranea.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Diverse sono le interpretazioni circa l'origine del nome, che, tuttavia, non trovano riscontri documentali a testimonianza delle tesi sostenute.
Secondo l'opinione più diffusa, il termine Monteiasi deriva dal composto greco monos tiasos (letteralmente "zona sacra"), poiché nelle campagne sono stati rinvenuti vari frammenti di statuette utilizzate per l'adorazione del dio del vino e delle feste, Dionisio.
Altre interpretazioni puntualizzano che per Tiasì si intende una serie di balli sfrenati eseguiti dagli agricoltori locali in onore del dio Bacco, col tempo i predetti balli saranno associati alla Taranta. A giudizio di altri storici, invece, il toponimo deriverebbe dalla devozione verso san Biagio, mons Blasi ("monte di Biagio"). Ulteriori fonti ancora ritengono che il nome sia attribuibile alla sua posizione geografica: inter montes ("tra i monti"), poiché situato tra le piccole alture dove sorgono Montemesola, Monteparano e Grottaglie.
Le sue origini sono riconducibili alla masseria la "Palummara", ad ovest del paese, che mostra il proprio passato attraverso il complesso archeologico dal Neolitico fino alla conquista romana.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1280 i cavalieri reali Natoli presero parte alla campagna condotta da Carlo I d'Angiò, con il quale erano imparentati, per la conquista del regno che fu di Federico II di Svevia. Provenienti da una secolare stirpe di condottieri di origine normanna, devono il proprio nome al castello di Nantouillet (anticamente Nantoletium), ubicato nelle vicinanze di Parigi, assegnato loro dai primi sovrani capetingi nel IX secolo . I cavalieri milites si distinsero in battaglia, e, per meriti militari, ricevettero vasti possedimenti in varie parti d'Italia direttamente da re Carlo I d'Angiò, tra cui in Sicilia, Campania, Toscana e in Puglia, dove si trasferirà un ramo della famiglia. La famiglia, nel corso del tempo, modificherà il proprio cognome da de Nanteuil (di Natoli) a Landoglia fino a dell'Antoglietta. In particolare, ad Enrico Landoglia vennero assegnate alcune aree dell'attuale Salento, nello specifico il versante orientale dell'odierna provincia di Taranto.
Negli anni 1461-1470, Giorgio Castriota Scanderbeg (principe di Krujia) inviò un esercito di 5000 uomini guidati dal nipote Coiro Stresio in aiuto a re Ferdinando I d'Aragona nella lotta contro Giovanni d'Angiò. Re Ferdinando I d'Aragona permise loro di stabilizzarsi sui casali distrutti del Principe di Taranto, Giovanni Orsini.
Erardo (Erard de Nanteuil) fu il primo della stirpe dei Landoglia ad essere elevato barone di Fragagnano, nella cui giurisdizione ricadeva un Parcus Tabernae di epoca tardoantica, una stazione di rifornimento gestita dai Cavalieri di san Giovanni. A precisare il ruolo dei Landoglia-Antoglietta è l'arcivescovo di Taranto Lelio Brancaccio che, fra il 27 aprile e il 13 maggio 1578, compirà una visita pastorale in cui indicherà la baronessa Geronima Delli Monti, vedova dell'ottavo barone Francesco Antonio Landoglia (il primo della sua famiglia a farsi chiamare "dell'Antoglietta"), l'iniziatrice della costruzione del casale. Il barone Francesco Antonio aveva lasciato a Diofebo, figlio di primo letto, l'area degli attuali comuni di Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe, Monteparano, Carosino, Roccaforzata e a Giovan Tomaso, figlio della baronessa Delli Monti, il casale di Montijasum. In tal veste, Giovan Tomaso compare nella relazione di Lelio Brancaccio[5], che indica anche una popolazione di ottanta anime.
