Mohammad Rasoulof

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Mohammad Rasoulof (in persiano: محمد رسول‌اف; Shiraz, 23 ottobre 1972) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico iraniano.

Dal 2010, Rasoulof è stato condannato più volte dalla corte rivoluzionaria iraniana. Attraverso le loro azioni di censura, le autorità iraniane non limitano solo Rasoulof come individuo, ma anche la sua libertà artistica di espressione. Nessuno dei suoi film è stato mai distribuito in Iran.

Il suo film Sheytān vojud nadārad ha vinto l'Orso d'oro alla 70ª edizione del Festival di Berlino.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ha studiato sociologia all'università di Shiraz e ha frequentato un seminario di montaggio cinematografico all'università di Teheran. Vive tra Teheran e Amburgo. È sposato con Rozita Hendijanian e ha una figlia di nome Baran.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Debutta come regista nel 2002 con il film Gagooman, che ha vinto il premio come miglior opera prima al Fajr International Film Festival. Il suo secondo lungometraggio L'isola di ferro viene presentato in anteprima al Festival di Cannes 2005.

Mohammad Rasulof e Jafar Panahi si sono ripetutamente sostenuti a vicenda nei loro progetti cinematografici e si oppongo al regime dittatoriale di Mahmud Ahmadinejad. Nel marzo 2010 sono stati entrambi arrestati e incarcerati per un anno per "atti e propaganda ostili alla Repubblica islamica dell'Iran". Nel dicembre 2010 i due registi sono stati condannati a sei anni di carcere con il divieto di realizzare altri film e rilasciare interviste ai media, poi ridotti a dodici mesi e infine assolti.[2]

A maggio 2011 ha ottenuto il permesso di partecipare al Festival di Cannes dove ha presentato il film Be omid e didar. La pellicola ha vinto il premio per la miglior regista nella sezione Un Certain Regard. Due anni più tardi partecipa nuovamente al Festival di Cannes, dove il suo film Dast-neveshtehaa nemisoosand viene insignito del Premio FIPRESCI nella sezione Un Certain Regard.[3]

Baran Rasulof, figlia del regista, durante la conferenza stampa della Berlinale 2020 con l'orso d'oro. Rasulof era in collegato video.

Nel febbraio 2020 il suo film Sheytān vojud nadārad viene selezionato per partecipare in concorso alla 70ª edizione della Berlinale, dove infine vince l'Orso d'oro per il miglior film.[1] Rasulof non ha potuto accettare personalmente il premio perché non gli era stato concesso un permesso di viaggio, in quanto si trovava agli arresti domiciliari a Teheran con il passaporto confiscato, dopo che a settembre 2019 aveva partecipato negli Stati Uniti al Telluride Film Festival.[2]

Pochi giorni dopo la cerimonia di premiazione, Rasulof è stato condannato a un anno di carcere in Iran e ha ricevuto il divieto di girare film per i prossimi due anni, a seguito di una sentenza che ha ritenuto tre suoi film "propaganda contro il sistema" nei confronti del governo iraniano.[4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Ed Meza, Berlin Film Festival 2020: ‘There Is No Evil’ Wins Golden Bear, in Variety, 29 febbraio 2020. URL consultato il 13 marzo 2020.
  2. ^ a b Attualità - Censura: arrestato e privato del passaporto il regista iraniano Mohammad Rasoulof, su filodiritto.com. URL consultato il 13 marzo 2020.
  3. ^ (EN) Cannes: 'The Missing Picture' Wins Un Certain Regard Prize, su hollywoodreporter.com. URL consultato il 13 marzo 2020.
  4. ^ Mohammad Rasoulof, Orso d’Oro 2020, condannato a un anno di carcere in Iran., su birdmenmagazine.com. URL consultato il 13 marzo 2020.

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