Mattia di Bretagna

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Mattia in francese Mathias de Bretagne (... – 1103/4) fu Conte di Nantes dal 1084 alla sua morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Mattia, secondo il Ex Chronico Briocensi, era il figlio secondogenito del Conte di Cornovaglia, conte di Nantes, poi anche conte di Rennes e duca di Bretagna, Hoel II e della moglie (come ci conferma ancora il Ex Chronico Briocensi[1]), la duchessa di Bretagna e contessa di Rennes, Havoise[2], che, secondo la Genealogiae comes Flandriae era figlia del conte di Rennes e duca di Bretagna, Alano III[3] e della moglie (come ci conferma la Ex Chronicon Kemperlegiense[4], Bertha di Blois[5].
Hoel II di Bretagna, sempre secondo il Ex Chronico Briocensi era figlio del conte di Cornovaglia, Alano Canhiart e della moglie, Giuditta di Nantes[1], che, sempre secondo il Ex Chronico Briocensi , era figlia del conte di Nantes, Judicael di Nantes, discendente dai conti di Nantes[1]; infatti Judicael di Nantes, secondo La chronique de Nantes, era il figlio illegittimo primogenito del conte di Vannes e di Nantes e duca di Bretagna (dal 960 al 981), Hoel I[6], a sua volta figlio illegittimo primogenito[7] del conte di Vannes e di Nantes e duca di Bretagna, Alano II Barbatorta, e della sua amante (come ci conferma anche lo storico bretone, Guy Alexis Lobineau, nel suo Histoire de Bretagne, Tome I[8]), Giuditta († dopo il 952), di cui non si conoscono gli ascendenti, come ci conferma anche il documento n° XXXIX de La chroniques de nantes[9].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Verso il 1072, Mattia viene citata nel documento n° CCCXXXIII del Cartulaire de l'abbaye de Redon en Bretagne, assieme al padre Hoel, alla madre Havoise ed ai due fratelli: Alano Fergent e Oddone[10].

Mattia viene citato anche nel documento n° LXXV del Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé, in cui sua nonna materna, Bertha di Blois, nel 1075, fece una donazione all'abbazia di Sainte-Croix de Quimperlé, in suffragio della propria anima e di quelle dei suoi discendenti, tra cui Mattia[11].

La Ex Chronico Britannico riporta la morte di suo padre, Hoel II, il 15 aprile 1084[12]. L'anno della morte viene confermato, sia dal Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé[13], che dal Chronicon Kemperlegiense che conferma anche il giorno: 15 aprile (Idibus April)[14].
A Hoel II, nei titoli di Conte di Cornovaglia, conte di Rennes e duca di Bretagna succedette il figlio primogenito Alano Fergent, come Alano IV; mentre nel titolo di conte di Nantes, sempre secondo il Ex Chronico Briocensi, col permesso del fratello Alano IV, succedette il secondogenito, Mattia[1], come Mattia II.

Mattia, titolato conte di Nantes, viene ancora citato in un documento del Memoires pour servir de preuves a l'histoire de Bretagne (di Pierre-Hyacinte Morice), non datato e inerente alla fondazione di un priorato[15].

Col documento n° XXV del Recueil d'actes inédits des ducs et princes de Bretagne (XIe, XIIe, XIIIe siècles) dello storico francese, Arthur de La Borderie, datato 1091, Mattia, auto-definitosi conte di Nantes, donò al monastero Sainte-Croix di Quimperlé, un'isola nella Loira, denominata Colber[16].

Mattia morì tra il 1003 ed il 1004: infatti sia il Ex Chronico Ruyensis Cœnobii[17], che il Ex Chronico Kemperlegiensis[18], ed anche il Chronicon Universum del Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé[19], riportano la morte di Mattia nel 1003; mentre il Ex Chronico Britannico Altero la riporta nel 1004[20].
Siccome, sempre secondo il Ex Chronico Briocensi, morì senza discendenza[1], la contea di Nantes andò a suo fratello, il primogenito, Alano IV.

Matrimonio e discendenti[modifica | modifica wikitesto]

Mattia aveva sposato Ermengarda, di cui non si conoscono gli ascendenti; la moglie viene citata in un documento del Memoires pour servir de preuves a l'histoire de Bretagne (di Pierre-Hyacinte Morice), non datato e inerente alla fondazione di un priorato[15].
Mattia, sempre secondo il Ex Chronico Briocensi, non ebbe discendenti, né dalla moglie né da eventuali amanti[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Briocensi, anno MLXVI pagina 565
  2. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Briocensi, anno MLXVI pagina 566
  3. ^ (LA) #ES Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus IX, Genealogiae comes Flandriae, par. 25, pag 323, nota 4 Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive.
  4. ^ (LA) Stephani Baluzii Miscellaneorum, Liber I, Ex Chronicon Kemperlegiense, anno MVIII, pag 521
  5. ^ (LA) #ES Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus IX, Genealogiae comes Flandriae, par. 25, pag 323 Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive.
  6. ^ (FR) René Merlet, La chronique de Nantes, cap. XLIII, pag 127
  7. ^ (LA) René Merlet, La chronique de Nantes, cap. XXXIX, pag 113
  8. ^ (FR) Lobineau, G. A. (1707) Histoire de Bretagne (Paris), Tome I, Pag 81
  9. ^ (LA) La chroniques de nantes, doc. XXXIX, pagg. 112 e 113
  10. ^ (LA) Cartulaire de l'abbaye de Redon en Bretagne, doc. CCCXXXIII pagina 283
  11. ^ (LA) Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé, documento n° LXXV, pagine 222 - 224
  12. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Britannico, anno MLXXXIV pagina 557
  13. ^ (LA) Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé, anno MLXXXIV, pagina 105
  14. ^ (LA) Stephani Baluzii Miscellaneorum, Liber I, Ex Chronicon Kemperlegiense, anno MLXXXIV, pag 523
  15. ^ a b (LA) Memoires pour servir de preuves a l'histoire de Bretagne, colonne 383 e 384
  16. ^ (LA) Recueil d'actes inédits des ducs et princes de Bretagne (XIe, XIIe, XIIIe siècles), documento n° XXV, pag. 58
  17. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Ruyensis Cœnobii, anno MCIII pagina 563
  18. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Kemperlegiensis, anno MCIII pagina 562
  19. ^ (LA) Chronicon Universum del Cartulaire de l´abbaye de Sainte-Croix de Quimperlé, pagina 105
  20. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Britannico Altero, anno MCIV pagina 559

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]