Nel XVI secolo si verificò la seconda ondata di immigrazione albanese, quando la famiglia nobile degli Landoglia-dell'Antoglietta, originariamente Natoli o de Nanteuil, permisero agli immigrati albanesi di insediarsi nel paese. Da qui si è verificato il popolamento del casale denominato "Montijasum". Gli esuli schipetari furono cristiani di rito greco, obbligati ad emigrare date le continue minacce ottomane di fede islamica. Di conseguenza la zona crebbe demograficamente e la presenza della comunità albanese è stata attestata nelle cronache dell'epoca. Tracce di quel periodo sopravvivono soltanto nella Foc'ra, attesissima manifestazione che si svolge ogni anno nel mese di marzo caratterizzata da tavolate, falò e fuochi pirotecnici in onore del protettore dei falegnami, San Giuseppe.
Alla fine del suddetto secolo, tuttavia, le autorità ecclesiali di Taranto proibirono la celebrazione di qualsiasi rito greco, portando l'adozione graduale del rito romano. Gli immigrati albanesi emigrarono nuovamente, comportando, così, il calo demografico.
Monteiasi, come i comuni di Carosino, San Crispieri, Faggiano, Montemesola, Monteparano, Roccaforzata e San Giorgio Jonico, ha perso la propria identità albanofona. Solo San Marzano di San Giuseppe ha mantenuto la cultura arbëreshe dei comuni che appartenevano all'Arberia tarantina.
A Giovan Tomaso dell'Antoglietta succedette Pompeo. Livia, figlia di quest'ultimo, andò in sposa al nobile di Taranto, Carlo Ungaro. Con questa unione si estinse il ramo della famiglia dell'Antoglietta.

La cittadina di Monteiasi, insieme a Roccaforzata e Villa Castelli, fu feudo degli Ungaro, prima baroni e poi duchi, con Carlo Crocifisso Ungaro, nato nel 1786 dal barone Gioacchino Ungaro e dalla nobile napoletana Teresa Borgia, per titolo concesso dal re Ferdinando IV, per gli alti servigi prestati alla corona.
Nell'opera "Quadro storico-politico degli atti del governo de' domini al di qua e al di là del faro ovvero Legislazione positiva del Regno delle Due Sicilie dal 1806 a tutto il 1840", pubblicata nel 1840 da Francesco Dias, uffiziale di carico nel Real Ministero di Stato delle Finanze, definisce Montejasi "comune nel circondario di Grottaglie distretto e diocesi di Taranto in Terra di Otranto; la sua popolazione è di millecentotrentacinque abitanti".
A seguito dell'Unità d'Italia Monteiasi venne inserita nel circondario di Taranto della provincia della Terra d'Otranto e, con la legge del 1865 che abolì la forma amministrativa del decurionato, elesse per la prima volta il consiglio comunale. Con decreto del Regno d´Italia 2 settembre 1923 n. 1911 venne istituita la provincia di Taranto cui vengono annessi tutti i comuni fino ad allora inclusi nell'omonimo circondario, tra i quali quello di Monteiasi.
Nel 1938 con l'arrivo della corrente elettrica inaugurata dal Sindaco Michele Prete (nonno di Salvatore, terzultimo sindaco) determinò un nuovo stile di vita per la cittadinanza, giacché per secoli abituata al lume di candela e alle lampade a petrolio.
In occasione dell'ultimo conflitto mondiale (1939-1945), il paese fu soggetto a diverse evacuazioni per prevenire danni mortali provocati da bombardamenti aerei. Di notevole importanza è stata la figura del sacerdote monteiasino don Antonio Nigro (1919-2011), il cui opuscolo, "Rimozione Coatta", è una ricostruzione storica di Monteiasi durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo, inoltre, fece da anello di congiunzione tra le milizie italiane e quelle angloamericane, queste ultime risiedevano appena 2 km dal paese. Le campagne erano attorniate da tende, ove stazionavano i militari. In tale circostanza, per rafforzare le misure di sicurezza, si decise di realizzare opere difensive sul perimetro urbano nelle vicinanze, costruendo una muraglia, un bunker e delle casematte vicino alla Masseria Taverna in conglomerato cementizio e posizionate in luoghi strategici di accesso al paese, tuttora in parte presenti.
