Massimo D'Antona
Massimo D'Antona | |
---|---|
![]() | |
Sottosegretario di Stato ai trasporti e alla navigazione | |
Durata mandato | 26 febbraio 1996 – 17 maggio 1996 |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente |
Professione | Docente universitario |
Massimo D'Antona (Roma, 11 aprile 1948 – Roma, 20 maggio 1999) è stato un giurista italiano, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse il 20 maggio del 1999, a Roma, a pochi passi dalla sua abitazione.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Allievo di Renato Scognamiglio, nel 1980, D'Antona diviene professore di diritto del lavoro all'Università di Catania, per poi trasferirsi nella Seconda Università degli Studi di Napoli, ed infine all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". A lui è intitolata l'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, dove insegnò Diritto del lavoro. È altresì a lui intitolata l'Aula XIII della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione dell' Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Autore di diverse monografie e saggi, con particolare attenzione ai temi delle garanzie del diritto al lavoro e alla privatizzazione del pubblico impiego, è stato anche tra i fondatori della rivista Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
Scrisse diversi saggi in merito all'incoercibilità delle azioni di reintegrazione nel posto di lavoro, notando come le reiterate pronunce giurisprudenziali conformi ignorino le concrete possibilità di esecuzione[1] e se esistano responsabilità penali per i datori che non eseguano il relativo provvedimento giudiziario.
Sottosegretario ai trasporti durante il governo Dini, viene nominato nel 1996 Amministratore Straordinario dell'Ente Nazionale Assistenza al Volo, del quale poi diviene consigliere d'amministrazione nel 1997. La complessità dei contratti del settore del controllo del traffico aereo rappresentano per lui un forte impegno gestionale alla guida dell'ENAV. Nel 1998 si dimette dal Consiglio di amministrazione dell'ENAV.[2]
Consulente del Ministero del Lavoro, fu dapprima docente di diritto sindacale presso l'Università Federico ll di Napoli, e poi docente di diritto del lavoro all'Università degli studi di Roma "La Sapienza" e alla Seconda Università degli studi di Napoli.
L'omicidio[modifica | modifica wikitesto]

Fu assassinato il 20 maggio 1999 in via Salaria a Roma dai brigatisti rossi (come nel successivo caso di Marco Biagi) nella logica terroristica di annientamento di professionisti e servitori dello Stato legati a un contesto di ristrutturazione del mercato del lavoro.
Lascia la moglie Olga Di Serio, che successivamente diventerà deputata dei DS e poi del PD.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ M. D’ANTONA, La reintegrazione nel posto di lavoro, Padova, Cedam, 1979, p. 176 e ss.
- ^ Tempesta all'Enav si dimette D'Antona - la Repubblica.it
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Brigate Rosse
- Governo Berlusconi II
- Nuove Brigate Rosse
- Omicidio di Massimo D'Antona
- Vittime delle Brigate Rosse
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Massimo D'Antona
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Opere di Massimo D'Antona, su Open Library, Internet Archive.
- Il delitto D'Antona - Daniele Biacchessi (2001), su books.google.it.
- In memoria di Massimo D'Antona, su dirittodellavoro.it.
- La Storia siamo noi - Massimo D'Antona, su lastoriasiamonoi.rai.it. URL consultato il 31 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2013).
- Centro Documentazione Stragi e Terrorismo, su cedost.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 231339112 · ISNI (EN) 0000 0000 8222 7102 · LCCN (EN) n81105303 · BNF (FR) cb12934267d (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n81105303 |
---|