Alla fine degli anni '50 sono state inaugurate via Verdi, via Rinascita, via Mascagni e vengono espletati i lavori mirati all'ampliamento via Roma e via Marconi. Gli anni '60 sono stati dedicati all'edilizia attorno alla nuova artiglieria Circonvallazione denominata "Viale Alcide De Gasperi", che collega via Roma alla SP in direzione Montemesola, attraversando la zona di un vecchio canale.
Sempre nel corso di questi anni, vengono avviati i lavori finalizzati all'espansione della parte ovest del paese, in zona Fattizzone e Benefici, aree del comune di San Giorgio Jonico, poi permutate, il cui limite era segnato da un canale naturale, l'attuale via De Gasperi.
Il 27 aprile 2002 Elisa Springer, una donna sopravvissuta allo sterminio antisemita, ha presentato presso l'aula consigliare di Monteiasi, il proprio libro "Il silenzio dei vivi". In quest'opera la scrittrice di origine ebrea riporta gli orrori di Auschwitz e Bergen Belsen, dove ebbe l'occasione di conoscere Anna Frank.
Nel 2006, con l'insediamento dell'Alenia, nei terreni finitimi all'aeroporto di Grottaglie, avvengono sensibili mutazioni del suolo, segnati dall'espianto di centinaia di alberi d'ulivo secolari.
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo 1997.[6]
Lo stemma di Monteiasi raffigura uno scudo di sfondo azzurro, in cui sono ravvisabili tre colli verdi: Monteparano, Monteiasi e Montemesola (da sinistra verso destra). Al di sopra di questi, ci sono tre stelle d'oro a cinque punte. Lo scudo è sormontato da una corona turrita e racchiuso da due ramoscelli, uno di ulivo (a sinistra) e l'altro di quercia (a destra), legati fra loro da un fiocco tricolore.

Il gonfalone del comune è costituito da un drappo di colore rosso bordato di giallo.
I colori che caratterizzano Monteiasi, non solo a livello sportivo, sono il giallo e il rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]
Tra la fine del XV secolo e i primi decenni del XVI, una porzione del territorio fu interessata dalla presenza dei Cavalieri di Malta. A testimoniare la presenza dei monaci guerrieri è l'antico Parcus Tabernae, da cui l'attuale Barco Taverna, nella periferia ovest del centro abitato. Lo spostamento dei cavalieri di Malta dalla sede iniziale posta in Terra santa provocò delle modifiche alle tratte marittime percorse, con l'abbandono del porto di Brindisi e l'attivazione di nuovi rapporti con quello di Taranto. Il Barco costituì un importante avamposto militare per la difesa e il controllo del territorio, nonché di raccolta e trasformazione dei prodotti agricoli da inviare, tramite il tratturo S. Giovanni-Mar Piccolo, al molo detto dei Battendieri (da cui l'omonima contrada), ove avveniva il carico sulle imbarcazioni. La struttura, nata come stazione di posta fin dal tardo Impero romano, dagli inizi del XVI secolo diviene stazione dei cavalieri di Malta. Il Barco, insieme all'altra masseria divenuta poi Casale e successivamente Palazzo Ducale rappresentano i primi nuclei abitativi del paese e della comunità di Monteiasi. La struttura è attualmente di proprietà privata ed è prospiciente sulla Chiesa Matrice.
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa Matrice, sede dell'unica parrocchia di Monteiasi, è intitolata a san Giovanni Battista. La prima costruzione risale alla fine del XVI secolo. Ampliata fra XVIII e XIX secolo, è santuario del Santissimo Crocefisso. Degne di nota sono le tre statue del crocefisso. La statua lignea del 1612, posta in una nicchia sull'altare centrale; le due raffigurazioni in cartapesta del XVIII secolo, portate in processione per le vie della cittadina il 3 maggio (Invenzione della Croce, festività nota come lu Crucifissu piccinnu) e il 14 settembre (Esaltazione della Santa Croce, antica solennità nota come lu Crucifissu granne). Ulteriori elementi di pregio sono una raffigurazione in legno della Vergine Immacolata risalente al Seicento e una statua in cartapesta di san Giovanni Battista, risalente al Settecento.
Nella navata destra un cartiglio commemorativo ricorda il dono di un'effigie lignea del Crocifisso da parte di una missione di Gesuiti nel 1616, condotta dal padre Giulio Pignatari.
L'oratorio della Congregazione del Santissimo Sacramento e Rosario, sito in via Lotta, contiene al di sopra del portone d'ingresso un organo a canne del XVIII secolo.
Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1891 in una tenuta in contrada San Nicola sono state scoperte ottanta tombe con opulenti materiali funerari di matrice greca. Simili scoperte sono state riscontrate nel 1900 in contrada Le Grottelle e in contrada Aiella. Il materiale raccolto è detenuto presso la Sovrintendenza Archeologica di Taranto. Molto probabilmente le tombe costituivano le propaggini settentrionali della vasta necropoli della Taranto preromana.
Necropoli[modifica | modifica wikitesto]
Nel marzo del 2006 è stata rinvenuta una piccola necropoli risalente al IV-III secolo a.C. circa. La scoperta è avvenuta a seguito dello spostamento di una condotta idrica durante i lavori relativi all'ampliamento del Cimitero. Sita su un declivio prospiciente la riva sinistra del canale "Corte Simone", è costituita da 13 fosse rettangolari orientate S-N ricoperte da due lastroni di pietra tufacea a doppio spiovente con dente d'incastro, due sono rivestite ai lati e in testa con lastroni di pietra. All'interno delle fosse, le deposizioni presentavano reperti riconducibili alla cremazione verosimilmente praticata in periodi differenti dalla tumulazione. Il corredo funebre, risalente in età magnogreca, è costituito da tre vasi in ceramica, due figure rosse di pregevole fattura, orecchini in bronzo, due anelli di cui uno d'argento e l'altro di ferro. Gli scavi hanno portato alla luce otto tombe di adulti e due feti, attualmente conservati presso il Museo archeologico di Taranto.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[7]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]
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Il dialetto "muntianese" si identifica squisitamente dal punto di vista morfologico in quello salentino di variante brindisina, mentre dal punto di vista fonetico è più vicino al dialetto tarantino.
Come alcuni paesi limitrofi, la lingua monteiasina non conserva "resti" della lingua arbëreshe, però ci sono ancora oggi cognomi di origine arbëreshë.
Una preghiera in dialetto monteiasino è "Verbu ti Dio". Questa ha origini antichissime risalente probabilmente alla prima metà del 1800, e che, a causa dell'analfabetismo molto diffuso in quel tempo, si è tramandata oralmente di generazione in generazione. Lo scopo era assicurare la salvezza eterna nel giorno del giudizio a chi avesse saputo recitarla a memoria.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Istruzione[modifica | modifica wikitesto]
Nei primi del '900 fino al 1958 si svolgevano le lezioni scolastiche nelle cosiddette "aule sparse", strutture di proprietà del Comune o in locazione da privati, solitamente cittadini benestanti. Queste aule risiedevano in diverse vie del paese, composte da una sola stanza, poco illuminate, prive di riscaldamento e servizi igienici. In alcune di queste era presente un'unica apertura verso l'esterno, costituita da una porta d'ingresso o da una sola finestra. Nel 1939 fu affidato all'ing. Marturano di redigere un nuovo progetto per la costruzione di un edificio scolastico a Monteiasi. I lavori di costruzione iniziarono nel 1957; il "collaudo" dell'edificio fu eseguito nell'anno 1961, ma non era presente l'ing. Marturano, deceduto qualche anno prima. Da qui iniziarono i progetti per la realizzazione della scuola media e il Campo Sportivo "A. Danucci".
La Biblioteca Popolare, fondata il 3 gennaio 1974, è gestita dall'associazione locale di promozione sociale, (il "Gruppo Anonimo '74"), cui raccoglie 5000 volumi e opuscoli, 2 giornali e 10 periodici. Questa associazione culturale ogni anno offre opportunità atte ad impiegare il tempo in attività formative, come il disegno. Iniziative permanenti con cadenza annuale sono: "Falò e colori", "Cambi l'estate", "Fructus Arboris" e "Forum del libro". Il responsabile del Gruppo Anonimo '74 è il sig. Aldo Galeano, per anni insegnante presso la scuola primaria "G. Pascoli" del paese. Nel 2011, alla morte del sacerdote monteiasino Antonio Nigro, la Biblioteca Popolare ha ricevuto in donazione una parte considerevole del suo patrimonio librario. Il poeta tarantino Angelo Lippo, in memoria della mamma, la quale era originaria di Monteiasi, prima di passare a miglior vita (2011) ha donato dei fondi destinati ad arricchire il patrimonio culturale dell'associazione. Il Museo Etnografico custodisce un repertorio documentale relativo alla vita e alla società della Monteiasi dei secoli XIX e XX.
Taranta[modifica | modifica wikitesto]
Ogni anno in piazza Maria Immacolata viene tenuta una danza folcloristica, la taranta, molto apprezzata dal pubblico senile locale. Questa è ancora oggi diffusa nel paese nell'intento collettivo di preservare questa tradizione che affonda le proprie radici centinaia di secoli fa. La pizzica è accompagnata da strumenti popolari, in primis il tamburello. La taranta è una danza rituale tipica dell'Italia meridionale, diffusa in particolar modo nell'area salentina, la cui funzione è esorcizzare il morso della tarantola, tuttavia, il veleno di questo ragno è blando.
Secondo la credenza popolare, infatti, il tarantismo era una malattia provocata dal morso della tarantola, piccolo ragno che si manifestava soprattutto nei mesi estivi (periodo della mietitura) o più verosimilmente, la puntura di un piccolo scorpione (simbolo anche della provincia di Taranto) anch'esso presente nei campi di grano e nelle stoppie, i quali provocavano uno stato di malessere generale simile all'epilessia, quali dolori addominali, stato di catalessi, sudorazioni e palpitazioni. Il termine "taranta" è anche usato come sinonimo di "pizzica", la danza e il genere musicale generato e culturalmente connesso al tarantismo. La musica, la danza e i colori rappresentavano gli elementi fondamentali della terapia, pertanto l'atto di saltare e la conseguente copiosa sudorazione erano considerati una toccasana. Sembrerebbe che il morso fosse un pretesto per risolvere traumi, frustrazioni, conflitti familiari e vicende personali; da ciò nacque la credenza popolare che la danza potesse guarire dalla malattia.
Eventi[modifica | modifica wikitesto]
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Gli eventi religiosi organizzati a Monteiasi sono: la via Crucis vivente e le due feste in onore del patrono, ossia il Santissimo Crocefisso e il Crocifisso Grande. Il giorno della prima ricorrenza citata è il 3 maggio e si ricorda l'antica solennità del ritrovamento della Croce ad opera di sant'Elena (festività ormai soppressa nella Chiesa cattolica, ma rimasta a Monteiasi per tradizione). La seconda festività avviene il 14 settembre (esaltazione della Croce) ed è celebrata in tono maggiore e più solenne. La devozione popolare è legata all'adorazione di una scheggia del legno della Vera Croce, che fino al XVIII secolo era oggetto di adorazione tutti i venerdì di marzo.
Le "Tavolate di San Giuseppe " (le cc.dd. mattre, dall'albanese "tavole dei poveri") si svolgono in occasione della festa del Santo, il 19 marzo. Durante la processione vengono benedette le tavole imbandite dai fedeli con pane, zeppole e mafalde (conosciute localmente come la "pasta di san Giuseppe") con le cozze, in passato donate agli indigenti. La sera si fa ardere la legna raccolta alcuni giorni prima per le vie del paese.
Nel mese di agosto l'Ordine francescano secolare organizza il "Palio delle cinque contrade", una competizione folkloristica in cui si sfidano i componenti di tutte le età delle cc.dd. "cinque contrade di Monteiasi": Burio (centro storico), Barco Taverna, Fattizzone, Montemarino, Croce Vecchia. Tiro alla fune, albero della cuccagna e corsa nei sacchi sono solo alcuni dei giochi che vengono svolti nel corso delle serate.
Il Venerdì Santo la processione dei Misteri vede protagonista la confraternita del Santissimo Sacramento e Rosario. Come avviene a Taranto, la processione ha inizio a seguito del suono della "trenula" o "troccola", asse decorata di legno con maniglie di ferro che ricorda le ossa sbattute, per richiamare alla memoria la sofferenza di Cristo. Figura di spicco dell'evento sono "li perdùne", ovvero coppie di Confratelli del Carmine. Questi sono scalzi e vestiti con un camice bianco stretto in vita e sui polsi, un rosario nero appeso in vita e un crocifisso, pendenti sulla destra del camice. La mazza che portano simboleggia l'antico bastone del pellegrinaggio, in ricordo dei pellegrini che erano diretti verso Roma.
Durante la festività del Corpus Domini a Monteiasi si presta attenzione alla cura degli "altarini" che si allestiscono per le strade. Nella presente occasione le famiglie cooperano con il vicinato al fine di assicurare il massimo risultato estetico unito alla conformità religiosa degli slogan e delle scritte. Intere strade della parte più antica del paese vengono "apparecchiate" e predisposte al passaggio della divinità transustanziata. Nell'arco dell'anno rappresenta la giornata in cui maggiormente corrispondono fede e partecipazione popolare nella maniera più autentica e genuina, lungi dalle vistosità estemporanee.
Economia[modifica | modifica wikitesto]
L'agricoltura è imperniata sulla viticoltura e l'olivicoltura. Tra le varietà di ulivo più coltivate vi sono l'ogliarola salentina, la leccina, la peranzana, la cima di Melfi, la coratina, la carolea e la cellina di Nardò (detta 'nchiasta per il suo spiccato effetto tintore e usata nella preparazione di focacce ripiene alle olive).
La popolazione è solita dedicarsi anche alle zootecnia, prediligendo l'allevamento di ovini e caprini. Il territorio è contraddistinto dalla presenza di alcune masserie.
Tra il XIX e il XX secolo, Monteiasi, quando apparteneva all'allora Terra d'Otranto, era centro alla produzione della calce e dei mattoni in pietra, infatti, per molti decenni, aveva avuto un consistente sviluppo economico. Per questa ragione, il paese di Monteiasi si è guadagnato l'appellativo di "paese delle fornaci".
A partire dagli anni sessanta l'avvento a Taranto della grande industria, Ilva, ha progressivamente modificato l'economia del paese, diventando, così, come la grande maggioranza dei Comuni della provincia jonica, area a vocazione industriale. Nonostante la costruzione del più grande polo siderurgico d'Europa, il paese resta legato alla tradizione agricola, grazie soprattutto alla presenza di paesaggi suggestivi. Numerose sono le campagne in cui si coltivano prodotti tipici: carciofo, melanzane, zucchine, pomodori, clementine, fagiolini, ecc. Dal 2006, l'ampliamento dello stabilimento Alenia a Grottaglie ha contribuito a diversificare lo sviluppo economico e a incentivare l'edilizia.
Il terziario si compone della rete commerciale (sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell'insieme dei servizi, che comprende anche quello bancario. Non si registra la presenza di strutture sociali di rilievo, quali asili nido, case di riposo o case di accoglienza. L'emittente radiotelevisiva del posto è RADIO MONTEIASI COOP.A.R.L. Le strutture ricettive locali offrono possibilità di ristorazione, ma non di soggiorno, mentre a livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico. Il nosocomio più vicino è il "san Marco" di Grottaglie e la stazione dei Carabinieri più vicina è quella di Grottaglie.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Monteiasi sorge a breve distanza dalla strada statale 7 Via Appia nel tratto fra Taranto e Brindisi, ed è inoltre servita da un reticolo di strade provinciali che la connettono a Carosino (SP81), Grottaglie (SP83), Montemesola (SP80), San Giorgio Jonico (SP82) e al quartiere Paolo VI di Taranto (SP21).
La stazione ferroviaria di Monteiasi-Montemesola è sita lungo la ferrovia Taranto-Brindisi a 4 km dal centro di Monteiasi. Ad 1,5 km dal centro sorge l'aeroporto di Taranto-Grottaglie "Marcello Arlotta", destinato al trasporto di merci e a voli cargo. A soli 33 km dal casello di Massafra, che immette sull'autostrada A14 Bologna-Taranto, può essere raggiunta anche percorrendo la strada statale n. 7 via Appia, il cui tracciato si snoda ad appena 2 km. Il porto mercantile, turistico e militare si trova a 18 km.
Trasporti pubblici[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio è servito dai trasporti pubblici su bus della società CTP di Taranto.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Sindaci[modifica | modifica wikitesto]
- Sergio Cosimo commissario prefettizio (com. pref.) (1896 - 1903)
- Domenico Beisso, com. pref. (1903 - 1904)
- Domenico Pilolli, sindaco (1904 - 1907)
- Giovanni Vento, com. pref. (1907)
- Michele Prete, sindaco (1907 - 1926)
- Giuseppe Lotta, podestà (1926 - 1929)
- Pietro Manigrasso, com. pref. (1929)
- Michele Prete, com. pref. (1929)
- Michele Prete, podestà (1929 - 1938)
- Pietro Lombardi, podestà (1938 - 1941)
- Domenico Corrente - Sergio, com. pref. (1941 - 1942)
- Ubaldo Ridola, com. pref. (1942)
- Cosimo Nigro, com. pref. (1942 - 1943)
- Attilio Cavallo, com. pref. (1943)
- Giuseppe Strusi, com. pref. (1943 - 1944)
- Carlo Santucci, com. pref. (1944)
- Antonio Liuzzi, com. pref. (1944)
- Antonio Liuzzi, sindaco del Comitato di Liberazione Nazionale (1944 - 1945)
- Luigi Salvatore, com. pref. (1945 - 1946)
- Antonio Liuzzi, sindaco (1946 - 1950)
- Angelo Lombardi, com. pref. (1950 - 1951)
- Angelo Lombardi, sindaco (1951 - 1956)
- Ciro Caiazzo, sindaco (1956 - 1958)
- Giovanni Fedele, assessore anziano facente funzioni (1958)
- Pietro Carillo, sindaco (1958 - 1966)
- Cosimo Ladogana, sindaco (1966 - 1973)
- Giovanni Quaranta, sindaco (1973 - 1974)
- Cosimo Marinelli, sindaco (1974 - 1978)
- Salvatore Bucci, sindaco (1978 - 1981)
- Benemerito Baldari, sindaco (1981 - 1988)
- Angelo Vincenzo Gregucci, sindaco (1988 - 1990)
- Vito Spagnulo, sindaco (1990 - 1993)
- Angelo Vincenzo Gregucci, sindaco (1993 - 1997)
- Pasquale Antonio Marinelli, sindaco (1997 - 2001)
- Benemerito Baldari, sindaco (2001 - 2006)
- Anna Rita Leone, sindaco (2006 - 2009)
- Daniela Buccoliero, com. pref. (2009 - 2010)
- Salvatore Prete, sindaco (2010 - 2015)
- Panunzio Grottoli, sindaco (2015 - 2017)
- Cosimo Ciura, sindaco (2018 - in carica)
Associazioni intercomunali[modifica | modifica wikitesto]
Le "città del Santissimo Crocefisso"[modifica | modifica wikitesto]
A partire dal 2011, allo scopo di implementare gli scambi culturali e promozionali con le città e i territori legati al culto della "Vera Croce", il Comune di Monteiasi ha promosso la costituzione di un'associazione delle città del Santissimo Crocifisso insieme ai comuni di Gravina in Puglia (comune capofila), San Giorgio Jonico, Marcianise, Brienza, Monteroni di Lecce, Rutigliano, Trani, Palo del Colle, Galtellì, Torchiarolo, Arnesano, Galatone. L'accordo prevede la comune promozione delle tradizioni popolari per sviluppare le sentite peculiarità storiche, religiose e culturali.
Unione dei comuni di Montedoro[modifica | modifica wikitesto]
Nel settembre 2002 il Comune di Monteiasi ha dato vita all'Unione dei comuni "Montedoro", insieme alle amministrazioni di Carosino, Faggiano, Montemesola, Monteparano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico e San Marzano di San Giuseppe. L'Unione è utile per partecipare a bandi di finanziamento regionali e mettere a comune servizi, aumentando le relazioni e gli scambi fra gli enti territoriali coinvolti, espressione dell'area orientale della provincia jonica. La prospettiva di lavoro è quella della cosiddetta "città Montedoro", per un progetto comune di sviluppo che tenga conto delle peculiarità dei territori[8][9].
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Nello stadio "Danucci" ha iniziato la carriera nel mondo del pallone Antonio Arcadio, ex calciatore di Napoli ed Empoli.
La locale formazione calcistica è stata
- A.c.d.Valentino Mazzola Monteiasi; anni 2000-2008 (campionati Regionali, promozione Pugliese, 1ª Categoria Pugliese).
- F.c.d. Monteiasi; anni 2009-2013 (2ª Categoria Pugliese girone Salentino, 3ª Categoria provinciale Tarantina) Vince il 30-12-2010 il primo Memorial pro Telethon Mariano Liuzzi giocato allo stadio Danucci.
Nel giugno 2013 cedette il titolo sportivo alla Delfini Rossoblu' Paolo VI Taranto
- A.S.D. Monteiasi; anni 2008-in corso (campionato nazionale Italiano ASI).
Negli anni '70 lo stadio comunale è stato terreno di gioco delle compagini di rugby del capoluogo, Amatori Rugby Taranto e Taranto FC.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 417, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ 1578, su monteiasi.it. URL consultato il 2 giugno 2015.
- ^ Monteiasi, decreto 1997-03-21 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Sito ufficiale del Comune di Montemesola, su montedoro.ta.it. URL consultato il 2 giugno 2015.
- ^ Unione Comuni Montedoro per lo sviluppo del territorio della Provincia di Taranto, su vmw046105249010.daisy-net.com. URL consultato il 2 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2013).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Aldo Galeano, Le cave di pietra, in Storie monteiasine, Microstoria - 1, Villa Castelli (BR), Biondi Editore, 1990.
- Giovanni Matichecchia, Architettura e arte sacra a Monteiasi, Martina Franca (TA), Arti Grafiche Pugliesi, 1992.
- Vincenza Musarda Talò, Monteiasi: La Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario, Lecce, 1999.
- Ciro Caretta, Note storiche e biografiche di Monteiasi [incompleto], 2000.
- Vincenza Musarda Talò, Monteiasi: il culto del SS.mo Crocifisso tra storia e devozione popolare, Lecce, 2000.
- Vincenzo Antonio Greco, Feudo e masserie a Monteiasi in Età Moderna, in Viaggio nella storia del paesaggio agrario del Tarantino, Manduria, Tiemme, 2010.
- Giovanni Matichecchia, Architettura e paesaggio: dal Medioevo al Novecento (storia, territorio e società), Ettorre Editore, 2012.
- Francesco Domenico Matichecchia, Muntiàsə ti nna vota, Oria (BR), CIDDUE s.r.l., 2014.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.monteiasi.it.
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